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Suzuki Hustler Hybrid? Sembra l'Hummer dei puffi. La prova


Avatar di Emanuele Colombo , il 24/11/23

5 mesi fa - Il test in anteprima della Suzuki Hustler, che somiglia alla Hummer H2

Suzuki Hustler Hybrid 2024 potrebbe arrivare in Italia: in anteprima la prova della kei car giapponese, ultra-compatta e low-cost

Peso ridotto, piccola cilindrata, ingombri ai minimi termini: così sono fatte le ''kei car'' giapponesi, dove kei è l'abbreviazione di keijidōsha, una parola che in lingua locale significa ''veicolo leggero''. A casa loro rappresentano il 36% del mercato (dato del 2022), perché hanno diritto a forti sconti su bollo, assicurazione e oneri vari. Oltre a essere super-pratiche e a consumare pochissimo: una soluzione estremamante razionale al problema della sostenibilità, tanto ambientale quanto socio-economica e del traffico. Suzuki medita di portarle in Italia, a partire dalla Suzuki Hustler Hybrid: qui sotto la video-intervista con Massimo Nalli, Presidente e Amministratore Delegato di Suzuki Italia. Più in basso, pregi, difetti e opinioni dopo la prova su strada.

DESIGN E INTERNI

La guardi e rimani confuso: la Suzuki Hustler 2024 Hybrid sembra la versione ridotta di un'auto più grande. In particolare c'è una certa somiglianza con la Hummer H2, specie al posteriore, dove la scritta Hustler è incisa in una piastra cromata dalla forma di H. Economica, ma non certo povera, la Hustler è un vero gioriellino, che ti conquista per una cura del dettaglio sopra la media, in pieno stile giapponese. Belle le cromature che impreziosiscono i fanali; bellissimo l'effetto della verniciatura bicolore, che interessa anche il terzo montante alleggerendo il look della fiancata. A uno sguardo distratto potrebbe pure sembrare che la Hustler abbia la capote in tela di certe Jeep, anche se sulla Suzukina il tetto è di solida lamiera.

IL RAZZO È DI SERIE Interessante la plancia, molto diversa da quelle che si vedono di solito. Non c'è nulla di avvolgente, qui, ma un cruscotto dalla linea orizzontale sotto al quale sono incastonati tre elementi di forma circolare, schiacciati sopra e sotto. Incorniciano la strumentazione, lo schermo a centro plancia per l'infotainment (che sull'esemplare in prova non è montato, perché in giapponese non mi aiuterebbe granché, mi dicono) e una sorta di vaschetta portaoggetti aperta, che si agguinge al consueto cassetto portaguanti ricavato più in basso. Non mancano climatizzatore automatico, sistema keyless e una strumentazione mista completa e ben leggibile, con tachimetro analogico affiancato da uno schermo digitale configurabile per contagiri e computer di bordo. Il freno a mano è... a piede: con un pedalino a sinistra e rialzato rispetto a quello del freno, di tipica scuola americana e che mi riporta di nuovo alla mente il famoso Hummer H2. Tutte le plastiche sono a nudo, ma di buona qualità e montate con precisione. Sistema telematico per la chiamata automatica di emergenza? In Giappone sono più pratici e vicino alla portiera del passeggero anteriore hanno messo un razzo di segnalazione tipo Bengala: se hai un incidente lo spari verso l'alto per chiedere soccorso.

LA LAMPADA DEL GENIO L'interno della Hustler è concreto e di una razionalità sconvolgente, per i canoni europei: sconvolgente perché ottiene il risultato di lasciare una quantità di spazio che, semplicemente, risulta inconcepibile. Abituati come siamo ad auto sempre più grandi fuori e sempre più piccole dentro, per via di arredi avvolgenti e lamierati ipertrofici, sedersi a bordo della Hustler fa sorgere più di un dubbio. Le porte sono sottili, così come i sedili, e l'altezza notevole, rispetto alla larghezza del veicolo. Non avranno sacrificato la sicurezza? Niente affatto: le kei car non vanno confuse con i quadricicli e le microcar nostrane. Sono auto vere e proprie che conquistano 4 stelle ai crash test giapponesi, molto vicini a quelli europei (video qui sopra). Anche per merito dei 6 airbag che trovo a bordo e che coprono anche i finestrini posteriori. Sta di fatto che in un'auto più corta di 30 cm e più stretta di 20 cm rispetto alla Fiat Panda, con il sedile lato guida regolato per il mio metro e settantotto, se mi siedo dietro ho uno spazio che va dal buono all'esagerato, grazie ai sedili posteriori scorrevoli, reclinabili e regolabili nell'inclinazione.

