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Day by day Yamaha Bulldog '04


Avatar di Mario Cornicchia , il 20/01/04

20 anni fa -

Il nome è da lista Sirchia ma non ha bisogno di museruola e guinzaglio. Questa bicilindrica è già addomesticata.

La Bulldog, nel nome e nello stile, è un oggetto che piace, che si distingue dalla folla di due ruote che si copiano a vicenda. Nome forte, di carattere, con linee personali e altrettanto forti e ben disegnate. Sarebbe una bella motona nuda ma il marketing Yamaha ha deciso di farne un ibrido, un po’ naked e un po’ custom. La Bulldog non ha ancora deciso cosa fare da grande, con uno stile da nuda e un’impostazione da custom compatta.

CATTIVA SOLO DI NOME

Con quel nome forse e quello stile sarebbe meglio puntare a una nuda maschia, con colori forti e finiture un po’ meno cromate. Magari anche il motore, con qualche cavallo in più della sessantina offerta di serie, sarebbe più adeguato al ruolo di macho bike, ma più che cavalli quello che manca al motorone è il carattere turbolento di "certi" bicilindrici. Ma tant’è, questa è la Bulldog di serie. Un’ottima base per farsi la special.

IL PREZZO C’È

Una bella moto da usare tutti i giorni, venduta ad un prezzo interessante, ad un prezzo da scooterone (anzi meno di alcuni). E la qualità non manca: le finiture sono curate, i materiali solidi e la Bulldog non ha certo l’aspetto di una moto costruita in economia, anzi diremmo che è fatta un gran bene. Certe finiture, poi hanno il loro peso, e per rendersene conto basta spingere la Bulldog a motore spento. È una moto comoda, con il manubrio che al primo impatto sembra troppo piegato a V ma che poi risulta comodo nell’uso di tutti i giorni. Anche se la prima modifica che farei sarebbe un bel manubrio più diritto, più sportivo. Anche i blocchetti sul manubrio stile custom si potevano forse evitare, più scomodi e meno pratici di quelli sportivi.

COMODA LA VITA

La Bulldog è una moto da aperitivo ma, a differenza di altre colleghe, all’aperitivo ci si va (o si torna…) in due con una sella comoda anche per il passeggero. Al bicilindrico 1100, inutile negarlo, una ventina di cavalli in più non sarebbe stato difficile spremerli (sembra che basti farlo respirare meglio, come il cerottino sul naso degli atleti).

POMF POMF

Il rumore da Harley stona un po’ con lo stile tecno-aggressivo, ma il motorone fa il suo dovere nei trasferimenti cittadini da un bar all’altro, o nei casa/ufficio: sufficientemente elastico, non impressiona nella spinta ma si dimostra un compagno facile e sobrio nei consumi nel traffico. Il cardano come da tradizione Yamaha è morbido, il cambio è a prova di errore e non si perde un giro di motore tra una marcia e l’altra.

PASSEGGIATA

Appena si varca il confine cittadino, motore e protezione aerodinamica invitano a gite al passo su statali panoramiche più che a corse in autostrada. Ma se ci scappa il viaggio sa il fatto suo. Lanciata al galoppo la Bulldog vede i 195 indicati, con il limitatore che gracchia a tagliare l’accensione. Ma i 140-150 indicati li puoi tenere all’infinito, anche perché l’unghia sopra il faro a queste velocità funziona ancora a dovere.

MORBIDA MA DIVERTENTE

Sulle curve, invece, la Bulldog si dimostra facile e agile, precisa più di quanto ci si aspetterebbe da una moto da passeggio, anche se è la posizione di guida a non essere adatta alla guida spinta, e le sospensioni sono molto morbide. Meno sportivi sono i freni, potenti nella media e con un comando un po’ gommoso. Costa poco più di uno scooterone ma dà più soddisfazione.In questo servizio:Casco: Nolan N 41Giacca: Spidi Roadway Man Guanti: Dainese 
Pubblicato da M.A. Corniche, 20/01/2004
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