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Le migliori crossover da 17": Yamaha vs BMW vs Kawasaki e... Michelin


Avatar di Giorgio Sala , il 24/09/21

2 anni fa - Tracer 9, S 1000 XR e Versys 1000 S equipaggiati coi MIchelin Power 5

Sono le migliori con ruote da 17": la nuova Tracer 9, la cattivissima S 1000 XR e la comoda Versys 1000 S. Ecco come vanno le migliori crossover

Ruote da 17” e manubrio alto: questi gli elementi delle crossover, moto che regalano tanto divertimento e un’altrettanta buona attitudine al viaggio. Una categoria che, per molti corrisponde alla “moto completa” per antonomasia. Ma non tutte raggiungono lo stesso risultato allo stesso modo. La Yamaha Tracer 9 è la definizione perfetta di “ottimo rapporto qualità/prezzo”, la Kawasaki Versys 1000 S Grand Tourer è la rappresentazione motociclistica di alti livelli di comfort, mentre la S 1000 XR unisce prestazioni da maxi naked sportiva alla comodità firmata BMW. La stessa filosofia di unire versatilità e sportività la ritroviamo nei Michelin Power 5, gli pneumatici che equipaggiano le protagoniste di questa prova. Voi mettetevi comodi, che alla guida ci pensiamo noi!

Yamaha Tracer 9: com'è fatta

Si è fatta attendere la Yamaha Tracer 9, ma il suo arrivo si è rivelato – come previsto - un successo nelle vendite, tanto da occupare la Top 5 nella classifica di vendite Italia. Proprio come la precedente Tracer 900, ma dimenticatevi la vecchia Tracer, perché lei cambia sotto tutti gli aspetti. A dal look, meno democratico di prima e con più personalità, che riprende il family feeling della Tracer 7. Cambia la forma del serbatoio, che però resta da 18 litri, così come cambia la coda, che non solo integra meglio la fanaleria posteriore ma ora può accogliere il tris di valigie, proprio come le concorrenti.

Nuovo stile e nuova sostanza. Il nuovo telaio deltabox in alluminio, è stato riprogettato: abbassato di 30 mm il cannotto di sterzo e accorciati di 39 mm gli steli della forcella Kayaba. Sulla Tracer 9 GT le sospensioni sono meccaniche ed entrambe regolabili nel precarico e nell’estensione. I freni da 298 mm sono morsi da pinze ad attacco radiale, dietro il disco è da 245 mm. A gestire la frenata c’è l’ABS Cornering, disponibile grazie alla piattaforma inerziale a 6 assi che offre anche il traction control cornering regolabile separatamente dalle 4 mappe motore. Il pacchetto elettronico prevede anche il cruise control, slide control, brake control e l’anti impennata. Per gestire tutto questo e le varie informazioni c’è un nuovo display, composto da due schermi da 3,5”.

Ultimo, ma non per importanza, il motore. Un vero e proprio gioiello incastonato nel telaio deltabox. Il tre cilindri cross plane cresce nella cilindrata e nelle prestazioni: 890 cc che erogano 119 CV a 10.000 giri/min e 93 Nm a 7.000 giri/min. Sulla carta la Tracer 9 sarà anche la meno performante delle tre, ma è quella che pesa di meno: 213 kg in ordine di marcia.

BMW S 1000 XR: com'è fatta

Sin dal suo arrivo nel 2013, la BMW S 1000 XR si identifica come la formula ideale per gli smanettoni alla ricerca del comfort. Con un peso di 226 kg in ordine di marcia la Tracer fa meglio ma nessun’altra batte il 4 in linea bavarese: 165 CV a 11.000 giri/min e 114 Nm a 9.250 giri/min erogati dallo stesso motore della naked S 1000 R. Per scaricare a terra tutta questa potenza, lo pneumatico posteriore è di sezione 190/55. Il design è aggressivo, affilato, con un muso che accoglie la fanaleria a led Headlight Pro. La parte centrale è voluminosa, merito – o colpa – del serbatoio da 20 litri. Più snella invece la coda, che integra gli attacchi per le borse laterali.

Il telaio sfrutta il motore come elemento stressato, e rispetto alla precedente versione i tecnici BMW hanno spostato in avanti il pilota, così da centralizzare le masse. La S 1000 XR rappresenta il massimo di questo segmento anche quando si parla di ciclistica. Le sospensioni elettroniche Dynamic Esa Pro (optional) agiscono sul monoammortizzatore posteriore e sulla forcella anteriore con steli rovesciati da 45 mm di diametro. Col tasto sul blocchetto di sinistra si regolano su due livelli: Road, più comfortevole, e Dynamic, più sostenute. Regolabile elettricamente anche il precarico del monoammortizzatore a seconda del carico della moto. I freni invece sono prodotti da Hayes e con pinze radiali anteriori e dischi da 320 mm, supervisionati dall’ABS cornering firmato BMW.



