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Obbligarli, tassarli o incentivarli? Il futuro di moto e scooter elettrici


Avatar di Danilo Chissalé , il 25/07/22

1 anno fa - Il futuro della mobilità elettrica è ancora incerto, ecco perchè

Moto e scooter elettrici: obblighi, incentivi, tassazioni
In UK obbligatori dal 2035, in Italia continuano gli incentivi dal 30 al 40% mentre la Svizzera sta studiando un modo per tassarli

Lasciare un’impronta meno distruttiva possibile per il pianeta è un nostro obbligo, ma trovare il modo giusto per farlo è altrettanto importante. La soluzione preferita delle istituzioni è la propulsione elettrica, al momento principalmente a batterie, in futuro chissà, ma i comportamenti dei diversi paesi lasciano riflettere sulla bontà di questa scelta che sa tanto (specialmente agli scettici) di imposizione. C’è chi la transizione la obbliga come la Gran Bretagna, chi la incentiva - tra questi paesi rientra anche l’Italia - e chi come la Svizzera ha deciso invece di tassare i veicoli elettrici, ma chi ha ragione?

OBBLIGO ANCHE PRIMA Dal 2035 stop a moto e scooter con motore termico nelle concessionarie, in nome della Regina (e magari a lei non frega poi così tanto). Anzi, ciclomotori e motocicli di categoria L1 e L3-a1 anche prima, con il divieto alla vendita anticipato al 2030. Ci sarebbero i carburanti alternativi, ma per le istituzioni questi rappresentano solamente un trampolino verso il passaggio al 100% elettrico. Ovviamente le associazioni di categoria non l’hanno presa troppo bene, con la NMC (National Motorcycle Concil) che ha affermato senza mezzi termini che il governo sta sbagliando a forzare il naturale svolgimento della transizione, non tenendo conto gli strascichi che questi divieti avrebbero sui produttori di veicoli e sui consumatori, che vedrebbero limitato drasticamente il diritto della libertà di scelta, considerando anche tutti i vincoli tecnologici che attualmente rendono poco appetibili le moto elettriche.

moto e scooter elettrici: obblighi, incentivi, tassazioni moto e scooter elettrici: obblighi, incentivi, tassazioni

PERDITA DI INTROITI? NUOVE TASSE Dal lato opposto c’è la Svizzera, di solito sempre neutrale ma che sull’elettrico, invece, ha preso posizione. Non lo vieta ovviamente, ma i nostri cugini elvetici hanno “fiutato” un potenziale problema: la mancanza di introiti provenienti dalle accise sul carburante. Se nessuno andrà più dal distributore, come si riempiranno le casse dello stato? Ecco il motivo per cui il Consiglio federale svizzero ha incaricato i Dipartimenti di finanza, trasporti e ambiente di mettere a punto un piano di imposte per tassare anche i veicoli elettrici dal 2023. Tra le ipotesi anche la tassazione in base ai chilometri percorsi, una soluzione resa necessaria per dare una tara, altresì difficile dato che la maggior parte dei veicoli in svizzera ricarica da impianti domestici.

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E L’ITALIA? Al momento il nostro paese ha scelto un approccio più naturale alla transizione, non impone assurdi divieti, rispettando le scadenze imposte dall’Europa, e nel frattempo incentiva la transizione ecologica con gli ecobonus (qui il link per capire come ottenerli). Così facendo, i fumosi cinquantini e gli sgangherati scooter 125 che circolavano nelle nostre metropoli stanno lasciando il posto a scooter a batterie, qui è dove l’elettrico si riesce ad esprimere al meglio, con autonomia e tempi di ricarica tutto sommato contenuti, oltre al vantaggio della possibilità per la maggior parte di quelli in commercio di estrarre le batterie per poterle ricaricare comodamente in casa o in ufficio.

Anche Seat ha il suo scooter elettrico Anche Seat ha il suo scooter elettrico

PAROLA AD ANCMA Da ANCMA fanno sapere che sarebbe auspicabile una visione europea unitaria. L’associazione segue e monitora su più tavoli istituzionali l’evoluzione normativa, che ha tuttavia tempi diversi dall’auto. Come aderente ad ACEM, l’associazione europea dei costruttori, ANCMA condivide la prospettiva di un utilizzo sempre più crescente della mobilità elettrica, ciclomotori e scooter, in ambito urbano, dove si concentrano maggiori emissioni e sfide ambientali e urbanistiche, a differenza di altri ambiti di utilizzo come il turismo, lo sport e gli spostamenti di lungo raggio. Le due ruote a motore, sottolinea inoltre ANCMA, rappresentano comunque una soluzione di mobilità sostenibile sia per le emissioni minori, circa il 40% in meno di una autovettura, sia per spazio occupato e fruibilità. Nella strategia condivisa con ACEM, l’industria si impegna a lavorare con le città per aumentare l'accesso e la disponibilità di due ruote elettriche (elettriche), al fine di aumentare la mobilità e accessibilità per i cittadini e al contempo, in parallelo all’elettrificazione, ANCMA ritiene opportuno inoltre continuare a sostenere ricerca e sviluppo di combustibili liquidi a basso tenore di carbonio: l’e-fuel, combinato con le innovazioni motoristiche introdotte negli ultimi anni, può infatti garantire neutralità carbonica entro i prossimi decenni.


Pubblicato da Danilo Chissalè, 25/07/2022
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