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Editoriale

Elettrico e non solo: il futuro di auto, moto (e barche) secondo Suzuki


Avatar di Emanuele Colombo , il 23/07/23

9 mesi fa - Elettrico, ma non solo: il futuro di Suzuki tra auto, moto e barche

Il futuro di Suzuki, tra auto, moto e marine
Auto elettriche, moto a idrogeno, taxi volanti e bio-carburanti: il futuro secondo Suzuki non è solo elettrico

Le regole vanno rispettate, ecco perché Suzuki non si tira indietro davanti alla sfida dell'elettrificazione lanciata dall'Europa, ma anzi annuncia che lancerà 5 modelli di auto a batterie tra l'inizio del 2025 e il 2030, con la prospettiva di portare le vendite delle auto elettriche all'80%, con il restante 20% di auto ibride, per avvicinarsi a grandi passi al termine ultimo del 2035, quando non sarà più consentita alcuna emissione di CO2 da parte dei veicoli. Si parte con il SUV compatto Suzuki eVX, mostrato in forma di concept al salone di Nuova Delhi: lungo 4,3 metri, con trazione 4x4 e batteria da 60 kWh, per un'autonomia di circa 550 km. Ma il Mondo è grande e molte sono le anime di Suzuki, che non trascura le due ruote e persino le barche.

Suzuki eVX Concept, con il Presidente Toshihiro Suzuki e il CEO di Maruti Suzuki India Hisashi Takeuchi Suzuki eVX Concept, con il Presidente Toshihiro Suzuki e il CEO di Maruti Suzuki India Hisashi Takeuchi

MOTO E BARCHE

Nei programmi di Suzuki c'è uno scooter ''alla spina'' in uscita nel 2024 e altri 7 a seguire, per arrivare nel 2030 a realizzare un quarto delle proprie vendite proprio con le moto a pile pensate per i commuter (le maxi rimangono a benzina, per ora). Elettrico addirittura per i motori marini, con 5 modelli a batterie previsti entro il 2030: primo possibile mercato sono le acque confinate (i laghi, non il mare, per capirci). Ma non per questo l'elettrificazione totale è l'unica strada da percorrere.

UNA QUESTIONE EUROPEA Le regole valgono per l'Europa: è qui che è stato fissato il divieto di vendere auto che non siano 100% elettriche (o alimentate con i per ora costosissimi e-fuel) a partire dal 2035. Ma non tutti i mercati si pongono questo limite. Anzi, quasi nessuno. E comunque tra il 2030 e il 2035, anche da noi saranno opportune altre scelte tecnologiche per fare ogni sforzo possibile in tema di lotta ai cambiamenti climatici: questo il pensiero di Massimo Nalli, Presidente di Suzuki Italia, secondo cui ciascuno deve fare la sua parte, grande o piccola che sia. Ed ecco che le strategie per il futuro di Suzuki passano anche per l'esplorazione e lo sviluppo di altre tecnologie, con l'aiuto di partnership qualificate e con il sostegno alle start-up che portano innovazione al settore.

LUNGA VITA AI MOTORI TRADIZIONALI L'impegno è insomma a 360° e non prevede l'abbandono dei motori endotermici, ma anzi un loro ulteriore sviluppo. Ad esempio, a Hamamatsu si lavora sulla combustione magra: far funzionare i propulsori a pistoni con una miscela aria-benzina più povera di carburante, una strategia nota, che però è dannosa sia per il motore sia per le emissioni, se non supportata da un'adeguata tecnologia per il controllo della combustione. Che Suzuki sta mettendo a punto.

