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Prova

Husqvarna SM 610


Avatar Redazionale , il 25/08/05

18 anni fa - La motard urbana secondo Husqvarna

Più urbana ma pur sempre Husqvarna. La SM 610 sfodera prestazioni super con un occhio di riguardo per la versatilità. Il suo monocilindrico è molto potente e ha un allungo strepitoso. La guida è tecnica ed efficace con freni e sospensioni di altissimo livello. L'anello di congiunzione tra le motard più stradali e le racing vere e proprie.


COM'È Gialla e blu per chi non vuole rinunciare alla colorazione racing, grigio micalizzato per chi non vuole stonare quando la parcheggia fuori dall'ufficio. La Husky SM 610 si sdoppia per piacere a tutti, anche a chi alle derapate in pista preferisce lo slalom tra le auto in colonna. A Varese pensano così la "urban motard", una moto molto vicina alla filosofia racing, ma con tante attenzioni verso l'utilizzo quotidiano e con una linea che, sinceramente, riesce a spiazzare tutta la concorrenza del sempre più affollato segmento delle motard "gentili".

FIGLIA DI MIGUEL

La matita di Miguel Galluzzi ha, infatti, donato alle striminizite sovrastrutture della Husky un carattere inconfondibile, la SM la riconosci tra mille ed è ricca di dettagli che fanno la differenza, quelli che piacciono tanto al "patron" Claudio Castiglioni. A partire dalla "H" in rilievo che sbuca dalla bocca dello scarico, per finire con le infinite sfaccettature della carrozzeria.

SPORTIVA PER TUTTI

Insomma, una moto che trasmette sportività al primo sguardo, proprio come i modelli più "hard". Se però si va a vedere nei dettagli si scopre che il serbatoio è degno di tale nome (12 litri chiuso con serratura, anche se il tappo è "volante" e non fissato), la strumentazione è completa e tutta digitale e la sella guadagna centimetri preziosi di schiumato migliorando il comfort non solo per chi guida ma anche per il passeggero, che, come il pilota, può contare addirittura su morbide pedane ricoperte in gomma. Peccato però che la leva del cambio non sia a sua volta ricoperta, danneggiando in men che non si dica le scarpe civili.

RUSPANTE Resta poi qualche particolare un po' "ruspante" come il blocchetto di accensione intralciato dal passaggio del tubo del freno (tra l'altro la chiave è veramente piccola) o il bloccasterzo direttamente sul cannotto come le moto di qualche decennio fa, cosa che implica l'avere più chiavi. O, ancora, le plastiche di stampo prettamente crossistico (non verniciate ma colorate direttamente nello stampo). Dietro l'aspetto ruspante c'è comunque una moto molto completa e che, almeno nelle intenzioni, si dichiara predisposta anche a percorrenze "vacanziere" (addirittura è previsto un portapacchi offerto in opzione).


BLASONE CHE CONTA

Una concorrente ostica, dunque, per gli ultimi arrivi del mercato Aprilia Pegaso Strada e Honda FMX che già erano arrivate a dar fastidio alla Yamaha XT. In più la Husqvarna ci mette il blasone di un marchio che, da quando esiste il motard, ha sempre piazzato le sue moto ai vertici dei campionati. Ostica anche perché, contrariamente a quel che si potrebbe pensare, la Husky non ha un prezzo fuori portata ma si piazza più o meno sullo stesso piano delle concorrenti (Honda FMX a parte che è una moto supereconomica) con 7.650 € per la versione gialla e cento euro in più per la versione grigia la SM 610 potrebbe far gola a molti.

PEZZI DI PREGIO

Un po' più cara delle altre, è vero, ma va anche detto che la componentistica è di gran pregio come testimoniato dal forcellone di alluminio (lo stesso delle sorelle racing), dalle sospensioni completamente regolabili nell'idraulica (la forcella è rovesciata), e dal discone flottante Brembo con pinza Triple Bridge e leva regolabile nella distanza su quattro posizioni.

MONO MORBIDO

Non sono solo sovrastrutture e telaio ad avere un occhio di riguardo per l'utilizzo quotidiano, anche il motore è stato profondamente rivisto per aumentarne la fruibilità e soprattutto l'affidabilità. Il monocilindrico raffreddato a liquido con distribuzione monoalbero aggiunge un contralbero per smorzare le vibrazioni mentre la rumorosità meccanica si riduce grazie all'utilizzo di molle valvole di richiamo a rigidità variabile e di una catena di comando a maglie silenziose.

