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F1 2022

GP Arabia Saudita, Domenicali difende la scelta di correre: ”Nessuno può giudicare la nostra moralità”


Avatar Redazionale , il 28/03/22

2 anni fa - Era giusto o meno correre a Gedda dopo l'attacco missilistico?

GP Arabia Saudita: Domenicali si difende, Wolff lo appoggia
Continuano le discussioni riguardo la decisione di disputare il GP Arabia Saudita nonostante l'attacco missilistico di venerdì

DECISIONI E CRITICHE - A seguito degli eventi di venerdì il CEO della Formula 1 Stefano Domenicali ha preso una forte posizione difendendo la controversa decisione da parte della F1 di continuare il weekend in Arabia Saudita. A pochi chilometri dal circuito cittadino di Gedda, i ribelli houti sostenuti dall’Iran hanno attaccato le raffinerie della Aramco con droni e missili, costringendo la F1 a dei meeting d'emergenza e a un quasi boicottaggio da parte dei piloti. Alcuni osservatori sono arrivati alla conclusione che la F1 abbia infine deciso di garantirsi i milioni di dolalri dai sauditi piuttosto che dare priorità alla sicurezza delle 2000 persone impegnate nel Circus. 

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DIFESA DELLA MORALITÀ - “Dobbiamo rimanere razionali, mettere da parte le emozioni e ottenere più informazioni possibili. Venerdì abbiamo fatto questo”, ha detto Domenicali ieri quando gli è stato chiesto un parere riguardo alle critiche. “La nostra prima priorità è la sicurezza delle nostre persone. Quando abbiamo avuto rassicurazioni da parte della autorità locali che era tutto sotto controllo, abbiamo informato i team e i piloti”. Domenicali ha inoltre respinto accuse di ipocrisia, insistendo sul fatto che paragonare la situazione di Gedda con la cancellazione del contratto del gran premio di Russia è sbagliato. Un attacco terroristico significa che un Paese è in guerra?, ha contro battuto l’italiano. “Non siamo ciechi, ma non credo che questo sia il corretto punto di vista. Onestamente, nessuno può giudicare la nostra moralità. Dov’è la linea, questa è la domanda. La nostra posizione, e sarà sempre così, è che crediamo di avere un impatto positivo sulla situazione politica in toto. Ma non possiamo cambiare una cultura in un battito di ciglia. Quindi mentre ci sono chiaramente delle cose che devono essere migliorate, penso che giochiamo un ruolo importante nel modernizzare il Paese.” 

RIFLESSIONI SUL FUTURO - Quando gli è stato chiesto se ci fossero dei “punti di domanda” riguardo il lungo e remunerativo affare tra l’Arabia Saudita e la F1, Domenicali ha risposto: ”Punti di domanda non è la parola esatta, ma dobbiamo investigare e capire la situazione al meglio possibile”. Per quanto riguarda le minacce di un boicottaggio dei piloti, e le accuse che i piloti fossero costretti a “seguire una linea”, l’italiano ha insistito dicendo: ”Abbiamo discusso tutto in modo trasparente e successivamente la decisione presa è stata quella di correre”

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WOLFF DIFENDE DOMENICALI - Il boss di Mercedes Toto Wolff ha fermamente difeso il CEO della Formula 1. “Mi piace andare a Tel Aviv”, ha rivelato l’austriaco. “Quando sei lì per un po’ di tempo, ti abitui velocemente alle situazioni in cui i droni volano ovunque, e questo capita in entrambe le direzioni. Per quanto ne sappia io, non ci sono stati attacchi terroristici in Arabia Saudita che sono risultati in morti di civili da molto tempo, quindi dobbiamo solamente capire che tutto ciò è molto diverso rispetto ai valori culturali Occidentali dei quali tutti noi siamo abituati. È accettabile da parte nostra correre a dieci miglia da dove c’è stato un attacco missilistico? Certo che no”, ha ammesso Wolff. “Ma qui, nella loro cultura, questo accade spesso. Possiamo cambiare in meglio la situazione per questo Paese? Penso ancora di sì”

NON SI CORRE IN UN PAESE IN GUERRA - Tuttavia l’ex pilota di F1 Ralf Schumacher, il quale ha guadagnato le prime pagine dei giornali per aver lasciato l’Arabia Saudita dopo gli eventi di venerdì, è stato critico riguardo all’atteggiamento di Domenicali. “Sono un po’ scioccato”, ha detto il tedesco. “Penso che Stefano la prenda un po’ troppo alla leggera e lo spieghi troppo facilmente”, ha aggiunto Schumacher. “Penso che la Formula 1 debba fare una chiara affermazione, noi non corriamo in un Paese che è in guerra. E sfortunatamente questo è proprio il caso.”


Pubblicato da Alex Ramazzotti, 28/03/2022
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