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Prova su strada

BMW R 1200 C Montauk


Avatar Redazionale , il 01/08/03

20 anni fa -

Mischiate il telaio della C con le ruote della CL, aggiunge nuove quote ciclistiche, un aspetto più macho e shakerate per bene. Risultato: R 1200 C Montauk, un bombolone americano dall'aspetto aggressivo ma dal cuore dolce. Con lei il Boxer 1200 guadagna le due candele per cilindro. Si guida un gran bene ed ha migliorato erogazione e cambio.

COM’È German Cruiser atto quinto. Non si può certo dire che a BMW manchi la tenacia. La serie cruiser qui da noi non va certo per la maggiore (come tutto il settore del resto) ma negli States ed in altri paesi del mondo, queste moto hanno un mercato importante, e non è certo un caso che nel mondo la famiglia delle R 1200 C ha venduto dal 1997 ad oggi ben 31.700 unità. Insomma, la C è un modello importante per la Casa bavarese,è la moto che ha portato in BMW molti nuovi utenti prima lontani dal marchio. Sarà per quello che la BMW continua imperterrita a sfornare nuove versioni della sua 1200 C.

E CINQUE Siamo alla quinta, esattamente. Dopo la Classic, la Avantgarde, la Independent e la CL, ecco la Montauk, cruiserona tutta muscoli con le gomme ciccie. In questo caso BMW ha percorso a ritroso la strada tracciata per arrivare dalla C alla CL. Infatti, la Montauk altro non è che una CL spogliata, che rinuncia a corpulente carenature per mostrarsi in tutta la sua nudità. In realtà a bordo della Montauk c’è di tutto un po’.

QUOTE DA CL La ciclistica è quella della R 1200 C, cerchi e pneumatici extra large sono quelli della CL

, tra cui ovviamente si fa notare l’ imponente anteriore da 150/80-16: le misure vitali restano quelle della CL, con il corposo interasse di 1641 mm, un’avancorsa di 184 mm e l’inclinazione del cannotto di sterzo di 56,5°. Non mancano all’appello nemmeno il Telelever (qui in versione Wide molto vistosa ma davvero ben fatta) e il Monolever posteriore, ovvero il fissaggio fisso del cardano. La novità è rappresentata dall’ammortizzatore posteriore che grazie ad un nuovo sistema idraulico (denominato WAD e applicato anche alla CL) riesce ad avere un funzionamento progressivo nonostante il fissaggio tradizionale.

CICCIOBOMBA

Cambiano anche carenature laterali che assieme ai parafanghi donano un aspetto più "pienotto" e massiccio alla moto, e nuovo è anche il sellino del passeggero dove il suffisso "ino" ha un suo significato ben preciso viste le risicate dimensioni (e pensando alle dimensioni dei fondoschiena di certe americane ci domandiamo dove andrà mai a finire…). In ogni caso, a disposizione del secondo ci sono altre due selle quella Touring più grande, e quella ribaltabile come sulla C.

LA LUNGA LISTA

Ovvio che lunghissima sia la lista di accessori previsti. Oltre alle selle si può scegliere se montare due diversi tipi di borse (grosse e piccole), manopole riscaldate, tutto quanto comprende l’universo BMW e un pacchetto definito cromo che comprende molti particolari tirati bellamente a lucido.

STANDARD?

Il bello è che anche per la Montauk non si può parlare di moto standard. La rapidità di connessione tra il venditore e la casa madre è tale, che, infatti, si possa ordinare la moto praticamente su misura, con tutti gli accessori già montati. Una procedura già nota nel mondo dell’auto ma che BMW per prima ha introdotto tra le moto.

QUATTRO PER DUE

L’arrivo della Montauk coincide anche con l’arrivo del nuovo motore 2-Spark anche sul motore 1200 e quindi su tutta la serie cruiser. Non cambiano i dati di potenza e coppia dichiarati ancora in 61 cv a 5.000 giri e 98 Nm di 3.000 giri, la doppia accensione ha quindi il solo scopo di regolarizzare ulteriormente il funzionamento del motore, ridurre le emissioni inquinanti e il consumo che si dovrebbe ridurre del 5%. Interessante anche la comparsa del sistema denominato "Jump Start" che consente di raggiungere i due poli della batteria senza smontare mezza moto. Due morsetti piazzati in posizione strategica sul motore e in caso di panne elettrica l’avviamento è assicurato. Ideale per l’Elefantentreffen.

CAMBIO NUOVO

Anche il cambio si rinnova, resta sempre a cinque rapporti ma è stato ulteriormente rivisto negli organi interni per migliorarne il funzionamento. La Montauk porta in dote anche l’impianto frenante EVO, che dal 2004 sarà montato su tutta la gamma cruiser, a richiesta si potrà montare il sistema Integral ABS in versione completamente integrale, per il quale dovrete prevedere di aggiungere 1215 € ai 14.750 richiesti per la moto.

