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MotoGP 2023

Dietro le quinte della MotoGP


Avatar di Simone Valtieri , il 11/09/23

7 mesi fa - Andrea Albani, Gigi Dall'Igna e Gabriele Conti ci portano dietro le quinte della MotoGP

Dietro le quinte della MotoGP
Il direttore del circuito di Misano, Andrea Albani, e i due uomini in rosso Ducati, Gigi Dall'Igna e Gabriele Conti, ci portano dietro le quinte della MotoGP

Domenica pomeriggio, ore 16. Mentre i tre piloti che hanno chiuso sul podio la gara della MotoGP stanno terminando le interviste, desiderosi di tornare nel box a festeggiare con il proprio team, i loro uomini hanno già smontato gran parte delle strutture. Il tutto verrà imballato entro sera, moto comprese, caricato sui camion che da una settimana occupano il paddock (l’area retrostante alla corsia dei box), e spedito verso la successiva destinazione... Ma perché iniziare dalla fine il nostro racconto? Perché, in realtà, è proprio qui che comincia il GP dell’anno successivo. Nelle ore e nei giorni immediatamente seguenti l’evento, gli organizzatori (la società spagnola Dorna, la FIM, Federazione Internazionale di Motociclismo, e i rappresentanti dell’autodromo e del territorio) tracciano infatti un bilancio di quanto avvenuto, discutono delle migliorie tecniche e logistiche da attuare e mettono in moto una macchina organizzativa capace di spostare il PIL e l’economia di intere aree. «La ricaduta sul territorio di un evento del genere è di circa 70 milioni di euro tra strutture di accoglienza, ristoro e merchandising», spiega Andrea Albani, Managing Director del Misano World Circuit – Marco Simoncelli, che ospita il Motomondiale da oltre 40 anni e che lo scorso anno, con 170 milioni di indotto complessivo, ha pesato per quasi il 2% sul PIL della regione.

PREZZI E PERCORSI In un primo momento viene definito il lato promozionale dell’evento, con i biglietti acquistabili con largo anticipo rispetto alla gara. «Questo perché dall’analisi sulle vendite si può capire se è necessario aggiungere tribune temporanee a quelle fisse dell’autodromo», prosegue Albani: «Il montaggio di spalti in più rispetto alle strutture permanenti, e di altre costruzioni come il VIP Village, iniziano con circa due mesi di anticipo sul weekend di gara». I promotori, al fine di incrementare il turismo nell’area dell’evento, lo sostengono sia economicamente sia sul lato pratico, organizzando una serie di manifestazioni di contorno in tutta la Rider’s Land (la “terra dei piloti”) declinazione romagnola della Motor Valley. Negli ultimi sessanta giorni l’attività si intensifica: si rifà il look della pista (si riverniciano vie di fuga e cordoli, talvolta intervenendo anche sull’asfalto) e si attua il piano di viabilità in collaborazione con Questura e Prefettura. «In tal senso una rilevante miglioria è stata la creazione dell’App MWC nella quale inserire il numero del biglietto per trasferire su Maps il percorso migliore per raggiungere parcheggio e posto in tribuna», chiosa il direttore.

CLIMA DI GARA A due settimane dall’evento, il paddock si anima con l’arrivo dei mezzi della Dorna. In primis vengono srotolati i cavi per la diretta satellitare (25 km di fibra ottica) e viene montato il cosiddetto TV compound, l’area della produzione televisiva (possibile grazie a 38 telecamere fisse e a 10 comandate da remoto). Il tutto è gestito dalla Race Control, dotata di 45 monitor ad alta definizione. La domenica prima della gara, l’attività consueta della pista – dedicata ad amatori, test privati o altri eventi – cessa e si controllano tutti i sistemi elettronici: semafori, maxi schermi, cablaggi, cronometraggio e bandiere elettroniche che si dovranno illuminare in tempo reale sulla pista in caso di necessità. Lunedì mattina il paddock inizia a riempirsi di mezzi e persone: viene invaso soprattutto dai tir dei team che parcheggiano ordinati nel retro-box e che, oltre alle moto, ai ricambi e al materiale per montare le strutture di servizio, contengono i mini appartamenti dei piloti. Inizia così l’assemblaggio delle hospitality, edifici modulari, alti talvolta due o tre piani, utili per accogliere ospiti e conferenze, o semplicemente per far mangiare personale e visitatori. Al contempo, all’interno dei box si allestiscono le paratie e i setti che serviranno a ripartire lo spazio di lavoro durante il weekend. Se si pensa che del Motomondiale fanno parte quattro classi (MotoGP, Moto2, Moto3 e MotoE), per un totale di 51 team e circa 100 piloti, e che per ogni squadra lavorano dai 10 ai 25 elementi, si comprende facilmente la portata dell’evento. A questi si aggiungono 350 commissari (o “marshal”), dislocati lungo la pista, 70 addetti al servizio sanitario, 50 all’antincendio, 400 per la sicurezza (compresi quelli che lavorano da remoto, affidandosi a 20 telecamere disposte in punti strategici dell’autodromo), senza contare i tecnici e gli addetti all’ospitalità e al catering, per un totale di migliaia di persone coinvolte.

