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Lincoln Navicross


Avatar Redazionale , il 23/01/03

21 anni fa -

Something wrong: qualcosa non quadra per dirla all'americana. Nel Salone degli eccessi, dove motori e carrozzerie targate USA hanno sfilato nel nome del gigantismo su ruote, quest'auto, non ancora in produzione, appare infatti quasi delicata. Quasi europea.

Nel grande circo dell'auto-culturista, con i parafanghi che sembrano bicipiti in tensione e le prese d'aria addominali scolpiti, la berlina marchiata Lincoln è tremendamente normale. Certo, tutto è relativo. Perché se la portaste in un parcheggio italiano, vi accorgereste con un certo imbarazzo che questa americana è comunque tre centimetri più lunga, per esempio, di una station wagon Volvo. Ma la Navicross, se verrà prodotta, entrerà solo nei garage degli States. E lì sarà una medium-size.

Per i progettisti dalle cui teste è nata questa concept - che ora attende il giudizio dei potenziali futuri acquirenti - non esiste ancora un "genere" in cui collocarla. Una SUV? E' vero, può andare dappertutto (leggete più sotto cosa c'è sotto il cofano e capirete), ma la linea non è così aggressiva. Una berlina? No, è un po' troppo alta, anche se i tre volumi ci sono e dentro sembra un salotto. Una coupè? Troppo grande. La tentazione di parcheggiarla nel limbo delle crossover è alta, ma forse ci sarà già qualcuno che pensa alla Fusion (qui con bagagliaio sporgente), che teoricamente unisce le caratteristiche di più auto. E che per di più è Ford, la Casa Madre che sottintende proprio il marchio Lincoln.

Ma sì, chiamiamola allora "Fusion da americani", viste le dimensioni: lunghezza 4 metri e 74, larghezza uno e 86, altezza un metro e mezzo, passo di 2 metri e 90. E quel bisonte acquattato sotto il cofano: un otto cilindri a V di quattromiladuecento cc, con trentadue valvole e trasmissione automatica a cinque rapporti (con funzione sequenziale-manuale). Questa miscela tra una berlina sportiva, una wagon aggressiva e uno Sport Utility addolcito nelle forme, poggia su ruote enormi, 255/50 con cerchi da 20, alle quali è affidata la trazione integrale permanente.

Tutto questo ben di Dio è però discretamente mascherato da una carrozzeria dalle linee semplicissime: date a un bambino di sette anni una matita e forse la disegnerà uguale (dimenticando, anche lui, i paraurti: dove sono?). Eppure, così normale da sconfinare in una sua personalissima bellezza. Nella quale c'è spazio per soluzioni coraggiose, come le quattro portiere che si aprono a finestra e con un angolo di 90 gradi: in un antro simile, abbattendo i sedili posteriori, potrebbe entrarci una madia d'epoca, o una sposa con strascico di tre metri (ehi, adesso non abbattete i sedili anteriori!). Non mancano il tetto trasparente ultra panoramico, perchè in America ci sono un sacco di cose da vedere. E il bagagliaio con tanto di ribaltina, che fa molto pick-up.

Dentro, la Lincoln Navicross, è comunque una bella senz'anima. Perfetta ma asettica, con il "cruscotto intelligente", le poltrone regolabili e quasi stilizzate, i rivestimenti bicromatici beige-bordeaux. Ve lo immaginate un cracker che si sbriciola in un abitacolo simile?

La Navicross è per ora una scommessa: se piacerà, uscirà dalle catene di montaggio nel 2005, con il nome di Lincoln LS. Ma la concept car della Lincoln è anche un piccolo mistero: cosa ci faceva al Salone di Detroit? Lei, auto quasi normale, tra berline sgraziate e cattivissime, pick-up immensi, SUV che parevano carri armati. Something wrong...


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Pubblicato da Boc , 23/01/2003
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