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Piacere di guida

Che cosa ha a che fare Abarth con il riconoscimento facciale?


Avatar di Emanuele Colombo , il 31/10/22

1 anno fa - Emozioni in auto: Abarth le misura con il riconoscimento facciale

Abarth: lo strano studio con il riconoscimento facciale
Abarth avvia uno studio scientifico con la Loughborough University per misurare le emozioni a bordo delle sue auto

Vero studio o mossa di marketing? Sa come sia, Abarth è diventata la prima casa costruttrice a provare la tecnologia di riconoscimento facciale per comprendere meglio le emozioni vissute a bordo delle proprie auto. In collaborazione con l'università inglese di Loughborough, la casa dello Scorpione ha condotto un esperimento per misurare gli stati d'animo da guidatore e da passeggero durante la guida in pista, a bordo di un'Abarth F595, una 595 Esseesse e una 595 Competizione (qui la nostra prova): sotto l'occhio vigile di un complesso sistema di sensori, tra cui una telecamera e un software per il riconoscimento facciale, un sensore toracico di frequenza cardiaca Polar H10 e un dispositivo biomedicale da polso Empatica E4, in qualità di backup, per rilevare l'eccitazione.

Una ''cavia'' dello studio Abarth con il riconoscimento facciale Una ''cavia'' dello studio Abarth con il riconoscimento facciale

LE EMOZIONI IN CIFRE Non si è trattato di sempilici giri di pista: i partecipanti hanno affrontato sfide tra cui giri veloci, esercizi di guida di precisione e scenari di inseguimento sul circuito di Mallory Park, nel Leicestershire. Sia in qualità di guidatori sia come passeggeri di piloti professionisti. I risultati hanno mostrato che la sensazione prevalente durante un giro veloce è stata la felicità, sia al volante (31,8%) sia come passeggero (35,4%). Se alla guida era un professionista che spingeva l'auto al limite, i partecipanti hanno sperimentato brevi attimi di paura e shock (11,9%).

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UN NUOVO CAMPO DI RICERCA? ''La ricerca in questo ambito è limitata, tuttavia sospetto che all'interno dell'industria automobilistica sarà un'area di interesse crescente, che continuerà a essere esplorata, poiché i produttori si sforzano di migliorare continuamente le esperienze di guida delle loro auto'', dice il dottor Dale Esliger della Loughborough University, che ha guidato la ricerca. C'è da chiedersi quanto le percentuali ottenute con un lungo processo di raccolta dati e una successiva analisi statistica possano aiutare ad affinare le auto su aspetti già noti per via aneddotica: sembra un processo troppo lungo e costoso. Vedremo se l'indagine condotta da Abarth rimarrà un caso isolato o avrà un seguito.
 


Pubblicato da Emanuele Colombo, 31/10/2022
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