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Prova su strada

Opel Astra 2016


Avatar Redazionale , il 06/10/15

8 anni fa - Motori nuovi, peso sotto controllo e tanta tecnologia a bordo

Le parole d'ordine sono dinamismo, efficienza e connettività

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SICURI DI SE’ A Rüsselsheim, in casa Opel, vanno dritti per la loro strada. Quando si fa loro presente che lo scandalo Volkswagen potrebbe aiutare la nuova Astra a rubare quote di mercato alla rivale di sempre, la Golf, fanno quasi spallucce. Sono convinti di aver fatto tutte le cose per bene e che la loro nuova Opel Astra 2016 abbia tutte le carte in regola per far bene, anche senza aiuti esterni: per progettarla sono partiti da un foglio bianco, con l’idea di farne la prima della classe.

TUTTA UN’ALTRA STORIA Da un punto di vista estetico, la nuova Opel Astra 2016 segna un nuovo passo avanti per lo stile del marchio. La sua linea è atletica, lontana anni luce da quel look da secchiona che avevano certe sue antenate.  Ora le lamiere hanno slancio e tagli personali. Tra i molti segni particolari spiccano la mascherina bilama e i fari che si collegano senza soluzione di continuità, la nervatura che segna la fiancata e, soprattutto, il montante posteriore: il suo disegno fa sembrare il tetto come sospeso, regalando alla vista d’insieme un’aria più leggera.

A DIETA E l’Astra 2016, va sottolineato subito, è davvero leggera. All’argomento avevamo a suo tempo dedicato un intero articolo e a quello rimando per un’analisi completa (è tra le notizie correlate). Qui voglio però ricordare come gli ingegneri abbiano progettato ogni singolo componente pensando a come fosse possibile risparmiare peso. Il risultato si vede sulla bilancia: rispetto alle omologhe versioni uscenti, quelle nuove pesano dai circa 120 ai 200 kg in meno.  Tra i contributi più importanti c’è quello della scocca che, grazie agli acciai ad alta resistenza utilizzati, fa segnare da sola un bel -77 kg. In termini assoluti, invece, l’Astra base, senza conducente, è sotto le 1,2 tonnellate.

IN CONTROTENDENZA Oltre ad apparire più in forma, l’Astra 2016 sembra anche più piantata sull’asfalto e stavolta il merito va alle diverse proporzioni della carrozzeria. La nuova generazione è più corta (-5 cm, per un totale di 437) e più bassa (-2,5 cm), mentre la larghezza resta più o meno invariata (-0,5 cm, 181 cm). Gli sbalzi si riducono e, cosa curiosa, vista la moda imperante, una spuntatina c’è anche a livello del passo. Ma come – direte voi – di solito questo non si allunga per migliorare l’abitabilità? In teoria sì, però in Opel sono riusciti comunque a ottenere lo stesso risultato anche avvicinando le due ruote. Come siano arrivati a ciò è presto detto: razionalizzando la disposizione di ogni elemento e adottando sedili di nuova concezione, con lo schienale molto sottile eppure comodi e ben conformati, al punto da ottenere la certificazione AGR, che ne testimonia la bontà. E non è tutto, perché possono avere la funzione di massaggio, la ventilazione interna e possono essere riscaldati, così come riscaldabili si possono avere anche i posti esterni del divano. Metro alla mano, i passeggeri posteriori hanno a disposizione 3,5 cm in più per le gambe mentre, per dirne un’altra, chi guida ha 22 mm in più di spazio sopra la testa.

ARIA NUOVA Anche sotto il cofano tira un’aria nuova, con una gamma di motori fresca di giornata. Le cilindrate sono comprese nell’intervallo 1.000-1.600, mentre le potenze oscillano tra i 95 e i 200 cv. Entrando nel dettaglio, l’unico aspirato del gruppo è un 1.400 a benzina da 100 cv. Poco di più sembra offrire sulla carta il 1.000 turbo da 105 cv ma la sovralimentazione lo rende molto più corposo a tutti i regimi, pur mantenendo il consumo dichiarato in soli 4,2 l/100 km. Andando in crescendo, lo step successivo è rappresentato dal 1.400 turbo in alluminio nuovo di zecca, declinato in due livelli di potenza, 125 e 150 cv, con una coppia massima che può raggiungere i 245 Nm e consumi medi comunque sotto i 5 l/100 km. Punta di diamante della gamma a benzina è poi un 1.600, a sua volta turbo, da ben 200 cv e 300 Nm, che promette prestazioni di tutto rispetto, con una velocità massima di 235 km/h. Tre sono invece le alternative  Diesel, tutte sviluppate sulla base di un unico 1.6 CDTI, da 95, 110 e 136 cv, con coppia massima compresa tra i 280 e i 320 Nm ed emissioni di CO2 che non superano mai i 100 g/km. Quanto ai consumi, il primato in famiglia spetta alla versione intermedia, che sorseggia 3,4 litri di gasolio nel ciclo di omologazione.

E LUCE FU Chi volesse consultare le schede tecniche, trova tutti i dati raccolti nel file allegato e lo stesso vale anche per il listino prezzi. Più che perdersi nei numeri, qui vale la pena di ricordare come l’Opel Astra 2016 sia equipaggiata (o equipaggiabile) con accessori all’ultimo grido, che migliorano la qualità della vita a bordo e la sicurezza. Un esempio su tutti viene dai fari con sistema IntelliLux a matrice di Led (1.300 euro), che permettono in pratica di viaggiare sempre con gli abbaglianti inseriti. Una centralina collegata a una telecamera decide poi quanti e quali Led tenere accesi o spenti per illuminare al meglio la strada, senza abbagliare gli altri automobilisti. E il sistema funziona davvero, perché ampiezza e profondità del fascio luminoso sono eccellenti e in diverse decine di chilometri di guida notturna non ho mai trovato qualcuno che lampeggiasse, infastidito dai fari. Altri fiori all’occhiello della dotazione sono il riconoscimento dei cartelli stradali, l’avviso del superamento involontario della linea di corsia e il sistema che lo contrasta proprio, agendo sullo sterzo. Ulteriori menzioni sono per il Forward Collision Alert e per l’Autonomous Emergency Braking: il primo fiuta il rischio di un tamponamento e lo segnala, il secondo agisce sui freni per salvare il salvabile, una volta capito che il pilota è troppo distratto. Completano la scena il dispositivo di monitoraggio dell’angolo cieco e il parcheggio assistito.

SEI CONNESSO? Un discorso a parte va poi fatto per la connettività, altro capitolo preso molto a cuore dai tecnici. Due i sistemi proposti, il Navi 800, con schermo da 8”, e l’R 4.0 IntelliLink da 7”, che deve sfruttare le mappe presenti su ino smatphone collegato. La connessione è in entrambi casi garantita con i sistemi operativi più diffusi, grazie a Apple Car Play e Android Auto (disponibile a breve). Interessante anche la presenza del sistema OnStar, già sperimentato da GM in altri continenti e che assicura il collegamento 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, con una centrale operativa capace di dare ogni genere di supporto al guidatore, dall’invio di soccorsi in caso d’incidente (anche in automatico, in caso di scoppio di un airbag), alle indicazioni più disparate su itinerari, ristoranti e diagnostica dell’auto. Last but not least, l’Astra 2016 si può trasformare in un hot spot Wifi 4G LTE viaggiante, cui collegare fino a sette device.

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FATE LARGO Prima di passare alla vera prova su strada, un breve cenno ai prezzi. Il listino parte in teoria da 17.600 euro per arrivare a 25.500 euro. Attenzione, però, perché in questo primo periodo Opel ha deciso di entrare sul mercato con grande decisione e con offerte molto interessanti. Su tutta la gamma è previsto uno sconto incondizionato di ben 2.500 euro, con altri 1.000 euro di accessori gentilmente offerti dalla Casa. Ce n’è abbastanza per prenotare un posto tra i primi delle classifiche  di vendita.

