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PROVA SU STRADA

Kia Rio 2017: prova, dotazioni, prezzi


Avatar di Lorenzo Centenari, il 01/03/17

7 anni fa - Al volante di Kia Rio di quarta generazione, nuovi motori ed equipaggiamenti

La quarta generazione di Kia Rio muove passi avanti in termini di dinamica, design e dotazioni

ESAME DI MATURITÀ Premessa. Kia Rio 2017 è il prodotto di un Gruppo industriale da 8 milioni di pezzi all’anno (dati 2016), risultato di cui - statistiche alla mano – solo altri quattro costruttori possono vantarsi. Ormai sono lontani i tempi in cui si giudicava una coreana con l’indulgenza che si riserva agli esordienti. La nuova Kia Rio è espressione di un marchio maturo, e dalla segmento B con gli occhi a mandorla è lecito pretendere unaesperienza altrettanto “adulta”. Ebbene, le aspettative non verranno disattese, leggere per credere.

DINASTIA DI FELINI Siamo alla quarta generazione, che in termini automobilistici significa un arco temporale di un paio di decenni. 17 anni, nel caso di Kia Rio. E se l’antesignana del 2000 debuttava sul mercato con la timidezza di un gattino, la pronipote classe 2017 – due milioni di unità alle proprie spalle - ha sviluppato un carattere da lince. Le prossime Kia, giurano da Seul, saranno un branco di tigri. Quindi: pur senza provocare tachicardia, sudorazione o altri fenomeni tipici del colpo di fulmine, l’edizione in procinto di popolare anche le concessionarie italiane è indubbiamente piacevole a guardarsi. Sia all’esterno, sia una volta seduti all’ interno.

STRETCHING Disegnata in partnership tra i Centri stile di Francoforte ed Irvine in California, costruita invece in Corea ricorrendo in misura massiccia ad acciai ad alta resistenza, nuova Kia Rio risulta più lunga di 15 mm (4065 mm), più larga di 30 (1725) e più bassa di 5 (1450) dell’antenata. Va da sé che l’immagine guadagni punti in chiave sportiva, visivamente più aggrappata al suolo e dalle proporzioni più affini all’idea di movimento. Quanto al design, il frontale sfoggia come nuova Picanto un “tiger nose 2.0”, ovvero una mascherina più sottile e larga che non in passato, trait d’union tra fari a LED a loro volta sagomati con più coraggio artistico.

LA FUNZIONE PRIMA DI TUTTO Pulita anche se non banale la fiancata della Kia Rio 2017, sovrastata da montanti sottili e poco inclinati e tagliata in due da una linea di cintura perfettamente orizzontale, oltre che alloggiata alla corretta distanza dal terreno, così da non ostacolare la sacrosanta visuale laterale. Forse a Peter Schreyer, gran capo dello stile Hyundai Kia, non sarebbe dispiaciuto anche “arricciare” vetri e porte di quel tanto. Bene, siamo contenti abbia resistito alla tentazione, privilegiando la funzionalità senza per questo impoverire la “messa in piega” complessiva.

RIO BRAVO A regalare quarti di nobiltà alla vista di lato è inoltre una gamma cerchi di misure importanti (da 15” a 17”) e dal disegno geometrico riuscito. Dettagli che su una Kia dei vecchi tempi non ti saresti certo aspettato. All’insegna della concretezza, infine, il posteriore della nuova Kia Rio: essenziale e regolare la forma del lunotto, decorato da spoilerino, più verticale e ben proporzionato rispetto alla superficie intera del portellone. I nuovi fari con lampade a LED, a modo loro, donano al lato B un ulteriore tocco di classe. Non ha niente di straordinario, la Rio, eppure niente è fuori posto. Non è poco.

UN “TOCCO” DI HI-TECH Anche a bordo, il tenore di vita è in linea con gli standard ai quali ci ha ormai abituato il recente made in Korea: soluzioni semplici, ma efficaci e mai noiose. E se il quadro strumenti frontale della Kia Rio 2017 non spicca esattamente per fantasia, risultando l’elemento complessivamente meno innovativo, diverso è il discorso per il display touch da 5” che fluttua a monte della consolle centrale. L’interfaccia uomo-macchina dell’infotainment incorpora di base numerose funzioni, l’esperienza si fa tuttavia completa solo se si sceglie l’upgrade allo schermo da 7” con software di navigazione sviluppato da TomTom e connettività per smartphone Apple CarPlay e Android Auto. Utile e nitida anche la retrocamera opzionale per le manovre a gambero.