PERFETTA PER SHARON STONE Seduto dietro, arrivo ad accavallare o distendere le gambe meglio che su un'ammiraglia come la BMW Serie 5  (qui la prova) e seduto al volante posso contare su un sedile regolabile anche in altezza, come regolabile è anche il piantone dello sterzo. Il volume del vano bagagli non è dichiarato, ma in base a una stima spannometrica con un giaccone e uno zainetto, alla massima estensione è più che adeguato ai quattro posti dell'auto e non sacrifica troppo lo spazio per i passeggeri. E reclinando i sedili posteriori si ricava un piano perfettamente allineato, a prova di pomeriggio all'IKEA.Tanto spazio si deve ad alcune soluzioni dettate dal buon senso, solo più impegnative per i designer da vestire a dovere. E più impegnative per gli ingegneri da far funzionare bene tra le curve e sullo sconnesso. Ma come vedremo la Hustler supera la prova su strada non solo a pieni voti, ma addirittura con la lode. Le soluzioni di cui sopra vedono fianchi dell'auto verticali, a dare più centimetri all'altezza delle spalle degli occupanti, e un passo al limite delle dimensioni del pianale (246 cm), con quattro ruote minuscole - larghe appena 165 mm e calzate su cerchi in lega da soli 15 pollici - agli estremi della carrozzeria.

Suzuki Hustler, i sedili posteriori sono scorrevoli e reclinabili Suzuki Hustler, i sedili posteriori sono scorrevoli e reclinabili

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MECCANICA RAZIONALE Il motore è supercompatto e per ottimizzare la larghezza il radiatore è montato verticalmente invece che in orizzontale, come si fa sulle auto normali. E uno sguiardo sotto la vetture mostra sospensioni molto semplici e quasi miniaturizzate. Ma come vedremo molto efficaci. Davanti c'è un MacPherson con braccetti in lamiera stampata; al posteriore un prevedibile ponte torcente dai bracci molto corti, con molle minuscole ed esili ammortizzatori telescopici separati. I freni anteriori sono a disco, a tamburo i posteriori. Il sottoscocca è molto pulito e ordinato e la meccanica occupa davvero poco spazio, con l'aiuto di una cilindrata di appena 660 cc. La batteria del sistema mild-hybrid? È sotto il sedile del passeggero, come su altre ibride Suzuki.

AL VOLANTE 

Le dimensioni? Lo confesso, prima di provarla pensavo che su un'auto lunga 3,4 metri e larga 1,48 mi sarei sentito stretto ed esposto. Pensavo che le porte sottili mi avrebbero fatto sentire troppo vicino alle ruote dei camion e l'altezza di 1,68 m accoppiata alle carreggiate ridotte si sarebbe tradotta in un senso di instabilità: niente di più sbagliato. La posizione di guida piuttosto alta e raccolta mi dà una bella visuale dominante sulla strada: accanto agli autoarticolati mi sento meno in soggezione che su una spider, per dire. La larghezza ridotta (18 cm in meno di una Smart Fortwo!) fa sembrare la strada molto più larga e spaziosa, tanto sulle strette stradine di montagna quanto in città. All'incrocio con altre auto nelle curve cieche so di avere più margine di manovra per evitarle e nel traffico svicolo quasi come su uno scooter. Il raggio di sterzo? Ovviamente è molto contenuto, a tutto vantaggio delle inversioni a U e delle manovre di parcheggio.

Suzuki Hustler, volante, strumentazione, cambio e climatizzatore Suzuki Hustler, volante, strumentazione, cambio e climatizzatore

SOUND CHECK Il paragone con gli scooter è rafforzato dal cambio automatico CVT, che si comporta proprio come il variatore degli scooter a dare una guida davvero facile, anche se non proprio silenziosissima. Al semaforo premo il gas a tavoletta e il piccolo tre cilindri turbo da 660 cc si imballa al massimo dei giri, e lo stesso accade in piena ripresa nei sorpassi, mentre l'auto accelera con la sua progressione fluida e regolare. Ai 130 km/h autostradali il fonometro indica 76 db, circa 5 db in più di una BMW Serie 5, per capirci, ma il sound ha un tono piuttosto basso, che non disturba più di tanto. Insomma, anche nei lunghi viaggi non ti fa ''una testa così''. L'abbinamento tra il motore e il cambio è molto virtuoso dal punto di vista dei consumi. Con la Hustler ho superato facilmente i 17 km/l, concedendomi anche qualche chilometro di guida aggressiva su per le montagne piemontesi. Il dato di 22 km/l dichiarato sembra realistico, adottando uno stile risparmioso: in unità di misura europee siamo tra i 4,5 e i 5,9 l/100 km.

