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Prova su strada

Ford Ranger Raptor 2019: la prova del pick-up inarrestabile


Avatar di Matteo Gallucci , il 09/10/19

4 anni fa - Il veicolo commerciale che dovremmo guidare almeno una volta nella vita

Ford Ranger Raptor 2019: prova, scheda tecnica, interni, prezzo

Ford Ranger Raptor: il pick-up inarrestabile. 5,40 metri di lunghezza, 2.500 kg di peso, sospensioni da gara per saltare e 213 CV

RAPTOR EU Quando dici pick-up pensi al Ford F-150. Così amato dagli americani da essere sia il pick-up più venduto sia il veicolo più venduto in assoluto negli States. Un mezzo da lavoro così apprezzato che detta legge nel mercato perché volutamente imponente per dimensioni, peso e motorizzazioni passando dal V8 da 6.2 litri di precedente generazione al nuovo e più “ecologico” V6 di 3.5 litri da 450 CV! Numeri tanto esagerati da tener lontano dal mercato europeo questa belva con cassone. Fino ad oggi. Perché Ford ha finalmente pensato anche al Vecchio Continente creando una versione dedicata. Infatti il Ford Ranger Raptor è a tutti gli effetti una versione più “gentile” del famigerato F-150 e viene equipaggiato con un 4 cilindri EcoBlu biturbo da 2.0 litri e 213 CV a gasolio. Perché da noi la benzina costa (tanto) al litro e non (poco) al gallone.

COM’È Ovviamente le forme del Ford Ranger Raptor sono molto squadrate con la scritta Ford a caratteri cubitali sulla calandra all’anteriore a prendersi tutta la scena. È più larga di 15 cm e più alta di 5,5 cm rispetto al Ford Ranger da cui deriva. Le sue dimensioni sono imponenti: 5,40 metri di lunghezza, 2,02 metri di larghezza e 1,87 metri di altezza. L’altezza da terra arriva a 28,3 cm e capacità di guado a 85 cm. L’aerodinamica ed il peso non è certo il suo forte visto la silhouette da mattone e la lancetta fermata a 2.510 kg a secco (3.130 a pieno carico). In compenso paraurti e passaruota sono stati ridisegnati per permettere angoli d’attacco e di uscita migliori (A 32,5°, D 24°, U 24°).

IO SONO L’OFFROAD Il Ranger Raptor europeo ha sotto al cofano il 2.0 EcoBlue biturbo diesel da 213 CV e 500 Nm abbinato a un cambio automatico a 10 rapporti (di derivazione Mustang) e un sistema di trazione integrale con Terrain Management System. Questo sistema prevede sei differenti modalità di guida: quattro pensate per l’off-road oltre alle due modalità stradali Normal e Sport. Infatti al pacchetto si aggiungono i programmi Grass/Gravel/, Snow, Mud/Sand, Rock e Baja. Quest’ultima modalità è forse la più interessante perché meno comune: serve per andare forte e stabilizzare il Raptor durante i trasferimenti veloci su strada sconnessa. Le strade bianche diventeranno le nostre comode autostrade. Questo è possibile grazie agli ammortizzatori Fox con con steli da 46,6 mm, supporti rinforzati e bracci di controllo d'alluminio. I cerchi sono da 17" e calzano pneumatici tassellati BF Goodrich da 285/70 specificatamente sviluppati per questo modello (+20% di capacità off-road, + 20mm di larghezza battistrada e +62 mm di diametro), mentre l'impianto frenante è composto da dischi da 332 mm sia all'anteriore sia al posteriore. Non mancano, infine, delle protezioni per il sottoscocca realizzate con pannelli d'acciaio spessi 2,3 mm. Al posteriore, invece, troviamo un sistema di sospensioni di tipo Multilink. Una rarità per il segmento dei pick-up.

TECNOLOGIA DA BERLINA Ridurre il Raptor a semplice mezzo da lavoro sarebbe più che ingeneroso. Infatti non va solo veloce e sa essere inarrestabile quando si pratica off-road pesante ma al suo interno troviamo un abitacolo da vera automobile moderna con tutte le tecnologie de caso. Spazio ad inserti di pelle con impunture blu a contrasto e paddle di magnesio integrate dietro al volante. Non mancano, infine, dotazioni tecnologiche come l'infotainment Sync 3 con schermo touchscreen da 8", compatibile con Android Auto e Apple CarPlay, e sistemi come il controllo di stabilità con Roll Mitigation Function, l’Hill Descent Control e il Load Adaptive Control. C’è addirittura l’Active Park Assist per parcheggiare autonomamente il “bestione di 5,40 metri” senza fatica. Ovviamente non manca la frenata d’emergenza con riconoscimento pedone e il riconoscimento dei segnali stradali. C’è proprio tutto, come su una berlina di Casa Ford.

