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Anteprima:

Yamaha XJ Diversion 2009


Avatar Redazionale , il 08/09/08

15 anni fa - Nome noto, moto nuova.

Un gradito ritorno nelle file Yamaha: direttamente dagli anni 90 torna il nome Diversion, abbinato come in passato ad una moto che fa del miglior rapporto qualità/prezzo la sua arma migliore, seppur con linee finalmente gradevoli.

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EX TRADIZIONALISTA
In Italia la prima serie delle Yamaha XJ Diversion - quella prodotta fino al 2002 - non ha avuto un successo enorme, forse perché le moto con una meccanica semplice ed affidabile e una linea più che sobria, non stuzzicano abbastanza il nostro rinomato senso estetico. Imparata la lezione, Yamaha rispolvera questo nome per una moto che punta alla stessa fascia di mercato della sua progenitrice, ma senza dimenticare il fattore design.

SEMINUDA La Diversion 600 del terzo millennio è perciò ancora una moto semplice e adatta al neofita, oltre che presumibilmente economica in termini di prezzo di acquisto e costi di mantenimento, ma è anche un oggetto molto più curato rispetto al passato, come del resto lo sono le sue concorrenti naturali, la Honda CBF 600, la Suzuki GSF 650 Bandit S o la Kawasaki ER6. Anche se quest'ultima è l'unica a prevedere le versioni nuda e con carena completa, mentre questa XJ600 si presenta con una filante semicarenatura.


BADA AL SODO
Questa scelta appare un po' in controtendenza con quanto è offerto oggi sul mercato, ma se da una parte può far pensare ad una probabile versione completamente nuda nel futuro più vicino, dall'altro potrebbe voler dire che il cliente-tipo di questa moto è qualcuno che bada al sodo e che quindi può apprezzare la protezione data da un semplice cupolino ben progettato.

TUTTA D'UN PEZZO (D'ACCIAIO) Se, quindi, l'immagine è quella di una moto completa nonostante un prezzo competitivo (basta dare un occhio alla bella strumentazione ex FZ6), sotto le vesti c'è invece una meccanica priva di guizzi particolari. Il telaio è in tubi d'acciaio e abbraccia il motore secondo uno schema a diamante, mentre le sospensioni contano su una classica forcella con steli da 41mm e su un sistema Monocross posteriore. Con quest'ultimo abbinato a un forcellone scatolato in acciaio di rigidità adeguata, ma dalla forma piuttosto esile...


ANIMO APERTO
D'altro canto le misure caratteristiche sono piuttosto distese e prevedono un interasse di 1.440mm, un'inclinazione cannotto di 26° gradi e un'avancorsa di 103,5mm. Dovrebbero quindi garantire la giusta stabilità alla Diversion, mentre l'agilità dovrebbe essere ottenuta grazie all'utilizzo di gomme dalla sezione ridotta (160 al posteriore) e con un peso della moto relativamente basso, circa 216 chili in ordine di marcia e con il serbatoio pieno (17,3 litri).

A DIETA FERREA Vista la destinazione entry level di questo modello, questo valore non è certo stato ottenuto con l'utilizzo di materiali pregiati - e leggeri - bensì grazia ad uno studio attento di tutte le componenti più importanti. Come per esempio i freni, che derivano da quelli della FZ6 ma sono più leggeri di 180gr perché più sottili di 0,5mm, i cerchi specifici per questa XJ o il perno della ruota posteriore di diametro ridotto.

PASSO DA SPORTIVA La sua parte la fa anche la trasmissione finale, tramite l'utilizzo di una catena a passo 520, misura solitamente riservata ad applicazioni racing estreme. I vantaggi della sua applicazione sono però utili anche in un modello come la Diversion e sono riconducibili ad una riduzione delle masse non sospese gravanti sulla sospensione posteriore, sulla riduzione degli attriti e sul conseguente incremento delle prestazioni ottenibile dal motore.


IL CUORE E' DELL'FZ6
Prestazioni che, nel caso di questa XJ600 non sono fondamentali, ma nemmeno da trascurare. Ecco perché, come base di partenza per il quattro cilindri che la equipaggia, è stato utilizzato il motore della FZ6, rivisto per ottimizzare l'erogazione della coppia nei regimi medio-bassi. La potenza si assesta così su 78,1 cv a 10.000, mentre la coppia massima raggiunge un valore di 59,7 Nm a 8.500.

RESPIRA A MODO SUO
Sono valori simili a quelli della penultima serie della FZ6, quella venduta insiame alla versione S2 da 98 cavalli, ottenuti attraverso la ridefinizione di elementi come i condotti di aspirazione e scarico, il profilo degli alberi a camme e lo sviluppo di una mappatura della centralina apposita. Un contributo importante arriva poi dalla configurazione dello scarico, posto sotto il motore come impone una moda recente.


PISTONI LEGGERI
La conformazione dello scarico non è però l'unica particolarità di questo motore rispetto a quello montato sulla FZ6. Per ottimizzare l'erogazione ai medio-bassi regimi, infatti, questo quattro cilindri in linea utilizza pistoni forgiati e non fusi, che essendo più leggeri permettono una presa di giri più rapida del motore oltre a una riduzione delle perdite da attrito e del tasso di vibrazioni.

CAMBIO FACILE Visto poi che una moto di questo tipo, con ogni probabilità, andrà in mano anche a motociclisti inesperti o alle ragazze, il cambio e la frizione sono stati modificati rispetto agli elementi montati sul motore d'origine per renderli il più semplice e possibile da usare, per cui la frizione è particolarmente precisa nelle fasi di innesto e disinnesto, mentre il cambio dovrebbe offrire innesti più fluidi sia in scalata sia inserendo le marce.



Pubblicato da Michele Losito, 08/09/2008
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