E parlando di elettronica, il modello in prova è full optional e, dunque, troviamo il massimo della tecnologia BMW Motorrad. La piattaforma IMU a 6 assi gestisce l’assetto, l’erogazione del motore, il controllo di trazione, l’anti impennata e Cornering ABS. 4 mappe motore (Rain, Road, Dynamic e Dynamic Pro), con quest’ultima regolabile a proprio piacimento. Non mancano il quickshifter, il cruise control e il grande schermo TFT da 6,5”, con bluetooth e navigatore turn by turn integrato.

Kawasaki Versys 1000 S Grand Tourer: com'è fatta

Grande ed incredibilmente comoda: la Kawasaki Versys 1000 S è la globetrotter ideale se volete macinare infiniti chilometri d’asfalto. Le sovrastrutture massicce proteggono a dovere il passeggero dall’aria, ma al contempo accolgono un’ampia fanaleria a LED e una coppia di luci cornering. Ci sono anche i faretti, anch’essi a LED, che fanno parte del kit Grand Tourer, che tra i tanti accessori prevede il capiente tris di valigie.

Parlando invece del motore, la Versys ha un motore 4 cilindri da 1.043 cc capace di 120 CV a 9.000 giri/min e 102 Nm a 7.500 giri/min. Il loro compito è di portare ovunque voi vogliate i suoi 255 kg in ordine di marcia, mentre il serbatoio da 21 litri garantisce un’ottima autonomia: 346,5 km grazie ad un consumo medio di 16,5 km/l. Più semplice, ma di buon livello, la ciclistica: le sospensioni Showa meccaniche – e non semiattive - prevedono una forcella con steli rovesciati da 43 mm e un monoammortizzatore con leveraggio. Entrambi sono completamente regolabili. L’impianto frenante è caratterizzato da pinze ad attacco radiale e dischi a margherita da 310 mm, dietro il disco invece è da 250 mm.

Kawasaki Versys 1000 S è una moto di sostanza, con pochi fronzoli, ma questo non vuol dire che si tratti di una moto “povera” di contenuti. Non ha la piattaforma inerziale, è vero, ma ha il comando del gas ride-by-wire con 4 riding mode, di cui uno personalizzabile, traction control, quickshifter bidirezionale, cruise control e manopole riscaldabili. Il tutto si gestisce dallo schermo TFT a colori e dai tasti sul manubrio, con dei blocchetti piuttosto voluminosi. Non manca la connettività Bluetooth per collegare la moto al proprio smartphone, e gestire alcune funzionalità attraverso l’app Rideology.

Yamaha Tracer 9: come va

La sella della Yamaha Tracer 9 è tra le più basse dell’intero segmento con i suoi 81 cm. Il piano di seduta è comodo, mentre le pedane e il manubrio si possono personalizzare nella posizione. Complessivamente, la posizione in sella, è particolarmente attiva, il serbatoio è compatto, le pedane sono poste centrali e il manubrio è proteso verso il guidatore. La posizione abbastanza comoda, sì, ma aiuta a gestire al meglio il motore CP3 che è molto elastico, ha un’eccellente coppia sin dai bassi regimi e dispone anche un buon allungo. Ai medi regimi la sua verve è coinvolgente, tant’è che esce allo scoperto più il lato sport che quello touring. Consiglio il quickshifter optional, (222 euro) che esalta le caratteristiche del cambio, preciso e con una corsa piuttosto corta. La sua cubatura compatta è un vantaggio in termini di consumi: 18,8 km/l nel ciclo misto.

Il fatto che la ciclistica della Tracer 9 derivi dalla naked MT-09 lo noto nella guida: divertente e svelta nei cambi di direzione, sì, ma con un avantreno che non offre lo stesso feeling di stabilità di Kawasaki o BMW. Senza dubbio, il profilo appuntito degli pneumatici Michelin Power 5 ha reso ancora più agile una moto già agile di suo. Molto buono il lavoro svolto dalle sospensioni di serie, che offrono un buon compromesso tra sostengo e comfort, mentre il freno anteriore ha un attacco abbastanza aggressivo. In termini di potenza frenante, l’impianto Yamaha è quello che ne “ha di meno” rispetto a Versys e XR, ma in realtà basta e avanza per le poche masse in gioco. La Tracer 9 è una moto estremamente divertente, soprattutto nel misto stretto dove avrete ben pochi rivali. Certo, se volete una moto che vi offra una maggior efficacia su strada, probabilmente vi conviene chiedere un preventivo per una XR, ma è anche vero che si parla di due moto con prezzi molto diversi tra loro.

