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Corsi di guida

Ducati DRE Enduro e Multistrada 1200: a scuola di offroad


Avatar di Mario Cornicchia , il 28/07/16

7 anni fa - Corso Ducati DRE Enduro: in fuoristrada con la Multistrada 1200

Al corso Ducati DRE Enduro, in sella alla Multistrada 1200, Beppe Gualini ci ha svelato i trucchi della guida fuoristrada: eccoli

L’ORA X (COME CROSS) Per me era arrivata l’ora di imparare la tecnica di guida offroad e mi sono regalato due giorni di svago al corso DRE Enduro di Ducati. Il puledro con cui scorrazzare nella tenuta del Castello di Nipozzano dei Marchesi de Frescobaldi è la Ducati Multistrada 1200 Enduro, la versione pensata per l’offroad della tuttofare di Borgo Panigale.

MEDIOMAN Lo confesso: ho tre moto da enduro, ma nell’enduro mi sono cimentato raramente e sempre con un poco di improvvisazione. Niente di strano, visto che in genere chi ha moto di questo tipo le usa per lo più per i viaggi e per il casa ufficio. Perché sono pratiche e comode in tutte le situazioni: hanno selle confortevoli per due, portano borse grandi senza perdere appeal e perché la posizione in sella non straccia la grisaglia sulla schiena.

UN LAVORO ENDURO Sfruttarne le doti offroad, però, è un'esperienza che fanno in pochi, anche perché per destreggiarsi con facilità e sicurezza in fuoristrada è necessario fare propria una tecnica di guida che con quella da strada ha pochi punti in comune. Ed ecco quindi il motivo che mi ha spinto a frequentare il corso DRE Enduro di Ducati, dove sono pronto ad assorbire come una spugna ogni istruzione. E a svelarvi tutti i trucchi che imparerò.

MASTER DAKAR Sono tranquillo, master del corso è Beppe Gualini, ex dakariano che ho già incontrato in altre occasioni, anche in una di quelle esperienze enduro attraverso la Sardegna in cui ho mostrato tutta la mia ignoranza in materia. Beppe è un grande, e quando veste i panni dell'istruttore non lascia nulla al caso. Nella tenuta Frescobaldi del Castello di Nipozzano ha preparato una serie di esercizi che affronterò in sella alla Ducati Multistrada 1200 Enduro, gommata con pneumatici non tassellati: sono gomme per uso misto, che per l'occasione vengono gonfiati a una pressione più bassa di quella che si usa su strada.

ACCORSI E RICORSI Il corso inizia con, ovviamente, un po’ di teoria. Capito in una giornata un po’ particolare: è destinata ai VIP e il mio vicino di banco (o meglio di palla, poiché siamo seduti in equilibrio sulle palle Wellness Ball di Technogym) è Stefano Accorsi: grande appassionato di motori, protagonista del film Veloce come il Vento uscito recentemente nelle sale e follower di MotorBox dalla prim’ora.

I FONDAMENTALI Le slide proiettate da Beppe Gualini ci mostrano i fondamentali della guida offroad. Come si sta in sella o, meglio, come si sta in piedi sulle pedane; come si affrontano dossi e ostacoli; come cavarsela se ci si blocca nel bel mezzo di una salita e non si riesce più a ripartire; le tecniche di frenata… Quando finisce la parte teorica del DRE Enduro, siamo pronti ad affrontare tutte le situazioni in cui ci si può trovare avventurandosi nei nostri boschi e sulle nostre sterrate con una Multistrada 1200 Enduro. Almeno in teoria…

SCIOGLIAMOCI È il momento di avviare il 1200 desmodromico e di seguire Beppe Gualini verso i campi pratica che ha preparato per noi. Ma, prima, un po’ di riscaldamento seguendo, vestiti di tutto punto, le istruzioni di un trainer Technogym per scioglierci i muscoli. Ne avremo bisogno.

IN PIEDI SULLE PEDANE, SEMPRE Il primo esercizio è un banalissimo slalom tra i birilli. Sì, banalissimo… Si affronta in piedi sulle pedane e serve per acquisire il controllo della moto nella guida fuoristrada, imparando a guidare con le ginocchia. Non è immediato ma alla fine io e gli altri miei compagni di DRE Enduro siamo già contenti, potremmo andare a casa anche ora: abbiamo acquisito il primo fondamentale della guida offroad. Fuoristrada si sta quasi sempre in piedi, se si perde questo passaggio poi tutto diventa difficile.

