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Prova

Dunlop Qualifier


Avatar Redazionale , il 17/10/05

18 anni fa - Nuova generazione per le sportive della grande D

Dunlop cambia tutto: non più fredde sigle ma nomi evocativi per i suoi pneumatici, il Qualifier è il primo esponente di questa nuova filosofia. Pneumatico supersport di nuova generazione, mantiene tanta maneggevolezza, ma smussa un bel po' il suo carattere "spigoloso" e adesso le Dunlop mettono tutti d'accordo.


COME SONO Probabilmente costruire un pneumatico Supersport rappresenta per un costruttore la sfida più ardita. Andando verso prodotti più specializzati, infatti, si conosce alla perfezione cosa vuole la clientela. Pneumatico racing? Carcassa rigida, maneggevolezza e grip smisurato.

COMPROMESSO DIFFICILE Gomma Touring? Ottima tenuta sul bagnato, durata, profilo rassicurante. Nel caso di questo segmento, invece, è tutto molto più difficile. Gomme come le Qualifier finiscono spesso come primo equipaggiamento sulle moto supersportive di ultima generazione (infatti, le monterà la R6 '06 che andremo a provare presto), devono andare bene su strada, drenare acqua a sufficienza, scaldarsi in fretta e consentire di andare a girare in pista con un grip adeguato e senza andare in pappa dopo tre giri. Un insieme che, capirete bene, è davvero difficile da realizzare. Naturalmente ogni volta che viene presentata una nuova gomma, pare che si sia trovata la quadratura del cerchio e la panacea per tutti i mali dovuti al compromesso. Depurando da una certa enfasi da presentazione, è però vero che questo tipo di pneumatico ha raggiunto ormai una evoluzione incredibile.


PRIMEGGIA IN GARA Per Dunlop questo prodotto è quasi vitale. La Casa della grande D, presente a tutti i livelli nelle competizioni che contano (campione del mondo 125 e 250 GP ed Endurance, tanto per citarne solo alcuni), in questo segmento non ha mai venduto moltissimo in Italia per le caratteristiche "particolari" dei suoi prodotti di grande serie. Pneumatici eccellenti, dal grip spesso imbattibile, ma anche di carattere un po' difficile. Una volta trovato l'assetto ideale per loro andavano alla grande, con una maneggevolezza da sempre superiore alle rivali e una aderenza grandiosa. Però non tutti riuscivano ad andarci d'accordo finendo poi per scegliere prodotti più "rassicuranti".

ADDIO SIGLE Con Qualifier cambia tutto, anche il modo di presentare i prodotti, dalle fredde sigle si passa ai nomi, ma soprattutto si passa ad una gomma più propensa ad andare d'accordo con tutte le moto, offrendo allo stesso tempo quel carattere Dunlop che ha sempre distinto i prodotti del marchio ed è spesso apprezzato da chi corre.


CONCORRENTI DIRETTI Il Qualifier entra in gamma rimpiazzando il D 208, ma innalzando il livello di performance del suo predecessore. Sulla carta ha come concorrenti i Michelin Pilot Power, Pirelli Diablo e Continental Sport Attack, Bridgestone BT 014. Dopo la prova mi pare più corretto allinearlo al Pirelli Diablo Corsa ovvero la via di mezzo tra i pneumatici sportivi stradali e i racing veri e propri che solo Pirelli aveva proposto fino ad oggi.

NUOVA GENERAZIONE Per raggiungere questo scopo in Dunlop hanno fatto compiere un vero e proprio salto generazionale al loro modo di costruire i pneumatici. L'obbiettivo era quello di dare una maneggevolezza e una precisione in curva da gomma racing (e questo lo avevano anche i precedenti prodotti) ma con una migliorata linearità nell'utilizzo su strada unita ad una alta velocità di riscaldamento. È stato sufficiente un anno e mezzo per arrivare al risultato definitivo, un tempo molto limitato, soprattutto grazie al grande utilizzo delle simulazioni agli elementi finiti che hanno accorciato i tempi di sviluppo.


BREVETTI Sono dei radiali, entrambi con carcassa a 0°. L'anteriore utilizza due cinture di rinforzo, il posteriore utilizza il sistema brevettato JLB (Joint Less Belt) una banda in aramide gommata avvolta senza l'utilizzo di giunture che potrebbero dare discontinuità nella struttura e quindi punti a differente rendimento.

TENSIONE CONTROLLATA Inoltre su questo pneumatico viene utilizzato anche il sistema CTCS, un altro brevetto Dunlop che consente di ottenere differenti livelli di tensione nelle diverse aree della carcassa in modo da distribuire le forze in modo progressivo alle varie inclinazioni. Questo, secondo i tecnici Dunlop, consentirebbe di ottenere una rigidità ottimale in ogni posizione senza ricorrere a materiali aggiuntivi (e qui il riferimento all'acciaio utilizzato ormai da tutti i concorrenti pare evidente) ottenendo tra l'altro anche una gomma molto più leggera (-500 grammi rispetto al loro concorrente di riferimento), a tutto vantaggio della riduzione delle masse non sospese.


MESCOLA CON GLI OCCHI A MANDORLA La mescola è anch'essa di nuova generazione, una brevetto della giapponese Sumitomo. Utilizza un nuovo tipo di nerofumo con particelle più piccole e struttura più complessa. Le minori discontinuità dovute alle particelle più piccole hanno come risultato un maggiore grip e una minor usura (dichiarata una vita utile di 7.000 km).