Un gommone motorizzato Suzuki Marine Un gommone motorizzato Suzuki Marine

DAI BIO-CARBURANTI ALLE AUTO VOLANTI

Altro fronte della ricerca sono i carburanti alternativi: un tema caro a gran parte dell'industria giapponese, visto che con Suzuki vi lavorano Toyota, Subaru, Daihatsu ed Eneos. Da un lato si parla di carburanti sintetici e di come ottimizzare i vari processi chimici per ottenerli. Ma soprattutto l'interesse è verso i bio-carburanti come il bio-etanolo di origine vegetale e il bio-gas, che può essere ricavato dall'industria casearia: un'alternativa per le auto a metano, che in India sono il 70%. Non manca il gruppo di ricerca HySE con Kawasaki, Honda e Yamaha, per portare l'idrogeno nel mondo delle due ruote.

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BATTERIE INTERSCAMBIABILI Con gli stessi partner, Suzuki lavora alla standardizzazione dei pacchi batterie delle moto elettriche, così da renderle interscambiabili: niente più attese per la ricarica alla colonnina, per ripartire ti basta cambiare la pila in una stazione di interscambio che provvede alle ricariche. E con le batterie esauste, prima di riciclarle, l'idea è usarle in Giappone per realizzare lampioni a energia solare.

IL CIELO È IL LIMITE Di carne al fuoco ce n'è ancora tanta: dalle auto volanti, che Suzuki intende lanciare con SkyDrive, ai veicoli elettrici per le consegne automatiche con l'australiana Applied EV, che per i suoi mezzi usa il telaio a longheroni della Suzuki Jimny; dai robot fattorini con la giapponese Lomby al veicolo per l'esplorazione del suolo lunare Hakuto-R, fino all'intesa con Moove per contribuire alla motorizzazione dell'Africa. Il panorama, come si vede, è vario e mostra un grande fermento di attività, alcune imposte dalla politica, altre gudate dalle opportunità offerte dal mercato.

SkyDrive SD-05: siglato l'accordo per produrla in una fabbrica Suzuki SkyDrive SD-05: siglato l'accordo per produrla in una fabbrica Suzuki

LA TRANSIZIONE? A PETROLIO E CARBONE

Ognuno faccia la sua parte, dicevamo, ed ecco che se il mondo dell'auto alle sfide risponde presente, c'è chi invece non rispetta gli obiettivi. Parlo del settore energia, dalla cui pulizia ed efficienza dipende in gran parte anche la reale efficacia del passaggio all'auto elettrica. Ad oggi oltre l'80% dell'energia mondiale viene prodotta a partire da combustibili fossili: petrolio, gas naturale e carbone in primis, una situazione aggravata dalla guerra in Ucraina, che ha indotto molti Paesi europei a puntare proprio sul carbone per sostituire il gas che prima compravano dalla Russia.

LA SOSTENIBILITÀ INSOSTENIBILE Nel documento World Energy Outlook 2022, l'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA) scriveva che la quota di combustibili fossili nel mix energetico globale scenderà a meno del 75% entro il 2030. La prospettiva è più favorevole di quella prevista 20 anni fa dalla Commissione Europea, che quotava i carburanti fossili a quasi il 90%, ma l'ultimo report World energy transitions outlook 2023 di IRENA, l'Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili, è chiaro nel denunciare che: ''Ogni anno, il divario tra quanto realizzato e quanto richiesto continua a crescere''.

NON SOLO EUROPA Questo perché crescono le rinnovabili, ma ancora di più cresce la domanda di energia, e l'accelerazione in questo senso sarà sempre più rapida. Rispondere al fabbisogno energetico di una società sempre più energivora - e farlo in modo pulito - è tra tutte la sfida più importante, perché da questo dipende l'impatto e i potenziali benefici di tutte le trasformazioni in atto. Senza dimenticare che, come ricordano le Nazioni Unite nel loro ultimo appello, oggi 660 milioni di persone (una popolazione dieci volte superiore a quella dell'Italia) non hanno neppure accesso all'elettricità e quasi due miliardi di persone cucinano bruciando legna all'interno della propria casa. Che la vera sostenibilità passi anche per una maggiore equità sociale? Non so voi, ma a me piace pensarlo.


Pubblicato da Emanuele Colombo, 23/07/2023
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