Sullo scadere del 2021 tanti marchi leggendari di motociclette britanniche stanno tornando a far parlare di sé, anche grazie al Motorcycle Live, salone che avviene a Birmingham usualmente a ridosso di EICMA. Hanno sfruttato la vetrina Norton e BSA, ma ai più attenti conoscitori di motociclismo british non sarà sfuggita certamente la Dot Motorcycles. Marchio che ha una lunga storia alle spalle (iniziata a inizio ‘900 e terminata, come per BSA, a cavallo degli anni ’70) e pure una vittoria al TT dell’Isola di Mann. Proprio la corsa su strada per eccellenza è il filo conduttore che lega Dot Motorcycles a una leggenda delle Road Races come Guy Martin. Il veloce pilota britannico, infatti, ha collaborato alla realizzazione dei due modelli esposti al Motorcycle Live: la Café Racer Reed Racer e la scrambler Dot Demon.
Dot Motorcycle Demon
COME SONO FATTI I fratelli e ingegneri Antony e Daniel Keating sono fieri di far sapere che tutta la parte di sviluppo e manifattura è realizzata totalmente in Inghilterra, a Bolton nei pressi di Manchester. Per la componentistica la Dot (che sta per Devoid of Trouble, ovvero lontano dai problemi) si affida a chi di affidabilità ne ha da vendere. Le sospensioni sono Showa BPF a steli rovesciati, l’impianto frenante è marchiato Brembo (pinze radiali a 4 pistoncini, dischi a margherita da 300 mm davanti e disco da 220 mm dietro). Telaio tubolare in acciaio con tubi pre curvati e saldati al TIG, stessa realizzazione per il forcellone, sono realizzati in UK mentre il cuore, come tra l’altro accade anche su altre moto di questo segmento, è il bicilindrico parallelo frontemarcia Kawasaki, montato su Versys 650 e Z650 per dirne due. Dunque, 68 CV a 8.000 giri/min e 64 Nm di coppia massima a 6.750 giri/min. A differenziarle c’è il look e l’ergonomia, oltre che i cerchi – da 17” in lega sulla Reed Racer, a raggi sulla Demon – sulla cafè non mancano semi manubri- cupolino e sella monoposto con scarico sotto al codone davvero appariscente; sulla scrambler manubrio alto, sella biposto e ruote semi-tassellate. Entrambe puntano tanto sulla leggerezza: 165 kg con il serbatoio da 10 litri riempito al 90%.
Dot Motorcycle: dettaglio del fato anteriore
SUCCESSO INASPETTATO Ovviamente la realizzazione a mano le rende degli “oggetti del desiderio” abbastanza costosi e la tiratura ridotta – circa 60 moto all’anno – non fa che mettere il carico. La Reed Racer parte da 24.500 euro, mentre per la scrambler Demon il prezzo è lievemente inferiore, 21.600 euro. Nonostante ciò, pare che la cifra non abbia fatto da deterrente dato che al NEC di Birmingham sono state raccolte le prime prenotazioni, con i primi esemplari che verranno realizzati a partire dalla primavera 2022.