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La storia di C'etait un rendez vous di Claude Lelouch


Avatar di Federico Sardo , il 19/04/20

3 anni fa - Otto minuti a tutta velocità nel centro di Parigi

Tutta la verità su C'etait un rendez vous di Claude Lelouch
Uno dei cortometraggi più famosi di sempre: otto minuti di guida spericolata nel centro di Parigi

Parigi a tutta velocità

Esiste un cliché duro a morire che vuole che i film francesi siano per forza di cose noiosi. Lenti, pieni di silenzi, con poco dialogo e ben poca azione. Certo, come tutti i luoghi comuni anche questo si basa su alcuni fondamenti di verità, ma non è questo il caso del film di cui vogliamo parlarvi oggi. Tanto per cominciare, anche volendo sarebbe difficile riuscire ad annoiarsi, visto che la durata della pellicola è di soli otto minuti: si tratta infatti di un cortometraggio, dal titolo C'etait un rendez vous (tradotto in italiano come Un appuntamento). Il suo autore non è uno Youtuber o qualcuno che siamo abituati vedere compiere evoluzioni automobilistiche sul web, ma un grandissimo regista. Claude Lelouch, oggi ottantratreenne, ha girato nella sua carriera oltre cinquanta film, il più famoso dei quali, Un uomo, una donna del 1966, si è portato a casa sia il premio come miglior film al Festival di Cannes, sia nientemeno che l'Oscar per il miglior film straniero. Un curriculum di tutto rispetto, insomma, per un grande del cinema d'autore. Vi chiederete quindi perché mai ne stiamo parlando su MotorBox. Perché, con tutta la stima per il resto della sua carriera, ciò di cui vi vogliamo raccontare ha molto a che fare con le automobili. Anzi, praticamente tutto.

UN APPUNTAMENTO Lelouch, che anche meno di un anno fa dichiarava in un'intervista che la velocità è stata il simbolo di tutta la sua vita, nel 1976 pensò bene di realizzare un film che consistesse interamente in una corsa spericolata per le strade del centro di Parigi, girata all'alba di una domenica mattina di agosto. Non solo il film, che è interamente visibile su YouTube, come dichiarato all'inizio è stato realizzato senza trucchi, stacchi di montaggio o velocizzazioni successive, ma è anche stato girato senza chiedere alcun permesso a nessuno. Il film è fatto pressoché soltanto di questa corsa davvero impressionante, unita alla bellezza delle strade di Parigi, fatto salvo per il momento finale in cui si vede il protagonista arrivare a destinazione, e incontrarsi con una ragazza che sta arrivando proprio in quel momento sul luogo dell'appuntamento. La donna che lo attende è Gunilla Friden, all'epoca davvero fidanzata con Lelouch, e la storia vuole che le fosse stato semplicemente detto di presentarsi in quel posto nel giro di dieci minuti, senza che fosse consapevole di cosa stesse succedendo.

MAKING OF Il film fu girato in un unico piano sequenza con una videocamera montata sul paraurti della Mercedes 450SEL 6.9 di Lelouch, un'auto dal cambio automatico a tre velocità. Il suono che ascoltiamo nel film però è l'unico trucco che è stato effettivamente messo in atto: non è infatti quello della Mercedes, ma quello di una Ferrari 275GTB sempre di proprietà del regista. Il motivo è che il suono della Ferrari è decisamente più emozionante, ma non era possibile girare il film direttamente con la Ferrari per motivi tecnici di posizionamento della videocamera: solo le sospensioni idropneumatiche della Mercedes potevano evitare che questa ballasse troppo, cosa che avrebbe reso il film inguardabile.

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LEGGENDE METROPOLITANE Per molti anni si sono rincorse varie voci su chi ci fosse davvero al volante, e tra i nomi circolati ci sono quelli di Jacky Ickx, Jean-Pierre Beltoise, Jacques Lafitte e Jean Ragnott, ma Lelouch è sempre stato chiaro nel dichiarare che il pilota era stato proprio lui. Un'altra leggenda sostiene che Lelouch fu arrestato dopo la prima proiezione del cortometraggio, ma in realtà fu semplicemente convocato per spiegazioni dalla prefettura di Parigi, senza che ci fossero ulteriori conseguenze. C'è solo una persona che ha dato una mano a Lelouch nella realizzazione del film: il suo assistente Élie Chouraqui, che era posizionato con un walkie talkie in concomitanza dell'unico incrocio del tragitto che non permetteva al pilota di vedere se stesse arrivando qualcuno. Lelouch ha poi raccontato che in realtà il walkie talkie ha avuto dei problemi, e Chouraqui non sarebbe stato in grado di avvertirlo se qualcuno fosse sopraggiunto, ma fortunatamente quello è uno dei rari semafori verdi che il regista ha incontrato nel suo tragitto.

Claude Lelouch nel 1966 Claude Lelouch nel 1966

COSA È SUCCESSO DOPO La strada percorsa misura nella sua interezza poco meno di 10,6 km, il che ci riporta molto semplicemente a una velocità media di circa 80 km/h: non dimentichiamoci che stiamo parlando di velocità media e del pieno centro città. Lelouch ha anche dichiarato di aver toccato una velocità massima di 200 km/h. Ovviamente il film incontrò grandi critiche, per il rischio corso e la pericolosità del progetto. Lelouch le ha accolte rispettosamente ma ha anche dichiarato che sarebbe stato pronto, in caso di ostacoli, di pedoni in arrivo, o di qualche contrattempo, a interrompere tutto senza problemi. Per via della sua fama controversa, la pellicola è sparita dalla circolazione per molti anni, e il suo autore non si è mai mostrato troppo incline a farla tornare alla luce; soltanto dopo mesi di discussioni si è fatto convincere a un restauro per una pubblicazione in Dvd nel 2003.

GLI OMAGGI Per via della sua aura mitica, sono stati in molti a omaggiare nel corso degli anni questo cortometraggio assolutamente unico. Tra questi la band degli Snow Patrol che l'ha usato come video musicale, e quella dei Phoenix che lo ha utilizzato come visual durante i suoi live. Jay Leno ne parla in un cortometraggio in cui guida per le strade di Los Angeles, mentre il solito Jeremy Clarkson lo ha preso come ispirazione sia per il suo The Italian Job che per una puntata di The Grand Tour.


Pubblicato da Federico Sardo, 19/04/2020
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