COME VA

Il sospetto di trovarsi al cospetto di una CL svestita ha attanagliato un po’ tutti i tester presenti al lancio della Montauk. La CL è in effetti una moto che preferisce i lunghi rettilinei americani e veder comparire la gommona anche sulla Montauk aveva fatto prevedere altrettanta idiosincrasia per le pieghe anche per la nuova arrivata. Che, invece, ha smentito tutti. La Montauk si guida, e bene per giunta. Senza il gran peso della carenatura a gravare sul ruotone anteriore è tutta un'altra vita. Insomma adesso con questa moto ci si diverte anche se si va per curve. A disposizione del pilota un buon limite di piega (più dalla parte destra che da quella sinistra causa presenza cavalletto), freni eccellenti, e una ciclistica sana come poche nel mondo cruiser.

MEGLIO DUE

Tuttavia, appesi al suo largo manubrione non viene certo voglia di fare delle gran corse. Piuttosto si apprezza il lavoro svolto dalla doppia accensione che ha ulteriormente "elettrizzato" il comportamento del boxer Bmw, nel senso che l’ha reso ancor più morbido e regolare e per questo, forse un po’ privo di carattere. Ora si può procedere a 1500 giri in quinta senza un sussulto per riprendere in maniera corposa appena si dà gas, accompagnati dal borbottio baritonale dello scarico.

PASSEGGIATA BIKE

Moto perfetta, quindi, per andare a spasso e fare passerella sui "sunset boulevard" di tutto il mondo, al punto che qualcuno potrebbe anche apprezzare un comando del cambio a bilanciere (come sulla CL) che qui invece non c’è. A proposito, gli interventi al cambio lo hanno effettivamente migliorato, sia come precisione che come riduzione della gommosità d’innesto.

1200 CC DI MORBIDEZZA

E il Boxer 1200 è una piacevole conferma con la sua bella erogazione. Offre il suo meglio dai 1500 ai 4500 giri, dove sciorina coppia a profusione. La zona rossa (quota 6750) pare lontanissima, ma a sconsigliare di arrivarci è il motore stesso che oltre ad "appiattirsi" parecchio, oltre quota 5500 trasmette copiose vibrazioni a tutta la moto.

Insomma avrete capito che il 1200 si gode in tutto il suo splendore ai bassi regimi, dove sa spingere con il dovuto vigore ma anche far salire la lancetta del tachimetro piuttosto rapidamente, in perfetto stile cruiser del resto.

GUIDO GUIDO TONDO

Giri pochi, dunque, ma prestazioni adeguate. A parte i quasi 180 all’ora indicati di velocità massima (dichiarati 168 effettivi) che su una moto del genere lasciano il tempo che trovano, è un piacere guidare la Montauk lungo quei percorsi dove si può lasciare il cambio in quinta e pennellare le traiettorie a velocità che vanno dagli 80 ai 140 km/h gestendo tutto con il gas. Un range velocistico piuttosto ampio, che mette in evidenza come questa BMW non ami solo le passeggiate, ma abbia anche voglia di farsi guidare. Condotta in modo rotondo e lineare la Montauk concede anche di togliersi qualche soddisfazione, mettendo in mostra tra l’altro una ottima maneggevolezza, e danzando tra pieghe e contropieghe con una certa disinvoltura alla faccia dei gommoni. Questo senza dimenticare che si sta sempre parlando di una cruiser (anche se il ritmo con cui abbiamo affrontato Val Trebbia e Passo Penice aveva ben poco di cruiseristico… povero cavalletto!).

VAI COL LISCIO

Certo la moto gradisce i fondi lisci, perché il gommone anteriore mette tanta superficie a terra, ma mal digerisce le imperfezioni dell’asfalto e soprattutto le giunture longitudinali. Stesso discorso per il posteriore dove l’assenza del Paralever si fa sentire rimandando qualche colpo di troppo alla schiena del pilota, soprattutto se si prende un buco in piena accelerazione.

SI, VIAGGIARE

Comoda, la posizione stanca poco, (apprezzabile anche la sella pilota più stretta che fa poggiare ancor meglio i piedi a terra) e la protezione aerodinamica offerta dal compatto plexiglass non è male almeno fino ai 140 indicati. Insomma con un paio di belle borse montate la Montauk è anche una valida touring. Ci si stanca anche poco, a indolenzirsi un po’ sono solo i palmi delle mani a causa delle manopole di grosso diametro e delle leve un po’ troppo lontane (almeno per me) anche quando regolate entrambe sulla posizione più vicina.
Pubblicato da Stefano Cordara, 01/08/2003
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