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COME VA Davanti a sua maestà dei pick-up non mi trovo disorientato, anzi, il Ford Ranger Raptor mi ispira fin dal primo sguardo fiducia e sicurezza. L’incredibile altezza da terra, gli pneumatici tassellati specifici, il sistema di sospensioni evoluto sono lì a dimostrarlo. E non preoccupatevi, non serve la scaletta per salire a bordo perché ci sono delle pratiche minigonne che sono così stabili da sembrare delle appendici simili a tavole da surf. Tutto è maggiorato, grande, comodo, bisogna solo tenere a freno quella sensazione di onnipotenza che ti assale una volta impugnato il volante. Perché in realtà quando sono seduto al suo interno sembra proprio di essere a bordo di un classico SUV dal carattere sportivo: la posizione di guida è rialzata e verticale, il volante ha un comodo listello rosso nel mezzo della corona superiore (a ore 12) per ricordarci a quanti grandi giriamo il volante e di conseguenza la posizione delle ruote. La selleria è ricoperta da un mix di pelle e Alcantara con impunture blu e nel mezzo c’è uno schermo touchscreen da 8 pollici da cui gestire tutto il sistema d’infotainment (SYNC 3 compatibile con Apple CarPLay e Android Auto). Un pick-up che fa il verso alle berline ma che può fare cose, che le berline possono solo sognare di fare. È così che affronto gli ostacoli del percorso sterrato preparato da Ford Italia. Sarebbe un percorso difficile per tutte le auto ma non per Lei. Perché l’estensione degli ammortizzatori è talmente lunga che fare un semplice twist (rimanere su 3 ruote) è complicato. È davvero maledettamente complicato mettere in crisi il nuovo Ford Raptor tanto che anche i passaggi più impervi, come forti pendenze o buche esagerate, si superano in scioltezza. E se una discesa ripida può togliere sicurezza interviene l’elettronica che in questo caso risponde al nome di Hill Descent Control e fino ai 30 km/h di velocità è la Raptor a decidere come distribuire la potenza e frenare la sua discesa. Io devo solo gestire il volante. È un gioco da ragazzi alla portata di tutti. Ovviamente ho superato tutto il percorso e ridotte inserite eseguendo la semplice e canonica procedura: mettere il cambio automatico in folle (N), ruotare il manettino da 2 ruote motrici, a 4x4 fino a 4L. Così è possibile gestire anche le marce inserendo la funzione Manual del cambio automatico e partire in seconda per gestire meglio gli esuberanti 500 Nm di coppia.

V6 VS 4 CILINDRI Qualcuno potrebbe storcere il naso. Alla faccia di Greta. Ma la scelta “ecologica” del 4 cilindri 2.0 litri bi-turbo diesel da 213 CV è la più adatta rispetto al V6 benzina da 450 CV per il mercato americano. Il motore a gasolio ha una coppia (500 Nm a 1750 giri/min) spaventosa, tanto che bisogna modulare la richiesta di potenza sul pedale dell’acceleratore e costi di gestione significativamente più bassi rispetto al potente benzina (leggasi super-bollo). Lo scatto da fermo, poi, non è affatto male visto che lo 0 a 100 km/h viene coperto in 10,5 secondi ricordandomi che sto portando a spasso 2.500 kg! Anche quando verifico i consumi la scelta del motore Diesel sembra vincente: 9l / 100 km da computer di bordo. Le 10 marce (+ ridotte), poi, aiutano nei trasferimenti autostradali visto che a 130 km/h in decima marcia sono a poco più di 2.000 giri a tutto beneficio dei consumi e comfort di bordo visto che la Raptor è inaspettatamente poco rumorosa. È vero, è pesante, ma se dovete rimorchiare qualcosa questo pick-up può rimorchiare un peso pari alla sua massa a secco; ovvero 2.500 kg.

USCITA E PREZZO Il Ford Ranger Raptor 2019 è già disponibile nelle concessionarie Ford al prezzo di 50.990 euro + IVA. Non pochi visto che l’omologazione autocarro ne limita l’utilizzo a mezzo da lavoro e i 62 mila euro richiesti risultano essere quasi il doppio rispetto al prezzo medio della concorrenza. Certo che i contenuti del Ford Raptor sono tutti di un altra categoria e spessore.


Pubblicato da Matteo Gallucci, 09/10/2019
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