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Editoriale

Moto: i 10 errori più comuni dell'amatore in pista. Il 5 lo fanno tutti


Avatar di Michele Perrino , il 23/01/22

2 anni fa - Prima volta in pista? I 10 errori più comuni e come non commetterli

Moto: i 10 errori più comuni in pista. I consigli e i segreti
La prima volta in pista è un emozione unica, ma è facile commettere errori: i 10 più comuni e qualche consiglio su come evitarli

Che bella la pista. Accelerazioni brucianti, staccate profonde e quella sensazione inebriante della saponetta sul ginocchio – oramai sul gomito – che struscia sull'asfalto. Tutto bellissimo, ma poi, soprattutto all'inizio, non è detto che sia così. Dalla prima volta in cui, a 16 anni, sono entrato in un kartodromo per il primo corso di guida ho capito – e visto – davvero di tutto. Errori madornali, cadute sfortunate, incidenti evitabili  – come quelli del video di questi piloti al Nurburgring – in pista ne succedono di tutti i colori, ma dopo quasi 20 anni – parte dei quali spesi a fare il giornalista e l'istruttore – ho da dirvi la mia a riguardo. Ve lo anticipo: non cercate di capire perché il signore di 70 anni con la pancia va più forte di voi, o perché il tizio con la moto di 20 anni fa riesce a darvi paga in curva. Alcune cose non le capirete mai, o meglio, non vorrete capirle mai. Ecco i 10 errori più comuni che ho visto fare in pista durante le prove libere e i corsi di guida a cui ho partecipato, con un consiglio, soprattutto se siete alle prime armi: il corso fatelo pure voi.

In sella alla BMW S 1000 RR: troppo piano non va bene... In sella alla BMW S 1000 RR: troppo piano non va bene...

10 - ANDARE TROPPO PIANO

Detta così suona male, lo so. C’è pure il detto Chi va piano va sano e va lontano ma fidatevi, in pista non va bene. Giusto andare per gradi e non voler strafare, evitando inutili rischi  cosa assolutamente saggia se non si è piloti  ma in pista non si può andar come in strada o peggio più piano. Il nastro d’asfalto è pulito, ci sono ampie vie di fuga e non si deve prestare attenzione ad altri utenti nel senso opposto di marcia. Per godervi la vostra prima uscita dovrete alzare il ritmo e scorrere, solo così carpirete le sensazioni utili  e meravigliose  che servono. Tra poco provo anche a spiegarvi come...

9 - ANDARE TROPPO VELOCE

All’estremità opposta dell’andare troppo piano c’è lui, l’andar troppo veloce. Naturalmente intendo troppo forte per le proprie capacità, perché la pista è il miglior posto al mondo dove mettersi alla prova, certo, ma rischiare per sé e gli altri va bene fino a un certo punto se c’è in palio solo il divertimento. Quando non si va per gradi e si alza troppo bruscamente l’asticella, uscendo dai confini esplorati, il rischio è di non sapere come comportarsi e... sbagliare. Quando si è alle prime armi aumentare troppo la velocità porta a non saper gestire la frenata e a mettere in fila un errore dopo l’altro: arrivate lunghi e rischiate di andare dritti, non prendete il punto di corda – lì, vicino al cordolo, per intenderci – o ci arrivate troppo frenati, aprite il gas tardi e fuori traiettoria... Insomma, un rischio dopo l’altro, solo perché non siamo in grado di stare al passo con la velocità che abbiamo adottato. Trovate il vostro passo e andate per gradi, pian piano aumentate il ritmo, prima in un punto, poi in un altro...

Triumph Speed Triple 1200 RR: parte il posteriore... Triumph Speed Triple 1200 RR: parte il posteriore...

8 - ACCELERARE TROPPO PRESTO

Quando si ha fretta di bruciare le tappe può succedere di mettere troppa foga  troppo presto  sulla manopola del gas. Operazione pericolosa soprattutto se siete ancora molto piegati, perché con una repentina apertura del gas il rischio è di stressare troppo la gomma posteriore e di terminare il turno con un high-side, la caduta più temibile di tutte. Il gas va aperto con gradualità ma, soprattutto, non a moto piegata. Con i moderni 1.000, una volta superato il punto di corda si rialza la moto  il corpo resta all’interno della curva  spingendo sul semimanubrio esterno e si apre il gas. Così la moto e la gomma si trovano nelle migliori condizioni per spingervi fuori a fionda.

7 - NON GUIDARE MA... FARSI GUIDARE

Guidare una moto significa essere non solo partecipi ai movimenti del nostro pezzo di ferro, ma essere gli artefici di quei movimenti. La moto va dove le diciamo noi! Sembrerà banale ma è quello che il neofita non ricorda affatto, sarà la tensione, forse la paura... Se non siete consapevoli di ciò e state comodamente seduti in sella, è lei a decidere. Ed ecco che avete difficoltà a inserire la moto in curva, non vi tiene la traiettoria... In estrema sintesi gli aspetti più importanti da tenere presenti sono due: il nostro ruolo è fondamentale e con il nostro peso/movimento decidiamo velocità e discesa in piega del mezzo. Bisogna letteralmente danzare da una parte all’altra della sella, ma anche muoversi longitudinalmente per assecondare accelerazioni e frenate. Il tutto senza appendersi al manubrio, ma accarezzandolo. Per tutto il resto ci vediamo a un corso di guida, vi lascio il numero di uno bravo alla fine dell’articolo...

Razgatlioglu ci fa vedere come si frena in pista Razgatlioglu ci fa vedere come si frena in pista

6 - FRENARE COME SU STRADA

Su strada ci insegnano a frenare per gradi, aumentando lo sforzo su leva e pedale man mano che ci avviciniamo alla curva. