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Dotto Creations Biancaneve: da una Honda del '79, la moto del futuro


Avatar di Emanuele Colombo , il 14/05/22

1 anno fa - In video la moto con sella a scomparsa: Biancaneve by Dotto Creations

Dotto Creations Biancaneve: il restomod Honda CX500 in video
Una Honda bicilindrica degli anni Settanta si trasforma in una scultura semovente con sella a scomparsa: Biancaneve. Il video

La moto come opera d'arte, ridotta al suo essenziale: quante volte abbiamo già sentito quest'approccio alle due ruote? Alcune realizzazioni, però, sanno catturare l'attenzione più di altre. Perché colgono l'essenza più nel profondo; perché creano suggestioni più intense o semplicemente perché sono più belle. È il caso di Biancaneve: una creation vera e propria più che un restomod o una special, anche se la base è una Honda CX500 del 1979. Che grazie a un sapiente lavoro di cesello diventa oggetto dal design addirittura futuristico. ''Il nostro obiettivo è stato decidere che cosa vale la pena tenere ed eliminare tutto il resto. Mantenere esclusivamente l’essenza di ciò che vogliamo comunicare e farlo nel modo più semplice'', dicono Francesco Iannuzzi e Gianluca Bartolini, i due designer dietro a Dotto Creations, che con Biancaneve hanno dato vita alla loro prima opera. La loro è prima di tutto la ricerca della libertà espressiva, che nei prodotti ordinari rimane schiacciata dai dogmi e dalle metodologie. Limiti che ben conoscono per aver lavorato per marchi blasonati come Pininfarina, Italdesign e il gruppo Volvo.

La Honda CX500 del 1979 da cui è nata Dotto Creations Biancaneve La Honda CX500 del 1979 da cui è nata Dotto Creations Biancaneve

IL LOOK PRIMA DI TUTTO La passione per la moto li ha portati a cercare questa libertà proprio nella motocicletta, che della libertà è un chiaro simbolo. ''Una moto vive principalmente due stati'', dicono: ''Quando la moto è parcheggiata è un simbolo, esprime tratti della personalità del proprietario. Un certo tipo di mezzo può svelare la passione per l’avventura oppure la ricerca della velocità estrema per un pilota innamorato dell’adrenalina. Ma una moto può anche rappresentare una persona che vuole un prodotto cucito su misura in base alle proprie necessità e/o passioni, come nel caso delle cafè racer e dei chopper''. ''Altro momento importante è l’esperienza di guida. Raggiungi la moto, ci sali sopra, accendi il motore e l’esperienza che provi è inebriante per la sensazione di libertà e per l’adrenalina scatenata dall’innata pericolosità caratterizzante un veicolo a due ruote. L’esperienza di guida è un qualcosa di necessario per ogni moto. Durante la progettazione la si può migliorare a livello di prestazioni ma noi abbiamo deciso semplicemente di mantenerla godibile. L’aspetto estetico, invece, è tutta un’altra storia''.

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GUARDANDOLA MEGLIO Innegabile che per Biancaneve sia la forma l'aspetto preponderante. Tutta la meccanica è stata ridotta all'osso, con scarichi tagliati e privi di terminali, aspirazione diretta con filtri montati sui carburatori e una verniciatura nera che quasi la nasconde. Nasconde un bicilindrico vintage raffreddato a liquido da 497 cc e 50 cavalli, capace di raggiungere i 176 km/h, e nasconde il cardano, che nella sua intrinseca essenzialità visiva aggiunge purezza al design minimalista. Il guizzo è chiaramente la sella a scomparsa, che non solo viene celata da un codone mobile, che si solleva e arretra tramite una cerniera a pantografo: il piano di seduta è retrattile e con un movimento a cassetto si sfila da sotto il serbatoio per poi sollevarsi leggermente e accogliere il pilota. ''Biancaneve è la nostra prima risposta a tutte quelle domande che ci hanno animato'', proseguono i designer. ''Vuole essere una scultura quando parcheggiata ma dare un’esperienza di guida fluida quando necessario. La apri. Ci sali. La guidi''. Certo, guai a chiuderla in un garage: un oggetto così non può mai essere nascosto alla vista. Soggiorno, museo, vetrina... a voi la scelta dove parcheggiarla.


 


Pubblicato da Emanuele Colombo, 14/05/2022
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