Sebbene il suo lato sport sia molto evidente, la Tracer 9 sul lato touring non è di certo un riferimento del settore, anche se può dire la sua. La protezione aerodinamica è sufficiente, con il cupolino che lascia un po’ scoperte le spalle mentre il casco è soggetto a turbolenze che – alla lunga – possono dare fastidio. Mi piace però il fatto che le vibrazioni siano molto contenute su tutto l’arco d’erogazione.

BMW S 1000 XR: come va

La posizione di guida della BMW S 1000 XR è quella che lascia meno libertà al pilota, poiché la sella alta 840 mm è piuttosto sagomata e il serbatoio ampio mi fanno sentire un po’ “incassato” all’interno della moto. In realtà, la posizione non è affatto scomoda perché il manubrio è ampio e, con leve e pedane regolabili, posso raffinare l’ergonomia generale. Il rombo da superbike, esaltato dallo scarico Akrapovic, rappresenta a pieno le performance da maxi naked della crossover bavarese. Ha un’eccellente coppia ai medi/bassi, anche se non sembra vista l’immensa potenza agli alti: ben 45 CV in più delle due giapponesi.

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Quando si alza il ritmo sulle strade tutte curve, è facile ritrovarsi con il tachimetro segnare 3 cifre prima della scritta “Km/h”. In realtà, con la BMW sembra tutto molto facile: l’elettronica è lo stato dell’arte firmato BMW, con la moto che da Rain a Dynamic Pro cambia completamente faccia. Stessa cosa per le sospensioni: Da moto touring in Road a Superbike in Dynamic, basta un colpo di pollice sul manubrio per cambiare l’assetto, fruibile su strada anche nel setting più rigido. Eccellente la frenata, forse la migliore del lotto, mentre il quickshifter è quello classico BMW: preciso, ma un po’ troppo duro nell’azionamento. I consumi medi registrati sono di 16,3 km/l, molto simili al 4 in linea di Akashi.

L’XR lascia una libera interpretazione riguardante lo stile di guida: che vogliate usare il fisico per andare forte, oppure adottare una guida più tradizionale, la BMW rimane efficace in qualsiasi contesto. Le Michelin Power 5, poi, ne esaltano ulteriormente le doti sportive, come per esempio l’avantreno preciso e stabile. I suoi 226 kg sembrano sparire nel misto stretto, grazie ad un eccellente distribuzione dei pesi. Anche in questo caso, il lato sportivo sembra eclissare il lato turistico che, invece, è di alto livello. Certo, piuttosto che questo finto cupolino optional consiglio quello di serie, ma complessivamente le vibrazioni sono state ridotte, le sovrastrutture proteggono bene le gambe e la sella è ergonomica. Anche il passeggero sta piuttosto comodo, grazie ad un ampio piano di seduta , maniglie ben posizionate e pedane piuttosto basse.

Kawsaki Versys 1000 S Grand Tourer: come va

Sin dai primi metri, la Versys 1000 non regala la stessa sensazione di agilità delle altre due moto in prova. Mi colpisce invece la posizione di guida con il busto particolarmente eretto, le pedane centrali e una sella alta 840 mm da terra ma che non ha rivali in termini di comodità. L’agilità alle basse velocità e non è il suo forte, forse complice gli oltre 250 kg di peso, ma non appena ci si muove fuori città si apprezza l’ottima stabilità della Kawasaki. Con delle sospensioni dalla taratura morbida, quando si alza il ritmo la Versys 1000 S accusa qualche trasferimento di carico, che però sono prevedibili e composti.

Non è un furetto in termini d’agilità, ma questo aspetto si migliora con i Michelin Power 5 di misura 120/70 e 180/55, la stessa della Tracer 9. Con il loro profilo sportivo, regalano alla Kawasaki più disinvoltura nei cambi di direzione, che rende ancora più piacevole affrontare il misto stretto con questo transatlantico giapponese. Il motore ha un ottimo spunto ai bassi, dai 6.000 giri/min la potenza cresce, il sound si fa sportivo ma si avvertono anche le vibrazioni più insistenti sul serbatoio. Ha un buon allungo, ma non quello tipico del 4 cilindri, perché la Kawa preferisce la parte i primi 2/3 del contagiri.

Se si vuole alzare il ritmo potete fare affidamento su un buon impianto frenante, modulabile ma potente, mentre il quickshifter è forse troppo spugnoso e un po’impreciso ad alti ritmi. E in tutto questo, senza nemmeno accorgervene, l’elettronica supervisionerà ogni vostra mossa senza essere eccessivamente invasiva. Anzi, con il buon grip degli pnuematici Michelin, sentirete ancora meno l’intervento del traction control nelle accelerazioni più impegnative. Insomma, la Versys 1000 S si presta alle strade tutte curve da affrontare con piglio sportivo, ma lei gioca a coccolarvi con le sue enormi carene, il cruise control e il parabrezza regolabile senza attrezzi che protegge bene anche nella posizione più bassa. Ovviamente, il passeggero sta in business class, considerando che può anche sfruttare lo schienalino del bauletto posteriore.

