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Sicurezza stradale

Volvo, velocità autolimitata e tanto altro. Il progetto E.V.A.


Avatar di Lorenzo Centenari , il 28/03/19

5 anni fa - 60 anni fa l'invenzione Volvo delle cinture di sicurezza a tre punti

A 60 anni dall'invenzione delle cinture di sicurezza a tre punti, il dibattito è aperto. Focus sulla sicurezza in auto delle donne

VOLVO FOR SAFETY L'ultima trovata? Una biblioteca digitale aperta a tutti, un archivio che contiene 40 anni di ricerca e conoscenza. E poi incontri, esperimenti, mission condivise. Niente più scuse, la sicurezza è una responsabilità collettiva. Più che un Costruttore di automobili, un'agenzia internazionale per la salvaguardia delle vite umane. Pensi a Volvo, e insieme al comfort e al design dei suoi prodotti, pensi a innovazioni come le cinture a tre punti di ancoraggio (1959), i seggiolini auto in senso contrario (1972), il sistema elettronico di monitoraggio angolo cieco (BLIS, 1994), gli airbag laterali a tendina (1995), la frenata di emergenza City Safety (2008). Fino alla frenata con riconoscimento pedoni (2010) e ciclisti (2013), e all'ultima proposta shock della velocità autolimitata a 180 km/h su tutti i modelli Volvo a partire dal 2020.

ADAMO ED EVA Ma ecco la frontiera, quella di una maggiore protezione per le donne, l'anello debole della catena della cosiddetta Vision 2020, il programma che aspira ad azzerare la mortalità dovuta ad incidenti stradali a bordo di auto Volvo. Un caloroso benvenuto ad E.V.A., acrostico per Equal Vehicle for All, ma anche il nome dell'ambassador dell'ambiziosa iniziativa nella quale il Gruppo nordico si getta ora a capofitto. Ridurre il gap tra i sessi, assicurare alle automobiliste femmine lo stesso grado di sicurezza sin qui studiato su misura, prevalentemente, per gli utenti maschi. Poiché infatti i classici crash test si svolgono in larga parte ricorrendo a manichini "uomo" come cavie, dai progressi in campo safety le quote rosa escono penalizzate. Donne più esposte a colpo di frusta, frattura osso del collo, danni cerebrali. Donne più a rischio, ed è una situazione da invertire.

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IL BUON ESEMPIO La sicurezza ha fatto passi da gigante, tuttavia il margine è ampio e il dibattito è aperto. Al Volvo Sudio di Milano il primo round: ne seguiranno altri. Con lo stesso spirito degli esordi, quando non brevettò le cinture a tre punti per metterle invece al servizio dell'intera industria auto, a 60 anni dal primo colpo di genio Volvo chiama a raccolta la comunità a quattro ruote per moltiplicare gli sforzi sul campo, quindi l'efficacia delle soluzioni via via in sperimentazione. Auto che si scontrano contro il muro dei 180 km/h, ma anche sistemi di videosorveglianza interna per smascherare un driver distratto o in stato di ebbrezza. Auto che rallentano automaticamente in prossimità di scuole e ospedali (tecnologia geofencing), auto che non superano una determinata velocità quando prestate a servizi di car sharing (Volvo Care Key).

PURCHÈ SE NE PARLI “La sicurezza - sostiene Michele Crisci, presidente Volvo Car Italia - è da sempre il principio che guida il marchio in ogni sua scelta. Da questa tradizione, ecco il progetto di condivisione a favore della sicurezza di tutti, e di cui oggi Volvo è capofila. Ma non basta: riteniamo che un Costruttore auto abbia il dovere di occuparsi di tutti i fattori che influiscono sulla sicurezza del traffico, comportamenti umani compresi. Abbiamo fatto proposte che fanno e faranno discutere: l’importante, è che su questi temi nasca un dibattito”. EVA e isieme a lei tutte le donne attendono con ansia nuove soluzioni, angeli custodi che infondano loro lo stesso senso di sicurezza che già abbraccia i loro colleghi uomini. La strada è lunga, il traguardo sarà sempre un metro più in là. Ma il volano è in movimento, e oltre che lunga e impervia, la strada sarà sempre un po' più amica degli esseri umani. Anche e soprattutto grazie a Volvo.


Pubblicato da Lorenzo Centenari, 28/03/2019
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