GUARDARE AVANTI! Andare a casa subito? Quasi mi pento di averlo pensato, perché il rischio che ciò si avveri lo corriamo poco dopo. Qualche goccia di pioggia , infatti, ha già cominciatoa cadere: ci ha inumidito le tute e il fondo, su cui le gomme iniziano a scivolare. Nuvole nere continuano ad ammassarsi sul castello di Nipozzano.

INVECE SI CONTINUA Ma già che ci stiamo allenando ad acquisire l’equilibrio, e la sensibilità necessaria a sostenerlo, passiamo al secondo esercizio del corso DRE Enduro: si deve passare sopra un passaggio stretto fatto da tavole di legno. Prima la linea ideale si stringe verso il fondo, poi si allarga. Qual è più facile secondo voi? Se pensate, come pensavo io, che entrare larghi e uscire stretti sia l’esercizio più difficile vi sbagliate.

IL RITORNO È PEGGIO Procedendo al contrario, non è facile mettere la gomma su un passaggio che è poco più largo della gomma stessa. Si tende a guardare la ruota per centrare l’obiettivo ma è la tecnica sbagliata, anche perché il battistrada non si vede. “Guardate avanti, dovete sempre guardare avanti” strilla Beppe Gualini, soltanto così, impostata la direzione, si riesce a centrare la sottile linea di passaggio.

ATTENZIONE! ROTAIE L'attività al DRE Enduro continua con un altro esercizio di precisione. Questa volta il passaggio è tra due tronchi tra cui far passare le ruote: un po’ come infilare volontariamente le ruote della bici nei binari del tram. Una volta infilate le ruote, sono i tronchi a imporre la rotta e serve tutto l’equilibrio acquisito nello slalom per tenere la Multistrada 1200 Enduro in piedi.

ALZIAMO L'ASTICELLA Già, una volta infilate le ruote tra i tronchi… al secondo passaggio i tronchi sono più stretti, la gomma posteriore della Multistrada ci passa giusta giusta e la vera preoccupazione di più o meno tutti noi neofiti dell’enduro è non centrare l’estremità di uno dei due tronchi, che sarebbe più o meno come centrare un marciapiedi.

FRENA FRENAAA È il momento della frenata. La Ducati Multistrada 1200 Enduro ha una dotazione Bosch di prim’ordine per la sicurezza, dal cornering ABS (attivo anche a moto inclinata) al controllo di trazione. L’ABS enhanced di Bosch lavora su due canali e, se si frena con il freno anteriore, bilancia la frenata anche al posteriore. Il tutto mentre governa anche il sistema MSC, ossia il controllo di stabilità, e il Vehicle Hold Control, che aiuta nelle partenze in salita tenendo frenata automaticamente la ruota posteriore per 10 secondi.

TARATA APPOSTA In fuoristrada, però, spesso è meglio far grattare sulla terra una ruota posteriore bloccata che allentare la pressione sulle pinze freno. Così, la versione adventure della Multistrada ha anche la mappatura Enduro che taglia la potenza a 100 cavalli, mette a riposo il controllo di trazione Bosch e lascia attivo l’ABS soltanto sulla ruota anteriore (con la possibilità di disattivarlo su tutte le due ruote). Così proviamo la frenata in velocità, in salita e in discesa: per capire dove mettere il peso, ottenendo la migliore frenata e il migliore controllo.

LOTTA NEL FANGO Dopo i primi esercizi dedicati a farci acquisire i fondamentali della guida fuoristrada si passa alle prove del DRE Enduro in cui mettere in pratica quanto si è imparato. Eccoci su un percorso che forma una serpentina sul fianco della collina: sale e poi scende, dopo un tornantino in contropendenza, per poi risalire dopo un altro tornantino.

SAREBBE FACILE, SE NON CHE... Le nuvole nere, però, hanno voglia di scherzare e provvedono a innaffiare ben bene il campo giochi. Sul terreno compatto sottostante si forma quella "piacevole" patina scivolosa che rappresenta il fondo peggiore possibile per chi è in cerca di grip. Il gioco di fa duro e, su una salita, chi mi precede si pianta e non riesce più a muoversi.

