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Targa Florio

Targa Florio 2016: la 100esima edizione regala emozioni forti


Avatar Redazionale , il 09/05/16

7 anni fa - La gara più antica del mondo festeggia la 100esima edizione. Noi eravamo li

In Sicilia la Targa Florio la chiamano "a Cursa". Dopo averla vissuta da dentro posso dire di esserne rimasto stregato

"A CURSA” Devo tenere le dita premute sulle orecchie per evitare di diventare sordo. Osservo incredulo due meccanici che senza tappi, a pochi centimetri dagli scarichi, continuano a far salire di giri il 12 cilindri contrapposti della Alfa Romeo 33 TT/12 che urla fino a 11.500 giri. Il baccano è infernale. Dall’altra parte della strada risponde una Porsche 906 con il suo flat six che gorgheggia come un orso nella caverna. Ovunque volga lo sguardo vedo pimpanti vecchiette dal passato glorioso, scintillare sotto il sole siciliano. Il cuore batte forte.

GESTI DIMENTICATI Fumo, odore di benzina, c’è chi pulisce le candele, chi spinge l’auto che fatica a partire, chi aspetta le scarpette da gara del mitico Ciccio di Cefalù. Fervono i preparativi ma il clima è rilassato. Le più belle auto del mondo sono qui. Dalle granturismo stradali ai prototipi da corsa, angusti loculi su ruote con più di 500 cavalli, pneumatici posteriori larghi come un tavolino da bar che di elettronica non hanno mai sentito parlare, figurarsi di sicurezza. Lo avrete capito ormai, sono alla mitica Targa Florio ("a Cursa" come la chiamano qui), e questa è la tappa più affascinante: l’historic Speed.

IO SONO LEGGENDA Poi ci sono loro, canuti vecchietti dal piede ancora dannatamente pesante che non ne vogliono sapere di andare al parco con i nipoti e a dar da mangiare ai piccioni. Sono Arturo Merzario, Sandro Munari, Nino Vaccarella, Vic Helford, Jacky Ickx, Gijs Van Leep, Andrea De Adamich (solo per citarne alcuni) che, con una naturalezza disarmante, si calano dentro abitacoli che paiono tenuti insieme per miracolo. Come diavolo fanno, lo sanno solo loro. Li osservo mentre si stringono il cinturino del casco; qualcuno addirittura continua a fumare la pipa sulla griglia di partenza. Che gente! Così si correva una volta, così fanno anche oggi. L’imperativo categorico è uno solo: gas a palla per i 6 chilometri sui colli delle Madonie

AL SEGUITO DELLA CAROVANA La mia personale Targa Florio (al seguito dei partecipanti), parte con una ultrapotente e modernissima Porsche 991 Turbo S che mi ha accompagnato per tutta la gara. Che posto magico la Sicilia. Non so quante volte mi sono innamorato davanti al paesaggio che correva veloce dal finestrino dell’auto. Con 580 cavalli, poi, è tutta un’altra storia. L'avventura inizia a Palermo, in Piazza Verdi, sotto gli occhi curiosi di migliaia di appassionati.

LA FESTA DELLA TARGA L’entusiasmo è tale che più che una gara sembra una festa. Da non credere. Donne, uomini, famiglie, vecchietti e bambini, tanti bambini che urlano e fanno foto con il cellulare del papà come se avessero visto Babbo Natale. Ecco il ricordo più bello di questa avventura durata un week end.

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DAY ONE Prima tappa. Dalla statale che costeggia la costa ci si addentra nell’entroterra verso Scillato, Castellane Sicula, Castelbuono e poi Cefalù per tornare sul mare a Campofelice di Roccella per un totale di 330 chilometri. C’è il sole ma la temperatura è ancora mite. Ci ritroviamo tutti durante la pausa pranzo. Gli equipaggi chiacchierano, c’è chi si lamenta, chi è soddisfatto. Per tutti però c’è il grande punto interrogativo dell’asfalto. Mai regolare, spesso interrotto da cantieri o rattoppi che lasciano scalini alti come un vocabolario o se va male come una Treccani intera. Gli avvisi ci sono ma si va così forte che vederli è praticamente impossibile. Non vi dico la gioia per le sportive d’epoca, Turbo S compresa. Ho benedetto i carboceramici e il sistema che solleva il muso di 4 centimetri non so quante volte.  

DAY TWO Seconda tappa. Partenza da Palermo direzione Corleone, giù fino ad Agrigento per poi tornare a Palermo via Sciacca, Poggioreale e Partinico. 400 chilometri di curve e stradine che solleticano il piede destro e mettono alla prova la superba trazione integrale della Turbo S. E’ la tappa più stressante per mezzi e piloti, che in più di un’occasione hanno incrociato mucche e capre che pascolavano proprio dietro la curva. Sono andato vicino all’infarto un paio di volte. A bordo strada una Porsche 356 rossa è rimasta coinvolta in un leggero tamponamento. Nessuno si è fatto male, a parte il cuore del proprietario.

PASSAGGI STRETTI Quando hai una sportiva larga poco meno di 2 metri non è una passeggiata passare per strade appena più larghe con muretti e vecchiette sedute al sole. Fortuna che le quattro ruote sterzanti permettono di svoltare anche dove pensi sia impossibile. Un gruppetto di ragazzine filma il passaggio della piccola carovana di Porsche 911 a trazione integrale, 3 auto in tutto. Urlano, si esaltano, “portateci con voi” gridano. Chissà per chi ci avranno scambiati. Il merito è della turbona, ovvio!

LA STORIA SU 4 RUOTE La tappa conclusiva inizia a Floriopoli, tre le storiche tribune di Cerda. Un salto indietro nel tempo, quando tutto iniziò. Per la cronaca i vincitori della 100esima edizione, sono Giovanni Moceri e Daniele Bonetti su FIAT 508 C del 1939, seguiti da Andrea Vesco e Andrea Guerini su FIAT 508 S BALILLA SPORT del 1934. Al terzo posto Mario Passanante e Anna Maria Pisciotta su FIAT 1100 103 E/ del 1955. So che adesso sembrerò banale ma per me a vincere è stata la passione, quella vera, che ormai è sempre più difficile da trovare nelle competizioni moderne. Un dono da conservare come il più prezioso dei gioielli. Non ci credete? Date un occhio alla ricchissima gallery. 

 

Pubblicato da Marco Rocca, 09/05/2016
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