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SI COMINCIA L’autodromo apre le porte il giovedì ai giornalisti e ai fotografi che partecipano alle conferenze e che trovano ospitalità in una sala stampa da centinaia di postazioni, tutte cablate e con decine di monitor su cui, per quattro giorni, vengono riversati dati, tabelle e immagini in diretta. Il venerdì è tempo finalmente di aprire i cancelli anche al pubblico e, per i piloti, di scendere in pista. Sono in programma due sessioni di prove per ogni categoria, durante le quali si proverà a mettere a punto la moto, ricercando il feeling perfetto con il mezzo. Per fare ciò, c’è chi rischia un po’ troppo e cade, talvolta infortunandosi. In questi casi, entrano in scena gli “angeli custodi” dei motociclisti, che operano nella struttura sanitaria della Quirónsalud, azienda spagnola titolare delle cure nel paddock, subentrata alla rinomata Clinica Mobile fondata ben 45 anni or sono dal celebre Dr. Claudio Costa. Come quest’ultimo, il Dr. Angel Charte, a capo del centro medico, è un veterano del motomondiale. Oltre a prestare un primo soccorso agli infortunati e ad attestarne l’idoneità a tornare in pista (un elicottero è pronto a trasportare nell’ospedale più vicino chi dovesse necessitarlo), il centro dispone anche di un’ala specializzata nella fisioterapia – il Quirónprevención MotoGP Healt Center – che assiste i centauri dopo le impegnative sessioni in sella, integrando il lavoro dei personal trainer.

TECNICI AL BUIO Per raccontarvi nel dettaglio cosa avviene in un box della MotoGP, abbiamo bussato alle serrande del Ducati Lenovo Team, la squadra campione del mondo in carica piloti (con Francesco Bagnaia), costruttori e team. All’interno abbiamo trovato un ambiente brulicante di tecnici che non solo assemblano e costruiscono, controllano e riparano i bolidi, ma che analizzano centinaia di dati raccolti pochi secondi prima, durante i “run” in pista. «In MotoGP la telemetria in tempo reale è vietata dal regolamento – spiega Gabriele Conti, Direttore dei Sistemi Elettronici Ducati – perciò fino a che il pilota non torna ai box noi siamo al buio, o quasi, circa ciò che sta succedendo sul mezzo». Non appena la moto rientra, un tecnico la collega a un cavo ad altissima velocità di trasmissione che scarica tutti i dati raccolti dai 60 sensori installati sulla stessa e li invia a un server Lenovo che – grazie a un progetto denominato “Remote Garage” – li rende disponibili in pochi istanti sui tablet di tutti gli ingegneri (Alla fine del weekend i dati acquisiti saranno circa 100 GB). A questo punto, ogni giro percorso non ha più segreti: i grafici vengono letti e se c’è stato un errore di guida o una problematica tecnica, un malfunzionamento o un dosaggio perfettibile di freno o acceleratore, il pilota e il suo ingegnere di pista possono vederlo e, con l’aiuto dei telemetristi, adottare le contromisure per il run successivo.

LET'S RACE! Un’importanza capitale nella riuscita del giro perfetto è rappresentata dalla scelta delle gomme. «Soprattutto il funzionamento del pneumatico anteriore, quello che – se slitta – rischia di far cadere il centauro», spiega Gigi Dall'Igna, General Manager di Ducati nonché papà della Desmosedici GP23 e delle sue “sorelle” degli anni precedenti. «Un tempo la scelta della gomma era affidata quasi esclusivamente alla sensazione del pilota, oggi invece analizziamo una valanga di dati al fine di optare per la mescola, tra le tre a disposizione, che offra maggiori garanzie», chiude Conti. In MotoGP tutto questo lavoro è volto, in primis, a ottenere uno dei dieci migliori tempi il venerdì pomeriggio, onde qualificarsi direttamente alla sessione decisiva del sabato mattina. Gli altri corridori, infatti, sono chiamati a una sessione extra, la Q1, che ne porterà altri due in Q2. In dodici si giocheranno quindi le prime quattro file sulla griglia di partenza, sia per la gara Sprint del sabato pomeriggio sia per quella lunga della domenica. Alle 13.30 i bolidi lasciano la corsia dei box e si fermano sulla griglia, dove si prendono le ultime decisioni prima del via. Pochi minuti prima delle 14 restano in pista solo le moto e i piloti, che abbassano le visiere, compiono un giro di allineamento e, una volta occupata la propria casella, attendono il semaforo. Luci rosse accese, poi spente, e via... si parte!


Pubblicato da Simone Valtieri, 11/09/2023
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