CAVALLI A IOSA

Il tubone di scarico contiene anche il catalizzatore (Euro 2), mentre per avere una reale utilizzabilità in ogni condizione l'impianto di raffreddamento utilizza un termostato e una elettroventola. Le attenzioni riservate al motore per aumentarne la versatilità e l'affidabilità non hanno comunque impedito ai tecnici Husqvarna di incrementarne la cavalleria che si piazza al top del segmento della cosiddette "soft motard". Un pistone più compresso e l'arrivo di un nuovo carburatore Keihin MX da 41 mm hanno portato la potenza a 54 cv a 7.000 giri (coppia 52 Nm a 6.500 giri), davvero una bella scuderia per una moto considerata "soft", ma che poi, tanto soft non è.

COME VA

Non vi aspettate la moto civile tout court, perché la Husky ci tiene al suo palmares e non ha nessuna intenzione di rinunciare alla sua indole sportiva. Direi che piuttosto la SM 610 si pone a mezza via tra le motard derivate dalle competizioni e quelle che la pista probabilmente non la vedranno mai, come ad esempio la XT 660 o la FMX.

SELLA STRETTA la Husky invece è una motard stradale sì, ma di tipo supersportivo, lo dicono tanti particolari come la sella che avrà anche una imbottitura maggiorata, ma è stretta come la schiena di Kate Moss, così che un fondoschiena normale appoggia solo per 1/3, con il risultato di affaticarsi presto.

MONO DI RABBIA

Lo dice anche il motore, senza dubbio uno dei migliori del segmento se non il migliore in assoluto per potenza assoluta e cattiveria di erogazione, il tutto con un contorno di un sound molto racing, tanto che c'è da chiedersi come abbiano fatto ad omologare una cassa filtro con quel vocione. L'ottimo lavoro svolto dai tecnici di Varese ha dato come risultato un monocilindrico estremamente performante, vicino nel carattere a quelli da corsa, senza però averne i limiti.

GIRA ALTO

Finché non si sale troppo con i giri la Husky vibra in modo umanamente sopportabile; le vibrazioni aumentano in modo considerevole solo agli alti regimi. Solo che è l'indole stessa del motore ad invogliare a tirare le marce: la cilindrata non è piena (sono 576 cc reali), al mono Husqvarna piace girare alto e sebbene, grazie anche alla rapportatura molto corta, si riveli brillantissimo anche ai bassi e medi è l'allungo ad essere il suo punto di forza.

PRIMINO Come già detto la rapportatura è realmente corta, con un "primino" da trial buono solo per fare i primi tre metri, al punto che in un utilizzo normale in città si può regolarmente partire in seconda. Poi si snocciolano rapidamente le altre marce e ci si trova in sesta a cento all'ora con il motore che già gira bello allegro. Al limite autostradale siamo già a quasi 7.000 giri. E insistendo si possono vedere quasi i 180 all'ora indicati con il motore che urla i suoi 8.000 giri indicati, il che fa capire che se vorremo viaggiare un po' in autostrada ci sarà almeno da allungare leggermente il rapporto finale.

CAMBIO PERFETTO

Un temperamento sportivo, quindi, con un allungo decisamente superiore a quello delle concorrenti "stradali" di pari cilindrata. Una grinta gestita alla grande da un cambio perfetto, morbidissimo negli innesti e anche silenzioso, solo con una leva leggermente alta, evidentemente già tarata per gli stivali da cross. In autostrada, quindi, si soffre un po'; in compenso, dove c'è da guidare la 610 Husky provoca libidine assoluta: il motore ha tanta birra e la ciclistica lo asseconda degnamente.

REGINA DELLE CURVE

Svelta a cambiar direzione, prontissima a rispondere al gas, la SM non perde tempo nel mettere in mostra la sua indole aggressiva, una guida tecnica e reattiva la porta ad essere senza alcun dubbio ai vertici della sua categoria per efficacia di guida e anche quando si vuole fare la capatina in pista la 610 non si trova certo a disagio, anzi; basta intervenire sul settaggio delle sospensioni indurendolo un po' perché quello standard è un po' morbidino e causa un po' troppo beccheggio. Tra le caratteristiche di sportività rientra anche il freno anteriore, fin troppo aggressivo nel suo intervento per un utilizzo normale. La Brembo Triple Bridge morde con molta cattiveria ed occorre farci un po' la mano, in compenso nella guida sportiva o in pista la SM va alla grande.

LA TERZA VIA

Una moto, dunque che si pone come anello di congiunzione tra le motard troppo soft e le derivate dalle corse praticamente inutilizzabili quotidianamente. Durante la nostra prova di un migliaio di chilometri mai un avviamento mancato, mai un problema e questo depone a favore dell'affidabilità, da segnalare solo un allentamento delle viti del lungo carter paracalore dello scarico con conseguenti fastidiose risonanze, strette le viti nessun altro problema è giunto a dare distrubo. Vista la dotazione tecnica e le prestazioni, il rapporto qualità/prezzo c'è eccome, e qualche (forse più di qualche) sacrificio al comfort val bene un gusto di guida da leccarsi le dita.
Pubblicato da Stefano Cordara, 25/08/2005
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