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Kawasaki Z400: la nuda che piace ai giovani. Prova su strada


Avatar di Danilo Chissalé , il 04/06/19

4 anni fa - La nuda Kawasaki è pronta a conquistare i possessori di patente A2

Kawasaki Z400 2019: prova su strada, scheda tecnica, pregi, difetti e prezzo della naked di Akashi pensata per la patente A2

PUZZLE COMPLETO La famiglia Z di Kawasaki è senza dubbio la più apprezzata nel listino della Casa di Akashi. L’ultima arrivata, la Z400, va a completare una gamma che attira dai ragazzi con la Z125 fino a raggiungere gli smanettoni duri e puri con la Z1000R. Senza dimenticare che nel mezzo ci sono dei best seller come le medie Z650 e Z900. Le aspettative sono alte, sarà all’altezza del blasone la piccola naked? Scopriamolo insieme.

CHIARAMENTE Z A primo impatto non si hanno dubbi, la Z400 è chiaramente membro della famiglia Z: linee tese e spigolose, faro anteriore basso e seduta ben incavata. Le uniche note fuori dal coro arrivano dal colore amaranto, alternativo all’immancabile verde, e dal faro posteriore a LED – a LED anche quello anteriore – di derivazione Ninja 400. Le finiture non lasciano adito a critiche, questa Z400 è davvero ben rifinita con alcuni dettagli, come le pedane del passeggero realizzate dal pieno e amovibili decisamente curati. Attenzione al dettaglio che però ha portato a delle rinunce discutibili come la possibilità di regolare la distanza dal manubrio delle leve di frizione e freno. Complet, seppur datata nell’aspetto, rispetto ad alcune rivali, la strumentazione mostra oltre alle classiche informazioni anche due trip e gli indicatori di consumo medio ed istantaneo.

GIUSTA PER TUTTI La Z400, che sostituisce a listino la vecchia Z300, si presenta con una formula intelligente per attirare consensi da più parti possibili. Il design è di quelli che piacciono ai giovani, magari possessori di patente A2 e alla ricerca della giusta moto per incominciare. Potenza ridotta, cilindrata contenuta e tagliandi a 12.000 km fanno invece gola a chi cerca un’alternativa allo scooter o vuole tornare in moto dopo tanto tempo mentre i soli 167 kg con il pieno di benzina (14 litri la capienza del serbatoio) strizzano l’occhio al gentil sesso.

QUI MOTORE Come detto qualche riga sopra, la Kawasaki Z400 condivide tanto, quasi tutto, con la sorella carenata Ninja 400, vincitrice del Mondiale Supersport 300, motore incluso. Il bicilindrico parallelo frontemarcia raffreddato a liquido da 399 cc eroga 45 cv a 10.000 giri/min e 38 Nm di coppia massima, dati che la issano al vertice della categoria. Ad esso è accoppiato un cambio a 6 rapporti con una frizione antisaltellamento e assistita, ideale proprio per chi non ha dimestichezza con i ferri del mestiere.

QUI CICLISTICA Oltre al motore, anche la ciclistica è in condivisione con la Ninja 400, seppur opportunamente ritarata per ambientarsi al mondo reale fatto di tombini, buche e pavé. Il telaio è realizzato in acciaio ad alta resistenza ed è più leggero rispetto a quello della vecchia Z300. Il comparto sospensioni si compone di una forcella tradizionale con steli da 41 mm che lavora in simbiosi con un mono ammortizzatore regolabile nel precarico (su 5 livelli) mentre l’impianto frenante ha dischi di dimensioni generose rispetto alla cilindrata: 310 mm all’anteriore (stesso diametro del disco della Z1000) e 220 mm al posteriore. Rispetto alla Z300 cresce la larghezza dello pneumatico posteriore, ora di 150 mm, confermato invece l’anteriore 110/70. Nello specifico i cerchi da 17 pollici sono calzati da pneumatici Dunlop GPR300.

PREZZI E ACCESSORI La Kawasaki Z400 si fionda nel segmento delle naked entry level con l’arma principale, ovvero il prezzo, decisamente affilata. La potrete già trovare esposta nei concessionari a 5.590 euro f.c, prezzo che sale a 6.290 euro per la versione Performance arricchita di serie da scarico slip-on Akrapovic, coprisella e adesivo para serbatoio. La lista degli accessori si completa con puntale, borsa da serbatoio, sella maggiorata (+3cm) e lucchetti.

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IN SELLA La Z400 è senza dubbio una moto per nulla intimidatoria e lo si evince anche dalla triangolazione sella/pedane/manubrio. La prima, posta a 785 mm dal suolo e dalla forma rastremata, permette un saldo appoggio al terreno anche a chi è basso di statura, le pedane sono leggermente rialzate e posizionate in posizione avanzata mentre il manubrio, seppur più largo del vecchio modello, è abbastanza stretto, in controtendenza con la moda del momento. La risultante è una posizione comoda per chi non supera i 175 cm, per i lungagnoni, invece, è sicuramente consigliabile l’acquisto della sella optional più alta che permette una posizione delle ginocchia meno rannicchiata.

SI PARTE Il carattere accondiscendete della Z400 si avverte anche una volta girata la chiave e premuto il pulsante di accensione. Il sound del motore al minimo è un brusio sommesso, la frizione è morbidissima e prevedibile allo stacco, i primi metri sarebbero facili anche per un neonato. Nonostante lo scarso chilometraggio degli esemplari in prova la meccanica fa il suo lavoro senza imprecisioni, specialmente il cambio, preciso e rapido negli innesti.

A PASSEGGIO Le strada del Lago di Garda settentrionale fanno da scenario per la prova. Nel pigro traffico urbano di Riva del Garda la Z400 si sente a proprio agio. Il manubrio stretto aiuta nello slalom, al pari del peso irrisorio e l’assenza di alcun tipo di on-off fanno della Z400 un’ottima alternativa allo scooter.

CORSETTA Fin qui sembrerebbe una moto piatta e noiosa giusto? Sbagliato, la musica cambia quando le viuzze lasciano il passo alle sinuose strade che circondano la Valle di Ledro. Qui, quando dalla passeggiata siam passati alla marcia, la Z400 ha messo in mostra una buona schiena ai medi regimi e un sound più coinvolgente. Ottimi anche i consumi, rispettando i limiti e utilizzando il gas con un minimo di oculatezza, il computer di bordo segnava percorrenze di oltre 20 km con un litro di benzina.

SCATTO Ma il DNA racing non ha tardato a mostrarsi quando le curve si sono fatte più tortuose ed incalzanti. La taratura delle sospensioni ha ben digerito le frenate incisive di un impianto potente e decisamente ben modulabile. Il motore, se tenuto alto di giri dato che il picco di potenza si ha molto vicino al limitatore, ha la giusta grinta per conquistare anche chi è abituato a potenze superiori e la velocità massima, dove consentito supera di slancio i 160km/h indicati. Il tutto senza incidere troppo sui consumi che si sono attestati attorno ai 18 km/l a fine test. Tra le curve la Z400 ha colpito per il rigore nel mantenere la traiettoria una volta impostata la curva senza compromettere troppo l’agilità. Le sensazioni trasmesse sono quelle da moto di segmento superiore.


Pubblicato da Danilo Chissalè, 04/06/2019
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