Milano ha fatto da cornice a un incontro esplosivo tra fumetto, design e passione motoristica. All’ADI Design Museum è stata infatti svelata “KIMERA”, la Moto d’Autore firmata da Milo Manara per l’Associazione Culturale Motomorphosis. L’opera, unica nel suo genere, nasce dalla sagoma iconica che da quindici anni accompagna i progetti dell’Associazione, reinterpretata nel tempo da artisti di fama internazionale e ora consegnata alla fantasia di uno tra i più celebri illustratori italiano, se non il più celebre. A presentarla al pubblico, Andrea C.C. Ducati, fondatore e presidente di Motomorphosis, che ha ricordato il percorso del collettivo: «Nei 15 anni di Motomorphosis, la nostra maquette, simbolo dell’Associazione, è stata interpretata da molti nomi noti dell’arte e del design. Ciò significa che i messaggi dell’Associazione vengono sposati anche da loro, insieme a molte altre persone, istituzioni e aziende. Questo mi rende orgoglioso, ma soprattutto dà più forza alla nostra mission!».
Arte e impegno
La serata milanese ha unito celebrazione artistica e riflessione sociale. Susanna Vallebona, consigliere di ADI Lombardia e responsabile della comunicazione visiva di Motomorphosis, ha portato i saluti istituzionali ricordando la vocazione del museo come punto di incontro fra design, scienza e cultura. Proprio all’ADI Design Museum, accanto alla storia del Compasso d’Oro, KIMERA resterà esposta fino al 2 ottobre 2025. È il simbolo perfetto di un progetto internazionale che da anni porta nelle scuole e nelle università italiane ed estere il tema della sicurezza stradale. Motomorphosis non è solo un’associazione di appassionati, ma un laboratorio creativo che sensibilizza studenti e cittadini sull’importanza di guidare con attenzione. Non a caso, molte delle opere nate da queste collaborazioni finiscono all’asta, trasformando la passione artistica in risorse concrete per attività educative e benefiche. Una catena virtuosa che lega estetica, etica e responsabilità civile.
La visione di Manara
Al centro, naturalmente, c’è l’inconfondibile tratto di Milo Manara. Per KIMERA, il maestro veronese ha immaginato una fusione tra meccanica e poesia, trasformando la sagoma della moto in una tela vibrante. Le linee sinuose di un corpo femminile, intrecciate a fiori e dettagli naturali, creano un’armonia sospesa tra sogno e realtà. Una metamorfosi visiva che traduce la potenza del motore in bellezza e leggerezza, e che giustifica il nome stesso: “KIMERA”. Un’ibridazione che invita a guardare oltre la semplice motocicletta e cogliere il messaggio più profondo, quello di una vita che merita di essere custodita e celebrata. Andrea C.C. Ducati lo ha sintetizzato così: «Con Milo abbiamo voluto aprire un nuovo contesto: il fumetto ancor più vicino ai giovani come ambito comunicativo, e ciò che ci ha regalato e che tutti potranno ammirare penso sia qualcosa di meraviglioso».
L’esperienza personale
Non è un caso che Manara abbia accettato di mettere la sua firma sul progetto. Il legame con le due ruote è personale, segnato da un episodio che lo ha reso particolarmente sensibile al tema. «Io ho avuto tre moto: la prima era un Motom 160, la seconda una Java 350 bicilindrica che andava come una freccia. Con questa ho avuto un brutto incidente... Per fortuna avevo il casco integrale, che mi salvò la vita, visto che centrai un palo con la testa. Proprio per questo sono molto sensibile alla sicurezza stradale e ho deciso di sposare il progetto di Motomorphosis», ha raccontato. La sua testimonianza aggiunge autenticità a un’opera che non è solo bellezza da ammirare, ma un manifesto da seguire. KIMERA diventa così un ponte tra passione motoristica e responsabilità, tra cultura pop e impegno civile. Una moto che non si guida, ma che guida: all’arte, alla vita, alla consapevolezza. E non è poco.