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AVANTI, C’È POSTO Trovo particolarmente pratico e intelligente il pozzetto portaoggetti ricavato su due piani a ridosso della leva del cambio: la superficie divisoria ospita una presa audio jack e una porta USB, fessura quest’ultima che compare anche ai piedi dei passeggeri di seconda fila, e per il segmento è una novità assoluta. A proposito: sulla nuova Kia Rio dietro si siede abbastanza comodi anche in tre, spazio ne avanza poco ma da una utilitaria non puoi nemmeno aspettarti di dare una festa. Bagagliaio? 325 litri e schienali ripiegabili separatamente (60:40) o completamente. Per capirci, la Rio precedente conteneva un volume inferiore del 13%.

3, NUMERO PERFETTO Il parco motori per l’Italia della nuova Kia Rio consiste, al lancio (fine febbraio), di un brillante “mille”3 cilindri turbo benzina da 100 CV e 171 Nm (1.0 T-GDI), di un più tradizionale 1,2 litri 4 cilindri aspirato da 84 CV e 122 Nm (1.25 MPI), inoltre di un turbodiesel (1.4 CRDi) da 90 CV e 240 Nm abbinato alla trasmissione manuale a 6 marce. Solo 5 rapporti invece sul tandem a benzina. Successivamente, il 1.0 T-GDI si sdoppierà in uno step da 120 CV, vestirà GT Line e adotterà il cambio a doppia frizione a 7 marce. Facile comunque immaginare un mix di vendita nettamente sbilanciato a favore delle unità alimentate a verde, anche alla luce della natura prevalentemente cittadina della Rio.

A PROVA DI PEDONE In attesa di conoscere in dettaglio prezzi e allestimenti (ipotizziamo un listino piuttosto concorrenziale, a partire grossomodo da 10.500 euro), diamo uno sguardo all’equipaggiamento. Kia Rio 2017 (ed è un’altra primizia per la categoria) adotta a richiesta l’Autonomous Emergency Brake completo di funzione “Pedestrian”, quindi con riconoscimento pedoni. L’AEB si avvale di tecnologia radar di lungo raggio e interviene sui freni fino all’arresto completo. Segnaliamo anche Lane Departure Warning System, Auto Cruise Control, sedili anteriori e volante riscaldabili, Smart Key per l’accesso e la messa in moto senza chiave. Appetitoso, come menu.

UN PO’ DI BRIO! Italiani, popolo conservatore: il motore che andrà per la maggiore (scommettiamo?) sarà il 1.25 MPI a benzina da 84 CV. Testato sui saliscendi attorno a Lisbona, le sensazioni che trasmette sono oneste in caso di guida ordinaria, persino briose qualora si affondi il piede sul gas. Già, perché la spinta arriva a un regime inferiore alle aspettative, già a partire dai 2.500 giri/minuto. Così come l’arco di utilizzo si rivela abbastanza ampio, fino a quota 6000 giri. Silenzioso, omogeneo nella crescita delle rotazioni, potente quanto basta. Le prestazioni del motore 1.25 MPI (170 km/h di velocità, 0-100 km/h in 12,9 secondi) sono amplificate da un telaio reattivo e preciso, orchestrato da toniche sospensioni anteriori McPherson e da uno sterzo assai sensibile. Uno chassis esemplare, ma che di fronte a buche e dossi si intenerisce.

ABBASSARE LA SUONERIA Scendo dal 1.2 e monto a bordo del tricilindrico 1.0 T-GDI, a mio avviso più interessante (almeno in termini tecnici). Proprio come mi aspettavo, l’assenza di un pistone si traduce in un maggiore grado di rumorosità e in un pizzico di vibrazioni in più ad arti e fondoschiena. Niente di intollerabile, comunque. Quel che invece piace, e molto, è il tiro ai bassi tipico delle unità turbocompresse. Il 1.0 T-GDI aggancia la coppia a 1.500 giri in modo abbastanza brusco, e cresce lineare sino alla soglia dei 5000. 188 km/h, 10,7 secondi al test dello 0-100. Così equipaggiata, nuova Kia Rio passa addirittura come berlina sportiva. Inserimenti precisi e uscita di curva gagliarda fanno il resto: chi l’avrebbe mai detto?

ECO-FRIENDLY Il 1.4 CRDi da 90 CV riscuoterà scarso successo, almeno alle nostre latitudini. Merita comunque una menzione per le vibrazioni contenute, il comportamento intuitivo, infine il basso impatto economico e ambientale: un piede leggero può strappare medie anche di 4 l/100 km, mentre coi benzina (col 3 cilindri turbo in modo particolare) è assai difficile scendere sotto i 6 l/100 km. Un turbodiesel, il CRDi, per chi macina migliaia di chilometri al mese. E alla propria auto chiede fatti, non…


Pubblicato da Lorenzo Centenari, 01/03/2017
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