CALDO MA NON TROPPO In più sono stati aggiunti degli inibitori di calore per evitare che la gomma superi la corretta temperatura di esercizio anche quando stressata dall'utilizzo in pista. Cosa che noi abbiamo puntualmente fatto ad Almeria mettendo alla frusta le nuove arrivate con differenti supersportive e naked. Presto potrete provarle anche voi, visto che le Qualifier saranno già disponibili a partire da novembre in tutte le misure per moto moderna ad un prezzo leggermente superiore al D208 che le ha precedute.

COME VANNO Cinque turni e quaranta moto a disposizione con cui dare il gas nell'impegnativo circuito spagnolo, un'altra mezza giornata in cui provare sul strada. Il test delle Qualifier è stato organizzato a puntino e le caratteristiche peculiari del pneumatico inglese sono emerse in modo piuttosto evidente. Ho utilizzato la mia solita metodologia di prova per avere un campione il più vasto possibile. Quindi: 600 supersportiva (Ninja 636, Yamaha R6), 1000 bicilindrica (Aprilia RSV 1000R), 1000 quattro cilindri (Suzuki GSX-R K5) e naked, rappresentata per l'occasione dalla KTM Super Duke.

NINJA PER PRIMA Inizio con la Ninja perché è l'ultima moto con cui avevo girato ad Almeria e con cui ho quindi i riferimenti più freschi. Le Dunlop mostrano subito il loro potenziale e il loro carattere. L'anteriore, in particolare, evidenzia una carcassa piuttosto rigida (stiamo girando con pressioni stradali) che trasmette le irregolarità dell'asfalto in modo piuttosto evidente. In compenso pur mantenendo una agilità di livello superiore è decisamente migliorato il feeling trasmesso al pilota.


CURVONI INFINITI Sugli interminabili curvoni di Almeria se non ti fidi del davanti non vai proprio avanti, invece il Qualifier conquista proprio per la fiducia che trasmette, perché anche quando s'innesca volutamente qualche "turbolenza" sul manubrio la smorza in modo molto efficace. Il profilo resta molto svelto e la maneggevolezza, a sensazione, è ancora il punto forte del pneumatico Dunlop che, grazie alla carcassa rigida dell'anteriore, si propone come ottima via di mezzo tra un pneumatico stradale puro ed un racing vero e proprio.

SVELTO MA STABILE Diciamo che rispetto ai 208 non è altrettanto rapido a scendere in curva, ma il guadagno che si ha nella stabilità e nella sincerità di comportamento è tale da non far rimpiangere quel minimo di rapidità perduta. Un ottimo lavoro quello fatto dai tecnici Dunlop, confortato anche dal comportamento del posteriore che ad Almeria ha sempre offerto un grip eccellente ed ha mostrato un profilo che lavora in assoluta sintonia con l'anteriore.


GRIP A PORTER Impossibile metterlo in crisi con le 600, e solo con la strapotente Suzuki il Qualifier iniziava a mostrare la corda scrivendo coreografiche virgole sull'asfalto, quando però era già arrivato al terzo turno di lavoro. Per il resto ho trovato ottimo il comportamento con tutte le moto, il che mostra la grande adattabilità della nuova Dunlop. Anche con la RSV, banco prova severissimo per le gomme grazie alla sua ciclistica sopraffina, le Qualifier hanno mostrato le loro qualità: maneggevolezza, precisione e gran grip al posteriore.

PERFETTA CON LA YAMAHA Con la R6 il matrimonio era poi idilliaco; la media Yamaha (in versione '05) ha dimostrato di gradire particolarmente le nuove scarpe che ne hanno enfatizzato le caratteristiche di agilità senza penalizzarla affatto sul veloce. Tra l'altro la R6 è stata l'unica da me provata a non evidenziare una certa tendenza al sottosterzo quando si entrava nei curvoni in modo particolarmente veloce. Con tutte le altre andando a forzare il ritmo (i tempi erano di assoluto interesse, soprattutto considerando il tipo di gomma), si manifestava una certa tendenza ad allargare la traiettoria, cosa che nel pomeriggio con pressioni leggermente ridotte è subito diminuita. Segno che con un assetto lievemente più caricato sul davanti si ovvierebbe probabilmente anche a questo.


BENE ANCHE SU STRADA La KTM conferma, anzi per certi versi, su strada, le Dunlop hanno il merito di rendere leggermente meno sensibile lo sterzo della nuda austriaca che anche in pista ha fatto davvero faville. Su strada le Dunlop hanno riconfermato le ottime qualità emerse in pista offrendo un bel feeling di guida sia con naked sia con le sportive. Il profilo molto svelto in questo caso non impedisce di avere una bella precisione di guida. La carcassa rigida si fa sentire ma non più di tanto, il comfort resta dunque più che accettabile.

MISURE DISPONIBILI

ANTERIORE
130/70 ZR 16
110/70 ZR 17
120/60 ZR 17
120/65 ZR 17
120/70 ZR 17

POSTERIORE
150/60 ZR 17
160/60 ZR 17
170/60 ZR 17
180/55 ZR 17
190/55 ZR 17
190/55 ZR 17
190/50 ZR 17
200/50 ZR 17


Pubblicato da Stefano Cordara, 17/10/2005
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