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Pneumatici

Risparmiare sulle gomme? Coi pneumatici rigenerati. Pro e contro


Avatar di Lorenzo Centenari , il 21/04/22

1 anno fa - Cosa sono e perché prendere in considerazione i pneumatici ricostruiti

Pneumatici ricostruiti: cosa sono, quanto costano. Pregi e difetti
Cosa sono e perché prendere in considerazione i pneumatici ricostruiti. Quanto costano rispetto a gomme nuove, cosa dice la legge

Metti che devi cambiare il treno di pneumatici, ma hai pure un budget limitato (in tempi come questi, non sei l'unico). Per risparmiare senza necessariamente indirizzarsi sul mercato del ''low cost'' - sinonimo, il più delle volte, di ''low quality'' - una soluzione esiste e chiamasi pneumatici rigenerati. Sino a qualche tempo fa prerogativa dei veicoli industriali e del trasporto aereo, oggi la filosofia degli pneumatici ricostruiti si fa largo anche tra le automobili. Vuoi saperne un po' di più? Tipo: quanto risparmio, dove li trovo, etc? Ecco una mini-guida per neofiti.

PNEUMATICI RICOSTRUITI: PRESENTIAMOCI

In generale, chiamansi pneumatici ricostruiti, o rigenerati che dir si voglia, pneumatici usati che conservano intatte le loro caratteristiche strutturali e ai quali viene sostituito il battistrada usurato con un battistrada nuovo, attraverso una specifica tecnica (che non necessariamente è sempre la stessa, come vedremo tra poco). Condizioni indispensabili per poter rigenerare un pneumatico sono sia la qualità della carcassa stessa, sia un buon grado di manutenzione e un non eccessivo tasso di usura (battistrada residuo profondo almeno 2-3 mm). Possono essere ricostruiti sia pneumatici invernali, sia estivi, sia anche all season.

PNEUMATICI RICOSTRUITI: I PROCESSI DI LAVORAZIONE

Utile può risultare anche un'infarinatura sul percorso che accompagna un pneumatico usato e non più idoneo alla circolazione a una nuova vita sottoforma di pneumatico ''riciclato''. Un processo, cioè, che segue alcune fasi ben distinte e particolarmente rigide.

SELEZIONE

Prima di essere giudicato idoneo, il pneumatico viene sottoposto a controlli sia di natura empirica (controlli visivi e tattili), sia tramite apposita strumentazione tecnologica, come ad esempio la cosiddetta ispezione shearografia per opera di un macchinario laser in grado di rilevare eventuali danni e imperfezioni della carcassa non visibili a occhio nudo.

RASPATURA

Gli pneumatici che superano i controlli preliminari vengono poi sottoposti all'asportazione del battistrada usurato tramite una macchina raspatrice elettronica che grazie ad un software sofisticato riesce ad eliminare ogni residuo. Resterà quindi una superficie ruvida e omogenea, sopra la quale verrà applicato il battistrada nuovo.

ISPEZIONE CARCASSA

Dopo la raspatura, si procede ad un uteriore e approfondito controllo della carcassa. Quando necessario, si provvede a effettuare le riparazioni del caso.

SOLUZIONATURA

Sullo pneumatico si applica un sottile strato di gomma adesiva, detta gomma di collegamento, che prepara la superficie all’applicazione del nuovo materiale.

APPLICAZIONE BATTISTRADA

L'applicazione del nuovo battistrada può avvenire sfruttando la tecnica a caldo (la carcassa viene montata su un macchinario rotante che applica una nuova fascia di gomma cruda senza disegno) oppure la tecnica a freddo (sulla carcassa viene applicata una fascia prestampata con impresso il nuovo disegno e prevulcanizzata). 

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VULCANIZZAZIONE

Con la tecnica a caldo, lo pneumatico entra in una pressa di vulcanizzazione con temperatura di circa 150-160 °C e munita di uno stampo col disegno che verrà impresso sullo pneumatico. Optando per la tecnica a freddo, invece, lo pneumatico viene messo sotto vuoto per estrarre l’aria residua fra gli envelopes e lo pneumatico stesso. Si procede poi a fondere il nuovo battistrada con la carcassa, a una temperatura di 110 °C per una durata di 3 ore circa.

RIFINITURA

Completata la vulcanizzazione, lo pneumatico ricostruito è sottoposto ad un controllo finale interno ed esterno effettuato con appositi macchinari, per poi passare alle rifiniture di ordine prettamente estetico.

PNEUMATICI RICOSTRUITI: LA LEGISLAZIONE

Montare pneumatici ricostruiti sulla propria automobile è una prassi ricosciuta dalla legge e regolamentata dalla apposita normativa europea ECE ONU 108 (normativa ECE ONU 109 per i veicoli commerciali). Ogni pneumatico rigenerato e uscito indenne dai controlli riporta uno specifico marchio di omologazione. Lo si riconosce dalla marchiatura ''Retread'' e dalla sigla ''108 R'', mentre all’interno di uno dei cerchio comparirà la lettera ''E'' seguita da un codice a 6 cifre.

PNEUMATICI RICOSTRUITI: CANALI DI ACQUISTO

Come sempre più spesso accade anche per i pneumatici nuovi, canale preferenziale per l'acquisto di pneumatici ricostruiti è il canale online. Il web fiorisce di portali attraverso i quali selezionare e comparare prodotti di diverse marche e tipologie. Tra i siti di e-commerce in più rapida ascesa si può citare eGommerce, marketplace di proprietà di Hardgreen, azienda fondata nel 2010 e pioniera in Italia nella vendita online di pneumatici ecologici rigenerati. Proprio eGommerce, grazie al supporto di Turnover, agenzia certificata Amazon, si è di recente imposta come una delle realtà a maggiore tasso di crescita sulla rete, registrando nel 2021 un incremento del +350%. Ma la rete offre anche numerose altre alternative: basta armarsi di pazienza, e navigare.

PNEUMATICI RICOSTRUITI: PERCHÈ SÌ, PERCHÈ NO

In definitiva: appreso come nasce uno pneumatico rigenerato e rassicurato del fatto che ti permette di circolare nel pieno rispetto del Codice della Strada, ti chiederai ora se vale la pena preferirlo a un prodotto nuovo. Come sempre, ai vantaggi fanno da contrappeso alcuni svantaggi.

VANTAGGI 

Indubbiamente, tra i ''pro'' vanno citati i benefici economici, in quanto gli pneumatici ricostruiti, in media, costano tra il 30% e il 50% in meno rispetto a quelli nuovi. Il prezzo per le proprie tasche, ma anche per l'ambiente: mentre per la produzione di uno pneumatico nuovo vengono consumati tra i 20 e i 28 litri di petrolio greggio, nel caso dei ricostruiti il consumo di petrolio si riduce in media a circa 5,5 litri, visto che il processo di ricostruzione preserva circa l'80% del pneumatico di origine.

SVANTAGGI

Tra i ''contro'', si potrebbero segnalare un rischio più elevato di problemi alla carcassa, percorrenze mediamente più brevi rispetto agli pneumatici nuovi, inoltre possibili minori proprietà sia in termini di comfort (maggiore rumorosità), sia - in misura inferiore - di sicurezza di guida (possibile minore aderenza). A differenza dei pneumatici per camion, infine, quelli per autovetture possono essere rigenerati una volta sola anziché un massimo di tre volte. A ciascuno, ora, le proprie considerazioni personali.


Pubblicato da Lorenzo Centenari, 21/04/2022
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