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La ricorrenza

2 novembre 2008, Interlagos: nasce la leggenda di Lewis Hamilton


Avatar Redazionale , il 02/11/18

5 anni fa - 10 anni fa Hamilton vinceva il suo primo titolo beffando Massa e la Ferrari

Formula 1. 2 novembre 2008, Interlagos: nasce la leggenda di Lewis Hamilton

10 anni fa Hamilton vinceva il suo primo titolo al termine del più incredibile epilogo iridato della storia, beffando Massa e la Ferrari

INTERLAGOS, 2 NOVEMBRE 2008, ORE 17:00 – 10 ANNI, ORA Per gli appassionati di Formula 1, tutti. Per i fan di Lewis Hamilton e per quelli di Massa e della Ferrari in particolare, il 2 novembre 2018 rappresenta una data storica, al pari dello sbarco sulla Luna o dell’11 settembre 2001. Il senso è che chiunque ricorda dov’era e cosa faceva quel giorno, mentre a Interlagos si stavano decidendo le sorti di un mondiale emozionante come non mai, perso da Felipe Massa all’ultima curva a vantaggio del giovane e impertinente Lewis Hamilton. Ricordo di aver visto la gara con mio padre e con alcuni miei amici nel salone di casa, e che al termine siamo dovuti uscire per smaltire l’adrenalina con una lunga passeggiata.

È QUI LA FESTA? SÌ… ANZI NO! E di adrenalina accumulata ce n’era stata a secchi, esattamente come l’acqua che il cielo riversava sull’Autodromo di San Paolo, e che è stata arbitro iridato che ha prima voltato le spalle, poi arriso a Lewis Hamilton, quando mancavano un paio di curve all’arrivo. Felipe Massa era appena transitato sul traguardo e nel box Ferrari già si stava festeggiando, ma in pista c’era ancora qualcuno che non era d’accordo con quell’esito, e all’ultimo giro, prima dell’ultima curva, superò Timo Glock, che annegava in pista con le gomme inadatte, e si andava a prendere il primo dei suoi cinque titoli iridati. Parliamo di Lewis Hamilton, ovviamente.

SI ASSEGNANO I DUE TITOLI Fu un gran premio incredibile, sceneggiato come neanche il più bravo degli scrittori di libri gialli avrebbe mai saputo fare. Lewis Hamilton e la McLaren vi arrivavano con ben sette punti di vantaggio su Felipe Massa e la Ferrari nella classifica piloti, mentre per la Ferrari conquistare il titolo costruttori era quasi una formalità. Il brasiliano correva in casa e doveva assolutamente vincere, per guadagnare i 10 punti necessari a sperare ancora nel trionfo, mentre al britannico sarebbe bastato arrivare quinto, e raccogliere i quattro punti necessari per festeggiare, giovanissimo, il primo titolo mondiale. In qualifica Massa strappò la pole position, rifilando circa 4 decimi alla Toyota di Jarno Trulli e quasi mezzo secondo a Kimi Raikkonen e Lewis Hamilton, che occupavano la seconda fila in griglia.

SUBITO LA PIOGGIA Domenica, a tre minuti dal via, un primo rapido acquazzone costrinse i commissari di gara a posticipare la partenza di 10 minuti. Tutti scelsero di partire con gomme intermedie, e allo spegnimento dei semafori Felipe Massa si involò subito verso una prima posizione e un successo senza appello. Ma il grosso della gara si svolgerà alle sue spalle: Hamilton mantenne il quarto posto dopo il via, ma entrò subito una Safety Car per un contatto tra Coulthard, all’ultima gara in carriera, su una Red Bull, e Piquet Jr sulla Renault. La prima sosta ai box, avvenuta al giro 10, denota il nervosismo di Hamilton e della McLaren, che la ritardano un paio di giri e tornano in pista in settima posizione.

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IL TITOLO OSCILLA Anche Massa aveva perso una posizione su Trulli, che era riuscito a precederlo dopo il pit stop, ma al 13° giro tornò in testa rapidamente a causa di un errore che costò caro all’italiano, seguito da un giovanissimo Sebastian Vettel su Toro Rosso, da Alonso, Raikkonen, Fisichella e Hamilton. Il britannico danzò per tutta la gara attorno a quella quinta posizione che avrebbe significato gloria o, in caso di mancata conquista, baratro. Dopo la seconda girandola di soste, Massa era ancora primo e Hamilton ancora sesto, ma davanti a lui c’erano Webber e Vettel che dovevano ancora fermarsi perché su una strategia a tre soste. È il 50° giro quando arriva il pit-stop e il britannico avanza fino al quarto posto, virtualmente iridato.

VETTEL BATTE HAMILTON... Al 60° giro però Vettel, con gomme più fresche, si fece subito minaccioso negli scarichi di Hamilton. Qualche tornata dopo, prima che il tedesco sferrasse il suo attacco, iniziò nuovamente a piovere e subito Alonso, Raikkonen, Hamilton e Vettel si fermarono ai box al 65° giro. Massa lo fece due tornate dopo senza conseguenze per la vittoria. Timo Glock invece, con la Toyota, restò in pista tentando l’azzardo. La battaglia si accese tra Hamilton e Vettel e – fa strano dirlo oggi – sotto la pioggia ebbe la meglio il tedesco, che passò con la sua Toro Rosso motorizzata Ferrari, a parità di gomme, il britannico della McLaren motorizzata Mercedes, e lo relegò alla sesta piazza.

...MA HAMILTON BATTE GLOCK. E MASSA. Sembrava tutto perduto, ma in pista girovagava ancora Glock, che stava facendo miracoli per tenere in pista la sua auto con gomme d’asciutto. Il sorpasso decisivo di Lewis Hamilton avvenne a due curve dalla fine, alla Junção. Quattro se si dà retta alla moderna accezione del tracciato brasiliano, che considera curve anche la Subida dos Boxes e l’Arquibancadas, ma gli appassionati sanno bene che dopo la Junção c’è solo il leggero arco a sinistra della curva 13 e poi giù a tavoletta fino al traguardo. E nel box Ferrari, appena si resero conto che quella macchina superata così rapidamente da Hamilton non era un doppiato, ma la Toyota di Glock, la festa s’interruppe di colpo, e scese il silenzio, mentre le grida di gioia si trasferirono nel box vicino, dove era appena iniziata la leggenda di Lewis Hamilton.

SEMBRA IERI Fu il primo titolo per il britannico, ma sono passati dieci anni esatti. Alla Ferrari non bastò conquistare il campionato costruttori per consolarsi. Su quel podio finirono Felipe Massa, che solo lo scorso anno ha salutato il Circus, Fernando Alonso, che dirà addio (o arrivederci, chissà...) al termine di questa stagione, e Kimi Raikkonen. Alle loro spalle giunsero Sebastian Vettel e Lewis Hamilton. Il resto di quella griglia è tutta andata in pensione da tempo, mentre i protagonisti di allora sono quelli che fino a ieri, e ancora oggi, si danno battaglia al vertice. Forse è per questo che sembra ancora ieri, ma erano dieci anni fa, ora.


Pubblicato da Simone Valtieri, 02/11/2018
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