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Lincoln MKR


Avatar Redazionale , il 16/01/07

17 anni fa - Quattroporte, quasi coupé, aria glamour

Partendo dalla meccanica Mustang la Lincoln introduce elementi stilistici futuribili e cita antiche calandre del casato. Quattroporte, quasi coupé, aria glamour ma anche lusso e muscoli senza sensi di colpa. Motore a bioetanolo e materiali riciclabili giustificano il ritrovato orgoglio. Che brilla, insieme al marchio, nella cupola vetrata sopra le teste dei passeggeri.

LUXURY Il percorso era già stato avviato. Lincoln, brand luxury nella galassia dell'ovale blu, procede spedita verso un nuovo concetto di alto di gamma. Meno a stelle e strisce e più sportivo. Ammiccando ai giovani o a chi vuol sentirsi tale. Partendo dalla Mustang si spalanca la bocca della MKR. Che sembra la reinterpretazione della Mercedes CLS, come la farebbero gli americani dopo essere andati a scuola di berline dagli europei. Stile sfrontato ma anche occhio attento a soluzioni ecocompatibili nel motore e nella costruzione. Importante due volte: perché anticipa il family feeling di domani. E perché, se mai la facessero,completerebbe la gamma, ammiccando ai cuori sportivi.

IL SOGNO DI HORBURY Dietro la mascherina a V che sembra una nave vichinga, e più in generale dietro a tutte le linee dei prodotti "americani" del gruppo Ford si nasconde Peter Horbury. Ex Volvo e di natali Inglesi. Ora fa la punta alle sue matite Oltreoceano e, per Lincoln, si è inventato una formula ricostituente che neppure il Dottor Chenot. Non che mancasse la tradizione o il posizionamento. Fate un giro a bordo di una limo negli States e, se chiedete all'autista che auto sta guidando vi risponderà laconico: Lincoln. Come dire, basta la parola. Certo che l'immagine stilosa e sportiveggiante delle superberline tedesche, quella no, proprio non c'è mai stata.

REVOLUTION La rivoluzione quindi, anche se non copernicana, si tocca con mano. Quattro posti e quattro porte ma per il resto la tradizione è destrutturata. Ai fianchi della doppia griglia anteriore sorridono sornioni due occhi al led, affilati che sembrano rubati da Tokyo e dintorni. La vista di tre quarti frontale è alleggerita dal parabrezza che non trova la fine nel tetto, anzi continua. E le ruotone da 21 pollici parlano di curve da mordere, più che di highway americane e rettilinee senza soluzione di continuità. La superficie del cofano è bella piatta e levigata, si innerva solo in prossimità del frontale al centro per accompagnare la stella Lincoln. E in corrispondenza dei passaruota.

QUASICOUPÈ La vista laterale conferma la sorpresa. Non siamo di fronte ad una muscle car, ma a linee possenti e pulite, che nascondono le porte e le dimensioni senza esagerare neppure in cromature. Solo la branchia laterale, reinterpretata sempre con il marchio Lincoln, interrompe la pulizia formale. Il lunotto va giù sparato quasi come su una 2+2 e si raccorda alla diagonale del terzo volume. Affettato come un salame e solcato dai fanali posteriori, sottili come sulle Alfa degli Anni 90. La stella Lincoln, inevitabile, fa da sigillo.

TRATTI COMUNI La presenza scenica della MKR è indiscutibile. Poi può piacere o non piacere perché, anche se affinata la sfacciataggine, sempre un'auto americana rimane. Come si notano i tratti comuni imposti da Horbury al design di Casa. Che si articola in tratti levigati e tendenti a smussare gli angoli e le dimensioni, per poi riprendere i valori chiave del marchio. Aria da pick up sulle nuove Ford, la presenza scenica del marchio e della mascherina sulle Lincoln. In questo caso si può anche ritrovare, alla lontana e nella calandra, qualche reminescenza della Continental Cabriolet del 1941. Di sicuro c'è un look giovane, che recepisce modernità e abitudini del consumatore contemporaneo. Vedremo i risultati al botteghino.

