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Fase 2 e mobilità: ok la bici, ma sbagliato castigare l'auto


Avatar di Lorenzo Centenari , il 28/05/20

3 anni fa - Spostamenti in città, la parola chiave è intermodalità. E l'auto serve

Fase 2 e spostamenti in città: meglio auto o bici/monopattino?
Spostamenti in città ai tempi della Fase 2, la parola chiave è intermodalità. Bici e monopattini? Non sostituiscono auto e moto

AUTO VS BICI L'epidemia di COVID-19 che influenza la politica, la politica che influenza le abitudini della popolazione, la popolazione che è chiamata a rivedere i propri spostamenti quotidiani. Almeno, finché la catena non si spezza. Meglio l'automobile, la moto, il monopattino o la bicicletta? Includiamo, nell'indovinello, pure i mezzi pubblici. Ma in fondo, perché per forza scegliere? Un mezzo di trasporto non esclude l'altro, ne completa anzi la natura, fino a potenziare i suoi vantaggi. E in ultimo, a migliorare la mobilità nel suo complesso. Morale: d'accordo bici e monopattini, ma dei veicoli a motore (e intendiamo quelli a combustione interna) non possiamo ancora fare a meno. Con buona pace di una frangia che - ci sbaglieremo - ha idee contrarie.

MULTI-MOBILITÀ Al suo secondo appuntamento online, #FORUMAutomotive entra nel dettaglio di misure e prospettive di mobilità da Fase 2 Coronavirus. Tra incentivi a biciclette, e ''disincentivi'' all'automobile. Se anche sul breve funzionasse, il disegno è destinato a lungo termine a fallire. Una strada percorribile la individua allora il presidente di Groupe PSA Italia Gaetano Thorel: ''Il principio da coltivare è quello della multimodalità, un sistema di mobilità basato sulla convivenza tra due ruote, quattro ruote e trasporto pubblico, e soprattutto - aggiunge Thorel - sul senso civico delle persone stesse. Con uno sforzo culturale, una città come Milano può competere con Londra''.

Mercato auto: no incentivi, no ripresa Mercato auto: no incentivi, no ripresa

USATO SICURO L'auto tuttavia resta centrale: ''In Francia - spiega il manager - la visione del Governo si manifesta ora in un piano di aiuti da 8 miliardi di euro. Perché in Italia invece non si sfrutta l'opportunità, in questo momento di emergenza, per rinnovare il parco circolante? Ad esempio attraverso un piano di incentivi alla sostituzione della propria vecchia auto con un modello nuovo, oppure anche un usato recente? Contribuendo così all'ecologia, e senza alcuna spesa per lo Stato? Una ripresa del mercato auto, come sappiamo, generebbere un forte aumento del gettito IVA''.

TURN OVER Fuori le auto anziane, più inquinanti (su 38 milioni di veicoli, il parco italiano ne include 13 milioni con oltre 18 anni di età), dentro forze fresche e amiche dell'ambiente. Non necessariamente, a propulsione elettrica. ''Gli incentivi alle vetture ad emissioni zero sono insufficienti per ringiovanire il parco circolante. La totale conversione all'elettricazione - prevede Thorel - richiederà almeno un decennio. Tuttavia anche i più moderni diesel e benzina sono esponenzialmente più puliti dei motori di vecchia generazione: incentivare la permuta dell'usato con nuovi modelli omologati Euro 6d sarebbe una boccata d'ossigeno per la salute sia dell'aria, sia dell'economia''. Per la cronaca: un diesel Euro 2 inquina come 16 diesel Euro 6. Un Euro 1, come 32 Euro 6: svecchi il parco auto, e ottieni benefici immediati.

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IL CASO MILANO Non è un caso, che il numero uno di PSA citi Milano: a maggio, ai piedi della Madonnina, la viabilità è stata a dir poco rivoluzionata, ma in un senso sbilanciato verso le due ruote a propulsione elettrica e ''umana''. Corsie ciclabili spuntano come funghi, mentre si asciuga a vista d'occhio lo spazio vitale delle auto: carreggiate più strette, meno piazzole di parcheggio. ''Indubbiamente - sostiene Geronimo La Russa, presidente di ACI Milano - cambierà il modo di muoversi in città. Ma occorre trovare un punto di equilibrio. Non certo con soluzioni realizzate frettolosamente, senza uno studio, e in deroga al Codice della Strada. Nessuno critica i percorsi ciclabili, purché consistano in corsie reali, protette e non promiscue. Soprattutto, esse devono essere realizzate di pari passo con la crescita del trasporto pubblico''. Sempre per la cronaca: sulle corsie ciclabili milanesi si registrano i primi incidenti tra auto e biciclette.

Mobilità a Milano ai tempi della Fase 2: le corsi ciclabili Mobilità a Milano ai tempi della Fase 2: le corsi ciclabili

L'ASSESSORE RISPONDE In difesa delle soluzioni che il Comune di Milano sta sperimentando interviene l'assessore alla Mobilità Marco Granelli: ''Se a fine 2019 oltre il 50% degli spostamenti in città avveniva usando il trasporto pubblico, in seguito alla pandemia la percentuale è scesa al 20%. Ecco perché - spiega Granelli - l'amministrazione ha avviato un programma straordinario per la realizzazione di 35 km di ciclabili, senza con questo sottrarre posti per il parcheggio. A essere ostacolati sono soltanto quelli irregolari, in seconda e terza fila”. E si torna al tema della responsabilità individuale: un obbligo degli automobilisti, ma anche degli utenti cosiddetti ''deboli'': ''Il sindaco di Milano Beppe Sala ha aperto ai ciclisti, ma si è dimenticato di informarli - afferma Simonpaolo Buongiardino, presidente di Federmotorizzazione e Assomobilità  - che anche loro sono tenuti a rispettare il Codice della Strada''.

VELOCIPEDE, CHE PASSIONE Granelli sostiene quanto il monopattino rappresenti ''un ottimo strumento di mobilità'', ma anche di non avere nulla contro le auto. ''Siamo l’unico Comune - afferma - ad avere investito 7 milioni di euro in incentivi per l’acquisto di nuovi modelli, e soprattutto approvato una delibera che fissa un piano che stabilisce come le motorizzazioni Euro 6 D Temp, diesel comprese, saranno escluse dai blocchi alla circolazione fino al 2030”. 

QUI DUE RUOTE E le moto? Al pari delle auto, scarsa attenzione. “Il mondo delle due ruote - è il commento di Pier Francesco Caliari, direttore generale di Confindustria Ancma - è contento a metà. C’è eccitazione per le bici, ma nessuna attenzione per le due ruote a motore. Tutte le due ruote sono soluzione ai problemi in termini di traffico, inquinamento e spazio. Tuttavia, per maturare una nuova visione di mobilità, serve un vero e proprio cambiamento culturale. Perché il futuro - conclude Caliari - non sarà di un solo veicolo o di un servizio. Il futuro sarà l’intermodalità''.


Pubblicato da Lorenzo Centenari, 28/05/2020
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