DI PIÙ NON SERVE Abituati alle auto occidentali, i 64 CV e 98 Nm di coppia possono sembrare pochi, ma con un peso di appena 830 kg e una superficie frontale ridotta, che avvantaggia l'aerodinamica, la Hustler si muove con buona disinvoltura anche in salita (la prova è stata svolta con due persone a bordo e bagaglio leggero). Non ti incolla al sedile, ma i 140 km/h della velocità massima - limitata elettronicamente - si raggiungono in un tempo ragionevole e i sorpassi non sono troppo difficoltosi: anche i lunghi viaggi sono ampiamente alla sua portata. E più di tutto sorprende il buon lavoro delle sospensioni, tanto tra le curve, quanto su dossi, tombini e pavé. La Hustler è comoda, composta e stabile oltre ogni aspettativa. E persino divertente da guidare, per uno sterzo non troppo diretto (circa 3,7 giri da un estremo all'altro), ma preciso, e per il cambio che si può comandare anche come un manuale-sequenziale a 7 marce attraverso le palette dietro al volante: un bell'aiuto per regolare la velocità nelle lunghe discese senza rischiare di affaticare i freni. Più la guidi e più la Hustler si impegna per conquistare la tua fiducia, cogliendo facilmente il risultato.

La prova della Suzuki Hustler La prova della Suzuki Hustler

PREZZI E DOTAZIONI

Come detto all'inizio, Suzuki non ha ancora deciso se importare o meno in Italia la sua Hustler, insieme ad altre kei car. Nel caso lo facesse, dovrebbe certamente ridisegnare la plancia e tutti i componenti necessari per consentire la guida a sinistra (quante volte ho azionato per sbaglio il tergicristallo invece delle frecce, ché sull'auto giapponese i comandi sono invertiti!). Prezzi e arrivo sul mercato non sono al momento prevedibili, ma a puro titolo indicativo possiamo dire che in Giappone una Hustler come quella provata vale tra 10.000 e 15.000 euro, secondo le fluttuazioni del tasso di cambio tra euro e yen. Consigli per gli acquisti? Se Suzuki dovesse importarla, prenderei in seria considerazione la versione a trazione integrale, per presentarmi a un raduno di Hummeristi e vedere che faccia fanno...

CI SONO PURE GLI ADAS Per quella cifra troviamo a bordo anche una suite di aiuti alla guida insospettabile, che comprende frenata automatica di emergenza, assistente al mantenimento di corsia, riconoscimento dei segnali stradali, monitoraggio dell'attenzione del conducente, abbaglianti automatici e cruise control adattivo con funzione stop&go. A un prezzo del genere e con le doti che ha, la Hustler sarebbe un'auto rivoluzionaria nel nostro Paese, in grado di soddisfare a meraviglia le esigenze di mobilità di moltissimi italiani: molto più di qualunque auto elettrica, a voler ben vedere. E visto che produrla richiede grossomodo la metà delle materie prime e un costo energetico ridotto rispetto a un'auto normale, che in questa fase già produce emissioni molto inferiori alle elettriche, anche l'impatto ambientale delle kei car sarebbe da soppesare con grande interesse. Green NCAP, se ci sei, batti un colpo!

SCHEDA TECNICA

Motore 660 cc, 3 cilindri, turbo, benzina, mild hybrid
Potenza massima di sistema 64 CV a 6.000 giri
Coppia massima di sistema 98 Nm
Velocità 140 km/h
0-100 km/h n.d.
Consumo dichiarato 4,5 l/100 km
Cambio Automatico CVT
Trazione Anteriore
Dimensioni 3,40 x 1,48 x 1,68 m
Bagagliaio n.d.
Peso 830 kg
Prezzo in Giappone secondo il cambio euro-yen da 10.000 a 15.000 euro

Pubblicato da Emanuele Colombo, 24/11/2023
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