CUPOLONE Al look futurista contribuisce non poco la cupola vetrata che unisce anteriore e posteriore. I bonus di questa soluzione, oramai diffusissima, si conoscono. Più luce, più visibilità e sensazione di spazio. L'esclusività del concept, in questo caso, si manifesta con una vetrata che sembra un'opera d'arte di antichi, o moderni, mastri vetrai. La stella del brand solca le trasparenze e, per soprammercato, si illumina. Il cielo Lincoln sopra di voi, chissà se ci hanno pensato a scriverlo dentro l'abitacolo.

COSCIENZA PULITA Se sopra le teste c'è il cielo Lincoln,la coscienza pulita rallegra i sentimenti. Propulsore a bioetanolo e interni in legno riciclato parlano un linguaggio nuovo, ma che oramai sembra appartenere a tutto l'universo automobilistico. Nessuna rinuncia alle prestazioni e al lusso ma anche responsabilità sociale. In modo da dormire tranquilli la notte e non temere occhiate di disapprovazione per aver scelto un lusso troppo estremo.

CAVALLI E CENTIMETRI CUBI Tante nuove idee affiancano il sempiterno motto stelle e strisce "non c'é nulla come i centimetri cubi". In leggero calo, a dire il vero. In questo caso sono 3.500 centimetri cubi e 415 cavalli che escono da un neppure esagerato V6 twinturbo e con iniezione diretta. Fiore all'occhiello la tecnologia twin Force che, vanto della Casa, consente di ottenere potenze ed erogazioni altrimenti riservate a V8 e cilindrate attorno ai 6 litri. Gli americani a volte sorprendono, tanto che hanno pure addomesticato la bocca del motorone, facendola diventare buona e ghiotta, tanto di benzina quanto di bioetanolo e85 (85% di etanolo e il 15% di benzina).

PNEUMATICI FIRMATI Anche alla voce piacere di guida si nota una rinnovata attenzione. Le sospensioni posteriori sono indipendenti, mentre all'anteriore c'é un McPherson, i cerchi tutti cromati calzano dei pneumatici Michelin che, in esclusiva, portano sul battistrada le stimmate del marchio Lincoln. Che Mr Horbury sia lievemente ossessionato? I freni sono italianissimi Brembo.

ECOMINIMALISMO Rimangono gli spazi abitativi. Chiamati anch'essi a prefigurare gli abitacoli di domani della casa. Dominano i chiaroscuri, per creare un effetto di lusso arioso. Con un certo minimalismo, nelle cromature e nella mancanza di ricchezza ostentata. Spettacolare, comunque, la consolle centrale che divide in due parti l'abitacolo e i gusci dei sedili, che sembrano due pezzi da Salone del Mobile e regalano un effetto "ceramica". Il giusto spirito è assicurato dall'utilizzo di legno riciclato. Non mancano soluzioni multimediali e hi-tech in linea con i tempi futuri e le esigenze della Net generation.

ILLUMINOTECNICA In un mercato sempre più selettivo, dominato da clienti dal palato fino, non basta fare buone auto. Bisogna curare anche i dettagli, quelli che magari con ruote, motori e frizioni c'entrano poco. E invece contano. La MKR offre un'illuminazione interna all'avanguardia, che coccola i passeggeri. S'illuminano d'immenso i pannelli porta, i sedili, la strumentazione, noblesse oblige, e dulcis in fundo la stella sul tetto. Per risplendere di luce propria nel firmamento delle auto di lusso. Basterà?

Lincoln MKR Concept - scheda tecnica

Motore 3.5-litri V-6 TwinForce
Lunghezza 5,00 metri
Passo 2,86 metri
Larghezza 1,91 metri
Altezza 1,33 metri
Freni Brembo con ABS e traction control
Sospensione Anteriore McPherson con barra stabilizzatrice
Sospensione Posteriore A ruote indipendenti


Pubblicato da Luca Pezzoni, 16/01/2007
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