ONE SIZE FITS ALL L’Opel Astra 2016 veste bene i piloti di tutte le taglie, con il volante e il sedile che hanno regolazioni molto ampie. Ogni comando è facile da raggiungere e l’opera di razionalizzazione del mobiletto centrale fatta dai designer dà i suoi frutti. I tasti non sono pochi rispetto a certe rivali ma la loro presenza aiuta a ottenere ciò che si vuole al primo colpo, senza doversi muovere in un labirinto di menù all’interno del sistema di infotainment. Anche la qualità delle finiture è buona e l’unico appunto che mi sento di fare – da bravo precisetti quale sono - è alla pedaliera, che trovo un pelo troppo arretrata. La sua posizione può indurre chi guida a sedere più indietro ma anche così chi sta dietro ha comunque a disposizione centimetri in abbondanza, per le ginocchia così come per la testa.  E ciò vale anche per il posto centrale, cosa mai scontata. A furia di dare centimetri a destra e a manca, il bagagliaio è invece discreto e nulla più, con una capacità che va dai 370 ai 1.210 litri.

CHE PEPERINO! Delle tre versioni che ho avuto modo di provare, quella che mi ha colpito di più è la 1.0 Ecotec turbo. Il piccolo tre cilindri ha già dimostrato di cavarsela alla grande nei segmenti inferiori e qui dimostra di aver temperamento e birra per affrontare il salto di categoria senza problemi. La sua progressione è regolare e se si entra in tackle sul gas riesce a sfoggiare una bella vivacità (11,2 secondi è il tempo nello 0-100). In autostrada, poi, viaggia spedito e silenzioso a 130 km/h con la lancetta del contagiri fissa a quota 3.000.

JOLLY Chi cercasse di fare felici nello stesso tempo il piede destro e il portafoglio potrebbe invece orientarsi  sul nuovo 1.400 turbo benzina. La sovralimentazione gli regala un carattere paragonabile a quello di un duemila aspirato di qualche tempo fa, con però ancora più coppia, peraltro ben spalmata su tutta la curva d’erogazione. E all’occorrenza i suoi puledri di razza sanno anche tirare il carretto: pur con a bordo quattro adulti, gli spunti restano allegri.

IL PREDESTINATO Quanto a versatilità, però, è impossibile battere il 1.600 CDTI, candidato unico al ruolo di best-seller della gamma. Parlando nello specifico della versione da 136 cv, dai 1.500 giri inizia un crescendo che si fa molto grintoso attorno a quota 2.000 e che poi si trasforma in un bell’allungo. Il risultato è una guida piacevole e poco stressante; basta un colpo d’acceleratore per completare un sorpasso o per liberare rapidamente un incrocio allo scattare del giallo, avendo d’altro canto sempre la rotondità che serve per viaggiare in mezzo al traffico. Di fronte a tanta generosità, si può anche chiudere un occhio se il turbodiesel alza qualche volta la voce, no?

TRASFORMISTA Con quest’ultimo motore l’Astra veste i panni della globetrotter, perfetta anche per far parte di una flotta aziendale (a proposito, gli intervalli di manutenzione arrivano fino a 30.000 km, mica male). Con i benzina turbo 1.4 e 1.0 i ruoli possono essere invece quelli della factotum per famiglie e addirittura della brava cittadina: per quanto le dimensioni non siano tascabili e la visibilità posteriore non sia il massimo, la maneggevolezza è buona e in manovra se la cava bene.

ROSA SENZA SPINE Su strada aperta, infine, l’Astra 2016 capitalizza gli sforzi fatti dagli ingegneri per contenere la massa. Grazie all’ottimo peso-forma, questa Opel può permettersi il lusso di adottare sospensioni non troppo rigide, che digeriscono bene lo sconnesso senza pagare dazio quando al pilota si chiude la vena ed entra in curva senza tanti riguardi. In questo caso l’assetto rimane comunque piacevolmente neutro, con la macchina che non si appoggia troppo sulle ruote esterne e scorre sempre bene in traiettoria. 


Pubblicato da Paolo Sardi, 06/10/2015
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