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Prova

Rover 25 2004


Avatar Redazionale , il 18/10/04

19 anni fa - Più ricca e più conveniente.

Una bella sforbiciata al listino e allestimenti più ricchi per tutte le versioni. Con una ricetta molto invitante, la Rover lancia la nuova 25, riposizionandola in pieno segmento B con rinnovate ambizioni di successo.

PETER PAN Proprio come Peter Pan, la piccola di casa Rover pare non avere alcuna voglia di crescere. Sul mercato ormai da diversi anni, dapprima come 200 e poi come 25, ha mantenuto inalterate dimensioni e caratteristiche generali. Una mossa controcorrente, in un'epoca che vede le utilitarie (e non solo) mettere su centimetri ed euro con cadenza quasi annuale. Così, nata inizialmente come trait-d'-union tra i segmenti B e C, l'inglesina è stata pian piano risucchiata nel primo.

PREZZI IN DISCESA

Oggi, presa piena consapevolezza del suo ruolo, la nuova 25 affronta dunque il mercato con uno spirito diverso, oltre che con un look rivisto. Per renderla più desiderabile, in attesa del lancio della nuova piccola City Rover atteso per l'inizio del 2005, la Casa le ha dato innanzitutto una dote più ricca e ha rivisto al ribasso le sue pretese economiche. Il listino della 25 parte ora dai 10.980 euro della 1.1 Entry a tre porte per arrivare ai 16.350 della 2.0 TD Club a cinque porte.

SI ADEGUA

Le modifiche esterne seguono il sentiero tracciato dagli altri modelli. Addio quindi alle coppie di fari circolari di gusto vintage e largo a moderni proiettori che racchiudono tutto sotto un'unica lente. Anche la mascherina cambia stile, perdendo per strada un po' di cromature e convertendosi a forme più geometriche, mentre nella parte bassa i paraurti guadagnano un taglio più sportivo.

A TUTTO TONDO

Aria di novità pure dentro l'abitacolo, dove cambia completamente il disegno della plancia. L'elemento più personale sono senza dubbio le quattro bocchette dell'aria circolari, con le due centrali che svettano su una consolle semplice e razionale. Le finiture sono di tipo piuttosto economico ma la 25 si fa perdonare con un'abitabilità superiore alla media delle rivali. Giusto i più alti possono lamentarsi per la forma spiovente del padiglione ma a parte questo l'abitacolo è tra i più accoglienti in circolazione.

UNA VERA RARITA'

La gamma resta composta da cinque motorizzazioni (1.1 da 75 CV, 1.4 da 84 e 103 CV, 2.0 TD da 101 e 113 CV), con le prime tre, a benzina, che fanno e continueranno a fare la parte del leone nelle vendite. Il caso, più unico che raro, ha una spiegazione immediata. Anche se i suoi costi di gestione sono ragionevolissimi, il turbodiesel ha una cilindrata che mette in soggezione molti potenziali acquirenti e finisce così col raccogliere pochi consensi.

BELLO ARZILLO

 Il problema è relativo, anche perché, per quanto non più freschissimi, i motori a benzina si difendono ancora bene. La versione più potente del 1400, in particolare, sfoggia una notevole grinta e permette di divertirsi un po' nella guida allegra. Parte del merito va anche alla grande maneggevolezza assicurata dal telaio, con un retrotreno molto svelto e reattivo.

SEMPRE VALIDO Anche il 1100 è promosso con sufficienza piena. A dispetto della cilindrata ridotta e della massa non trascurabile riesce infatti a disimpegnarsi senza difficoltà. Certo, se si vuole uno spunto brillante occorre torturare l'acceleratore ma nella guida normale, grazie anche al buon cambio, si gode di un'apprezzabile fluidità di marcia.


Pubblicato da Paolo Sardi, 18/10/2004
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