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Itinerari

Da Parigi a Deauville: fuga dalla città con la Fiat 124 Spider


Avatar di Luca Cereda , il 25/04/17

6 anni fa - Verso la Manica costeggiando Senna per viaggiare e guidare di gusto

Verso la Manica costeggiando Senna: ecco la strada per viaggiare e guidare di gusto. Rigorosamente a capote abbassata

FUGA DALLA CITTA' Stufarsi di Parigi è difficile, sia chiaro. Una città così romantica, ricca d'arte e viva di sicuro non invita ad evadere. Salvo presenza di altre forze centrifughe. Ne butto lì due: tanta voglia di mare e un'auto cabrio, magari chic e divertente come la Fiat 124 Spider.

VIVA LO SLALOM Interessante spin-off di una vacanza parigina potrebbe essere Deauville, nella Bassa Normandia. Il mare, spiagge infinite, un'edilizia fiabesca ed eleganti boutique tratteggiano la più raffinata e mondana località località balneare della Côte Fleurie. Tirando dritto sull'autostrada che punta a nord-ovest (prima A14, poi A13) fanno 200 km tondi e due orette di viaggio. Se vi piace guidare, però, non badate alla fretta, che è cattiva consigliera. E invece di fiondarvi sul rettilineo seguite le chicane della Senna: scoprirete che ne vale la pena.

SENZA TETTO Lo faccio anch'io con una carovana di Fiat 124 Spider che canta l'inno alla belle vie. Partendo dal MotorVillage Rond-Point, sugli Champs Elyseés, prendo la rotta di uno dei borghi più belli di Francia, La Roche-Guyon. La spedizione prevede un solo comandamento: capote rigorosamente abbassata, col benestare di Giove Pluvio. Ammetto di aver peccato una volta, ma a fin di bene (il mio): nei tunnel paralleli ad Avenue Charles de Gaulle, sotto La Défense, onde evitare un aerosol di anidride carbonica.

IL BORGO Abbandonata l'Autoroute de Normandie poco prima di Mante La Ville per non perdermi il suggestivo scorcio di Mantes La Jolie, inizio a costeggiare la Senna. Ci vogliono un'altra ventina di minuti prima di parcheggiare la 124 Spider a La Roche-Guyon. Sul borgo, svetta un castello medioevale. E' stato scavato in una roccia di gesso dalla parete altissima, quasi invisibile perché una volta aveva funzioni militari: serviva a controllare le navi che passavano sulla Senna. Oggi è diventato un lussuosissimo resort.

DANZARE E CANTARE Smetto i panni del turista per rimettere quelli del driver. Con la 124 Spider scollino dietro dietro il castello e mi tuffo nelle distese di colza di Gommecourt. In campagna l'asfalto si attorciglia e, in simbiosi con la natura, mi godo un valzer con l'auto. Per farla danzare un po' non ci vuole molto, complice la trazione posteriore, il raffinato schema delle sospensioni (davanti a quadrilatero, dietro multilink) e il peso piuma: quello dell'auto, non dello sterzo, che porta un piacevole carico tra le mie mani e mi parla schietto. Far cantare la 124 Spider, invece, non è altrettanto appagante. Il tono cupo del 1.4 turbo promette bene finché fa il basso; da soprano diventa meno coinvolgente.

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LA RUE DES IMPRESSIONISTES Qualche chilometro dopo, guidando verso Vernon, mi ritrovo sulla Strada degli impressionisti. Avete presente quei paesaggi sfocati di mille tonalità di colore che vedevate sui libri di storia dell'arte? Ecco, lì si entra dritti nel quadro. Volete andare a colpo sicuro? Puntate il navigatore su Giverny, dove abitava e dipingeva Claude Monet. La sua casa e il suo atélier sono ancora lì e si possono visitare. Sono stati restaurati com'erano a fine Ottocento e, da molti anni ormai, dichiarati monumento nazionale francese.

GIOCHIAMO UN PO' Potrei passare delle ore a contemplare il paesaggio, ma il quadrante mi suggerisce di spicciarmi. Scavalco la Senna a Port Morin e provo a non cincischiare troppo tra serpentine e rotonde, che invitano a giocherellare con il posteriore della 124 Spider. Un vezzo da poco sforzo ma che richiede un po' di accortezza. Ad esempio nel non ricorrere alla potenza, sfruttando, piuttosto, i trasferimenti di carico. Bisogna provocarla, questa spiderina, perché si lasci andare: può sempre contare su una buona dose di trazione e normalmente il posteriore segue fedele l'avantreno granitico. Il bello, però, è poterci giocare in tutta sicurezza: senza brusche reazioni, riprendere i controllo è sempre questione di un attimo.

DIAMOCI DENTRO Snocciolo le marce a colpi secchi e fulminei: comincia la galoppata verso la costa. Quando hai fretta il Multiair prende le tue parti, mettendo in gioco sin da subito buona parte del suo potenziale (140 cv) per spingere forte. Poi l'allungo è quello che è. Ma l'importante è rimettersi in autostrada appena in tempo per rispettare i programmi, che chiamano me e la mia spiderina a sfilare ad Honfleur all'ora dell'aperitivo.

CLASSICO MODERNO Honfleur è un vero gioiello e il pittoresco porticciolo la sua punta; le sue case dai frontali ricoperti d'ardesia hanno ispirato i pennelli di Gustave Courbet, Eugène Boudin e Claude Monet, tanto per citarne alcuni. In un contesto così raffinato, per non dire snob, la Fiat 124 Spider sembra trovarsi a proprio agio. Al suo passare, ma anche in sosta, sono tutti sorrisi e saluti dai turisti incuriositi. E la cosa mi sorprende, ma fino un certo punto. Ho sempre pensato che l'operazione-nostalgia, al Centro Stile Fiat, fosse perfettamente riuscita: le rotondità (nei led e nelle gobbe sul cofano), i fari allungati e quel posteriore che spinge in fuori, tutto di questa spider mantiene un gusto classico nella sua modernità. Rispettando l'heritage della 124 Spider di cinquant'anni fa.

SULLA SCIA DI COCO Arrivo in albergo a Deauville con un fiume di pensieri in testa: provo a raccoglierne alcuni. Numero uno: i trecento chilometri di oggi avrebbero meritato una settimana di viaggio, tanto erano densi di spunti, di belle cose e di emozioni. Sarà per la prossima. Numero due: tutto è più bello se visto da un abitacolo aperto: non lo scopro certo oggi, ma non pensavo di arrivare a godere perfino nel traffico di Parigi. Numero tre: la vita da cabrio impone sacrifici. Viaggiando in coppia, nell'abitacolo portate il minimo indispensabile per dissetarsi e smartphone possibilmente piccoli, che altrimenti non trovano posto; nel bagagliaio, due borse morbide e non di più. Pochi vestiti, dunque, ma quelli giusti. Sopratutto se alloggiate nella città di Coco Chanel.


Pubblicato da Luca Cereda, 25/04/2017
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