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SUPERBIKE

Max Biaggi: il racconto del suo incubo in ospedale 17 giorni dopo


Avatar Redazionale , il 30/06/17

6 anni fa - Tutta la verità su quello che ha dovuto passare l'ex Campione della Superbike

Max Biaggi: il racconto del suo incubo in ospedale 17 giorni dopo

Prima l'incidente, poi quei terribili 17 giorni in rianimazione, ecco come è andato veramente il calvario di Max Biaggi

DICIASSETTE GIORNI DOPO Sono passati tre giorni dopo che Max Biaggi ha lasciato l'Ospedale San Camillo di Roma, nel quale era ricoverato dallo scorso 9 giugno in seguito all'incidente con la moto da motard sulla pista di Latina. Nell'impatto, l'ex campione della Superbike ha riportato la frattura di 12 costole e della clavicola destra, per le quali sono stati necessari 17 giorni di rianimazione e due operazioni chirurgiche.

DOLORE INFINITO Ecco cosa ha dichiarato il Corsaro in un intervista della Gazzetta dello Sport sul periodo trascorso in ospedale: “La maggior parte del tempo l'ho trascorso sdraiato, bloccato in un lettino della rianimazione. Per 17 giorni non mi sono mosso, e nelle prime giornate non potevo neppure parlare perchè mi avevano messo un catetere venoso centrale giù per la carotide per iniettare diversi farmaci. Ho sofferto tantissimo, ogni minimo colpo di tosse erano lacrime”.

INCIDENTE RIMOSSO Per quanto riguarda l'incidente a Latina, Max Biaggi ha affermato che non si ricorda niente: “Ho rimosso tutto dell'incidente, non mi ricordo nemmeno la curva dove sono caduto. È la prima volta che mi succede dopo tanti anni di gare. La botta è stata tremenda: ho provato a rialzarmi ma mi sembrava di soffocare. Volevo che mi togliessero il casco perchè pensavo che il cinturino mi stesse strozzando: invece erano le spalle che erano collassate e mi avevano perforato i polmoni”.

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IL SILENZIO DELLA RIANIMAZIONE La parte più brutta, però, è stata sicuramente la permanenza in rianimazione, benché amorevolmente assistito dalla fidanzata. “Sul lettino non potevo far altro che pensare: ero in silenzio e potevo muovere solamente il collo. I primi giorni ero sedato, ma poi non riuscivo a dormire più di 3-4 ore. Per fortuna c'era la mia fidanzata Bianca: arrivava alle 8 e andava via a mezzanotte. È stata la mia migliore cura, il mio angelo”.

IL DONO DELLA VITA E cosa ha imparato Biaggi da tutta questa esperienza? “La vita è un dono e solo gli stupidi continuano a commettere sempre gli stessi errori senza imparare le lezioni. Quando corri ad alto livello il tuo valore di atleta compensa i rischi che ti prendi, ma quando rimane solamente la passione allora non ne vale più la pena”.


Pubblicato da Giulio Scrinzi, 30/06/2017
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