IL PIANO B Ecco arrivato il momento di mettere in pratica gli insegnamenti di Beppe Gualini. Come fare per scendere a valle? Semplice, non si toccano i freni pena uno spiacevole scivolone, ma si usa il freno motore. Banale? Tutt'altro, perché è una manovra da eseguire a motore spento: la marcia innestata, giocando con la frizione, lascio scendere piano piano la Multistrada 1200 Enduro fino a quando arrivo in piano.

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NON È FINITA Non pensate che in piano i guai siano finiti: la pioggia continua a battere e il fondo è così scivoloso che faccio fatica ripartire anche dosando al meglio motore e frizione. Le gomme hanno un buon grip in fuoristrada ma in queste condizioni è comunque un po’ come partire sul ghiaccio e prima di prendere l’abbrivio lascio una striscia di qualche metro di erba falciata dalla gomma posteriore.

OLE’, C’E’ il TOLE’ Sapete cos’è il tolé ondulée? Sono quelle specie di onde disegnate sulla sabbia dei deserti sabbiosi, un vero spaccabraccia per chi lo affronta in piedi sulle pedane di una moto. Beppe Gualini lo ha riprodotto con dei tronchi di legno per gli allievi del DRE Enduro. Si affronta col giusto gas e la giusta posizione in sella trovando il giusto equilibrio, anche perché i tronchi sono bagnati.

ZONA CARICO E SCARICO Bagnati sono anche i tronchi disposti trasversalmente a mo’ di ostacoli su una salita: li dobbiamo affrontare scaricando la ruota anteriore, dando gas, quando li approcciamo; quando poi arriva il suo momento di superarli, è la ruota posteriore che dobbiamo scaricare. A destra sono meno sporgenti, a sinistra di più e, prendendo confidenza, ci si sposta sempre più verso sinistra.

PIOGGIA; GRANDINE… ALTRO? È il momento della grandinata, che coincide quasi con il momento del pranzo. Appena diminuisce un attimo, ci avviamo verso il castello di Nipozzano, dove arriviamo fradici. Fradici fuori ma asciutti dentro: per fortuna non ho levato la membrana interna al mio completo Rev’it Defender Pro GTX e, malgrado il diluvio, la mutanda è perfettamente asciutta.

VIA DALLA PEDANA Causa pioggia, che le rende scivolosa, saltiamo l’esercizio della pedana basculante: si sale fino a quando si raggiunge la sua parte centrale, poi la pedana bascula e da una salita che era si trasforma in una discesa. Per affrontarla è necessario essere lenti nel salire, ma veloci a spostare il peso appena la pedana si muove. Vabbe’, sarà per la prossima volta…

PROVA DI DECOLLO Nel pomeriggio le nuvole si concedono una pausa e il terreno si asciuga. È il momento di affrontare il dosso. È un bel dosso alto, le salite hanno inclinazioni differenti e in cima c’è una parte in piano lunga giusto giusto quanto la Multistrada 1200 Enduro. A vederlo da sotto fa una certa impressione: sembra una rampa di lancio e con Stefano Accorsi ci guardiamo un po’ perplessi.

A CHE COSA SERVE? Sul dosso sperimentiamo la capacità di spostare il peso longitudinalmente: in avanti quando si sale e tutto indietro quando si scende. Proviamo anche differenti modi di affrontare la discesa: con il solo freno motore, dosando i freni al meglio per non bloccare le ruote, oppure frenando fino a bloccarle, controllando l’assetto della moto per non cadere. Dopo aver superato la sensazione di decollo dei primi passaggi, è una bella esperienza, una bella esperienza fisica sulla moto.

(S)FETTUCCIATO Per finire si gira in un fettucciato da prova di enduro. Le mie gambe però ormai sfettucciate, dopo aver passato una giornata a stringere il serbatoio e a sostenere la moto nelle curve come in groppa a un Mustang imbizzarrito, non rispondono più granché ai comandi. Sono stanco, sì, gli esercizi al DRE Enduro di Ducati sono tanti. La fatica però è ben ripagata, giacché tutto è ben studiato per insegnare a muoversi su terreni accidentati con una moto da enduro: in sicurezza grazie alla tecnica corretta.