Yamaha Tracer 9: prezzo, colori e accessori

Redline o tech camo? Questi i due colori che potete scegliere per la Yamaha Tracer 9, che attacca il mercato a 11.199 euro. La versione in prova costa 222 euro in più per la presenza – consigliata – del quickshifter. Questo accessorio è di serie sulla versione GT; che costa 13.599 euro e presenta anche sospensioni semiattive, borse di serie, luci cornering, e manopole riscaldabili.

BMW S 1000 XR: prezzo, colori e accessori

L’aggressiva BMW S 1000 XR costa 17.850 euro. La moto presenta praticamente tutto il catalogo di optonal BMW, a partire dal pacchetto M da 2.800 euro con vernice dedicata, scarico Akrapoviç, cerchi forgiati, parabrezza sport, batteria al litio e sella sportiva. Non mancano il Dynamic Pack, il pacchetto Carbon e quello Touring. Con anche la coppia di valigie laterali, il modello in prova raggiunge quota 27.500 euro.

Kawasaki Versys 1000 S Grand Tourer: prezzo, colori e accessori

14.890 euro. Questo il prezzo di listino per la Kawasaki Versys 1000 S, che sale a quota 16.890 euro ma presenta un allestimento di prim’ordine. Tris di valigie, faretti supplementari LED, protezione per il telaio, supporto per i navigatore e adesivo per il serbatoio. Due le colorazioni disponibili: questa che vedete, nera e rossa, o la più classica verde e nera.

Il verdetto

Queste sono le tre migliori crossover da 1000 cc – o quasi – che potete acquistare attualmente sul mercato. Hanno 3 spiccate personalità e caratteristiche che le rendono ideali per diversi tipi di clientela. Basta capire cosa volete!

La Kawasaki Versys 1000 S Grand Tourer è perfetta se non volete rinunciare alle strade tortuose, ma volete percorrere infiniti tratti di strada nel massimo comfort. Il prezzo non è forse alla portata di tutti, ma a quella cifra avrete tutto quello che vi serve, forse anche di più.

La BMW S 1000 XR è la massima espressione delle crossover: prestazioni elevatissime, ottimo comfort e una dotazione premium di elettronica e ciclistica. Il prezzo è elevato, si, ma saranno tutti soldi ben spesi.

Il fattore prezzo, però, è l’arma che ha decretato il successo di Yamaha Tracer 9 nel mercato italiano. Ottime performance, buon comfort ed eccellente versatilità ad un prezzo davvero alla portata dei più.

Resta il fatto che sono tre moto con cui potete fare tutto, proprio come i Michelin Power 5 che hanno equipaggiato le protagoniste di questa prova. Un profilo sportivo, ma che offrono un ottimo grip in qualsiasi condizione, anche sul bagnato.

Yamaha Tracer 9: scheda tecnica

  • MOTORE 3 cilindri in linea, scoppi irregolari
  • CILINDRATA 890 cc
  • POTENZA 119 CV a 10.000 giri/min
  • COPPIA 93 Nm a 7.000 giri/min
  • PESO 213 kg (odm)
  • PREZZO 11.199 euro

BMW S 1000 XR: scheda tecnica

  • MOTORE 4 cilindri in linea
  • CILINDRATA 999 cc
  • POTENZA 165 CV a 11.000 giri/min
  • COPPIA 114 Nm a 9.250 giri/min
  • PESO 226 kg (odm)
  • PREZZO da 17.850 euro

Kawasaki Versys 1000 S Grand Tourer: scheda tecnica

  • MOTORE 4 cilindri, omologato Euro 5
  • CILINDRATA 1.043 cc
  • POTENZA 120 CV 10.000 giri/min
  • COPPIA 102 Nm a 7.500 giri/min
  • PESO 255 kg (odm)
  • PREZZO 16.890 euro

Abbigliamento della comparativa

Giorgio

  • CASCO Scorpion Exo 930
  • GIACCA Alpinestars T-GP Plus R V3 Air
  • GUANTI Alpinestars Copper
  • PANTALONI Ixon Mike
  • SCARPE TCX District WP


Michele

  • CASCO Shark Racer-R Pro
  • GIACCA IXON Sparrow
  • GUANTI IXON RS Recon Air
  • PANTALONI IXON Mike
  • SCARPE TCX Rush 2 Air

Danilo

  • CASCO Givi X23
  • GIACCA Rev'It! Off Track
  • PANTALONI Rev'It! Off Track
  • GUANTI Held Air Stream 3.0
  • SCARPE TCX Rush 2 Air

Pubblicato da Giorgio Sala, 24/09/2021
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