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Non chiamatela semplicemente “automobile”


Avatar di Claudio Todeschini , il 13/09/20

3 anni fa - Come mai acquistiamo un’automobile, come la viviamo | Editoriale

Come mai acquistiamo un’automobile, come la viviamo | Editoriale
Un mezzo come un altro per andare a lavorare, un modo per esprimere se stessi, oppure per sognare. L’automobile è tutto questo, e molto di più

CUORE O TESTA A volte basta uno sguardo, ed è subito amore. Non serve perdere tempo, né stare a fare i conti. Il cuore vince sempre, e non importa se le rate saranno più alte di quelle che il budget teoricamente permetterebbe. A volte invece serve più ragionamento. La scintilla non scatta, ma sai che potrebbe farlo da un momento all’altro. Sei convinto, ma non del tutto. Altre volte ancora perdi mesi interi a leggere articoli, a guardare video e comparative, a studiare ogni dato tecnico e misura per capire che è proprio lei, e nessun’altra, l’auto che fa per te.

Editoriale: cosa c'è dietro l'acquisto di un'automobile Editoriale: cosa c'è dietro l'acquisto di un'automobile

UN MONDO DA VIVERE Acquistare un’automobile è molto più che entrare in possesso di un oggetto. Non è come comprare una maglietta, o un nuovo mouse per il computer. Lo sanno bene le case, e lo sanno ancora meglio le agenzie pubblicitarie, che mai e poi mai descrivono solo un’automobile nei loro spot e nelle loro campagne promozionali, ma raccontano sempre qualcosa. Dietro l’acquisto di un’auto c’è tutto un mondo di emozioni, di sensazioni, di scelte e di modi di vivere. Quello che scatta, nella nostra testa, nel momento in cui decidiamo di acquistare una macchina, nuova o usata che sia, è diverso per ciascuno di noi. E nasce proprio da come interpretiamo e “viviamo” l’automobile. 

Editoriale: il nostro rapporto con l'automobile Editoriale: il nostro rapporto con l'automobile

SOLO PER LAVORO C’è chi, come mia moglie, la concepisce come un mero strumento per andare dal punto A al punto B, tipicamente il posto di lavoro. Serve anche per andare a fare la spesa, qualche commissione, e la sua funzione si esaurisce più o meno lì. Certo, la linea deve piacere, il colore pure (lei non ha avuto dubbi, e io l’ho assecondata con entusiasmo: giallo), ma tutto il resto è un di più. La chiusura centralizzata c’è, ma solo perché è di serie. La radio è il modello base, con due casse nelle portiere anteriori. La benzina? Si fa solo quando la spia gialla è accesa da un paio di settimane. Il “biiiip” che assorda ogni volta che si accende il quadro e che ti ricorda che è giunto il momento di fare il tagliando? Un fastidio che si può rimandare serenamente al prossimo mese. Ogni mese. L’autolavaggio? Uno sfizio che ci si può togliere una volta all’anno, proprio perché si deve.

PER VIAGGIARE C’è chi invece, come me, considera l’automobile un elemento cruciale della propria vita: ne ha sempre fatto parte, fin da quando ero piccolo. Ne conservo ancora una visione forse ingenua, da un certo punto di vista: una promessa di libertà, di poter andare dove ti pare, di poter uscire dal piccolo paese e raggiungere la grande metropoli, o destinazioni ancora più lontane, con il finestrino abbassato e la radio a tutto volume. Evito di usarla, se posso, preferendo in ogni possibile modo le scarpe o le ruote di una bicicletta. Ma quando la uso, devo sentirmi a casa mia. Devo avere tutto come piace a me, tutto al suo posto, perché sono comunque uno pratico. Non mi interessano più di tanto velocità o prestazioni pure: mi divertono, certo, ma il mio obiettivo è godermi il viaggio. Perché ogni viaggio è sempre un’esperienza.

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L’ADRENALINA C’è chi invece cerca nell’automobile il divertimento, le prestazioni, quella scarica di adrenalina che solo un’accelerazione bruciante sa regalare, la voracità nel mangiare metri d’asfalto come nessun altro. E non è un vezzo di pochi, al contrario: la macchina è da sempre simbolo di potenza e velocità, come ci racconta il motorsport. Una delle più grandi intuizioni dell’industria automobilistica moderna è aver reso accessibili anche ai comuni mortali potenze e velocità solitamente riservate a chi poteva permetterselo. E non parlo solo della Golf GTI: per la mia generazione, quella dei boomer, le auto che hanno contato davvero sono state la Uno Turbo, la Renault 5 Turbo, la Peugeot 205 GTi e compagnia rombante. Da allora, e non è un caso, più o meno tutte le case hanno a listino almeno una piccola “pepata”, perché per gustarsi il piacere della guida le dimensioni non contano.

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DA VIZIARE Ci sono gli appassionati, quasi feticisti, per i quali l’automobile è un oggetto da coccolare, da tenere “da conto”, come diceva mia nonna: va curata, pulita, tenuta al riparo dalle intemperie. A lei si dedicano attenzioni che manco ai figli (non prendetemi sul serio, vi prego!), o alla propria casa, e ognuno se ne prende cura in maniera diversa. C’è chi si consuma il gomito passando mani di cera, chi spende per nuovi cerchi in lega che valgono più dell’auto stessa, chi si accontenta di coprisedili pescati dal cestone delle offerte all’ipermercato, chi ammorba l’aria con deodoranti improbabili, o chi si fa scoppiare le orecchie con impianti stereo da 2000 W. Quello che accomuna tutti, però, è la passione per il “mezzo” (cit. Il pagante), la voglia di sentirlo proprio, di trasformare un oggetto di serie in qualcosa di unico, di personale, foss’anche solo per un piccolo dettaglio all’interno dell’abitacolo.

ESPRESSIONE DI SÈ C’è chi nell’auto vede uno status symbol, un modo di essere, uno stile, lo specchio di quel che si è o di quel che si vorrebbe essere. A volte per lavoro, più spesso per piacere personale. Ed è una scelta che può riflettersi nelle forme della carrozzeria, nel lusso degli interni, o magari nella scelta di una motorizzazione verde. Volendo, perché no, tutte queste cose insieme

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COMUNQUE PER TUTTI Se una cosa non manca, in questo stranissimo e indimenticabile 2020,è la capacità del mondo dell’automobile di rispondere ai bisogni e alle esigenze di chiunque. Che voglia solo andare a fare la spesa, desideri ridurre la sua impronta inquinante sul pianeta, o scoprire quanto a fondo si può premere il pedale dell’acceleratore. E per voi? Cosa rappresenta per voi l’automobile? Cosa andate cercando, quando entrate in concessionaria? Vi ritrovate in una delle categorie qui sopra, o ne avete una tutta vostra? Siamo curiosi: fatecelo sapere!


Pubblicato da Claudio Todeschini, 13/09/2020
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