A NEW WORLD Alla fine sono convinto che, già al primo esercizio, per molti di noi si è aperto un mondo, che abbiamo capito il fondamentale, come si governa la moto, e che saremmo già stati contenti così. Ma sarebbe stato un peccato perdersi tutti gli altri esercizi, e anche la pioggia, con le complicazioni di aderenza: dopotutto non mi ha disturbato più di tanto, tranne alla fine, quando ci impedisce di fare il giro conclusivo, sulle colline intorno al castello di Nipozzano della tenuta Frescobaldi, dandomi la scusa per non ammettere che ormai sento le gambe decisamente molli...

CONCLUDENDO... Mi sono divertito, al DRE Enduro: davvero tanto. E mi ha dato grande soddisfazione. Peccato non aver occasione di mettere in pratica più spesso questi insegnamenti: per pudore evito di mettermi sulle pedane quando scendo dal marciapiedi a Milano. Anche se, così facendo, sarebbe tutta un'altra cosa: lo scoprirete anche voi se frequenterete questo corso.

IN QUESTO SERVIZIO

MARIO INDOSSA

CASCO NOLAN N53 Look aggresivo e colori interni sgargianti per questo integrale da offroad, che vanta una bella finestra per ospitare qualsiasi tipo di maschere e interni anallergici, che non fanno sudare troppo sotto la canicola. Il merito, per la verità, va anche alle prese d'aria e agli estrattori sulla calotta. E poi, lo stile da Robocop mi piace molto.

MASCHERA SCOTT TYRANT Lente a specchio, tre diverse altezze per il paranaso, possibilità di regolare la parte inferiore di 4 mm, per adattarsi al meglio alle guance: gli Scott Tyrant sono roba da professionisti del tassello. Quattro i colori, morbida sulla pelle la calzata. Non manca una presa d'aria sulla parte superiore e una striscia in silicone sull'elastico, per migliorare l'aderenza al casco.

COMPLETO REV’IT DEFENDER PRO GTX Un completo da mototuristi veri. L'anima da giramondo la vedi dalla capacità di adattarsi alle condizioni atmosferiche. Piove? Il giacchino interno (staccabile) in Gore-tex non fa passare l'acqua e stoppa il vento. La colonnina di mercurio raggiunge i 40°? Nessun problema: le numerose prese d'aria – quattro sul busto, due sugli avambracci e una sulla schiena – tornano proprio comode. Oltre a far sudare poco, questo completo non lega i movimenti, è piuttosto leggero e ben dotato in fatto di tasche (tutte a prova di polvere). Si può regolare la vestibilità con cinghietti su fianchi, bicipiti e polsi. La sicurezza? Oltre alla protezioni su spalle e avambracci, questo Rev'it! è dotata di paraschiena integrato e bande riflettenti. Taglie da S a XYL (occhio che veste attillato). Prezzo: 739,99 euro.

GUANTI REV'IT! SAND PRO Guantini leggeri ma resistenti, non traforati. Il palmo scamosciato migliora il grip, la struttura alveolare in PU iniettato sulle nocche pensa ad evitare danni in caso di caduta. Vestibilità comoda, chiusura semplice con velcro all'altezza del polso. Completano il quadro inserti in pelle di capra, di pecora e bovina. Taglie S-XXXL. Prezzo: 99,99 euro.

STIVALI TCX INFINITY EVO GORE-TEX Uno stivale che sopporta senza fare un plissé pietraie e guadi (grazie al Gore-Tex) ma, al contempo, non è scomodo da indossare: aperti i due ganci in plastica, che hanno una sola posizione di utilizzo, è tutta questione di regolare – con il velcro – la chiusura al polpaccio. Se non li avete mai usati, ricordate che sono più alti rispetto agli stivali da strada e, talvolta, trovare la leva del cambio al primo colpo può non essere semplice. Basta un po' di pratica, comunque. Una volta scesi dalla moto, vi farà piacere sapere che hanno anche una soletta piuttosto morbida. Così come la tomaia, in pelle pieno fiore. La suola è realizzata da Michelin. I numeri? Da 38 a 48.


Pubblicato da M. A. Corniche, 28/07/2016
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