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Tecnologia in auto

BMW fa pagare i sedili riscaldati? Spuntano i primi “pirati” automobilistici


Avatar di Claudio Todeschini , il 26/07/22

1 anno fa - Servizi in abbonamento, il caso BMW: la pirateria arriva anche in automobile?

Servizi in abbonamento, il caso BMW: la pirateria arriva anche in automobile?
Si assottiglia sempre di più il confine tra prodotto fisico (l’automobile) e digitale (i servizi a pagamento), e c’è chi cerca di ribellarsi

Non ruberesti mai un’auto”, recitava il primissimo spot anti pirateria che veniva proiettato al cinema prima dell’inizio di un film. “Non scaricheresti mai un’auto”, è poi diventato l’inevitabile meme che ne è seguito. Un meme che faceva ridere per l’assurdità dell’idea... Almeno fino a oggi.

SEDILI CALDI È di un paio di settimane fa la notizia che BMW ha iniziato a sperimentare - per ora solo in Corea del Sud - il primo servizio in abbonamento per i sedili riscaldati. I clienti della casa dell’Elica possono riscaldarsi il fondoschiena pagando 18 dollari al mese, oppure 415 dollari una tantum per sbloccare a tempo indeterminato questa funzionalità sulle loro BMW nuove di pacca. 

BMW NON È L’UNICA La casa di Monaco non è la sola a muoversi in questa direzione, e molte altre - in particolare i costruttori premium - stanno già lavorando a servizi analoghi. Si possono già oggi acquistare separatamente alcune app per l’infotainment (come il navigatore sulle auto del gruppo Volkswagen). La differenza, nel caso di BMW, è che il cliente non paga per un extra, paragonabile a un accessorio aftermarket, ma per la possibilità di attivare un servizio che è già fisicamente presente - e funzionante - sull’auto. Rendendo sempre più sottile il confine tra possesso e licenza. Un confine che si è sfumato sempre più negli anni nell’ambito dei videogame, dei film o della musica: basta non rinnovare l’abbonamento a Xbox Game Pass, Netflix o Spotify, e tutti i loro contenuti smettono di essere disponibili. Allo stesso modo, saltare un canone mensile a BMW significa salire in auto, magari in una fredda mattina di dicembre, e ritrovarsi con le terga al gelo.

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LA REAZIONE Prevedibilmente, alcuni automobilisti e officine poco inclini a questo modello di business si sono già attivati e stanno cercando di capire come aggirare i sistemi che permettono di accedere ai sedili riscaldati delle BMW. Un po’ come accadeva trent’anni fa per chi “modificava” le PlayStation, insomma: si paga chi sblocca il servizio, ma comunque molto meno di quanto costerebbe farlo legittimamente, e senza che BMW intaschi un centesimo

NON È LA PRIMA VOLTA Anche questa non è una novità: da quando l’elettronica è entrata a far parte delle auto, c’è chi ha trovato il modo di metterci mano, per esempio aumentando la potenza di un motore, come nel caso della Nissan GTR del 2007: il primo modello aveva 480 CV, mentre gli ultimi ne vantavano ben 560. Un valore che si poteva raggiungere semplicemente intervenendo sui parametri della turbina. Lo stesso valeva per le Audi R8 e le Mercedes C63 AMG, con potenze limitate dalla centralina.

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LE DOMANDE LEGITTIME Al di là della legittimità degli interventi pirata (spoiler: sono illegali) sulle auto, il modello di abbonamento di BMW solleva alcune importanti questioni a lungo termine: cosa succede se tra qualche anno BMW dovesse decidere di interrompere il servizio, magari perché economicamente non sostenibile, oppure poco remunerativo, oppure perché nascono nuove formule più efficaci? Cosa rimarrebbe in mano al proprietario dell’auto?


Pubblicato da Claudio Todeschini, 26/07/2022
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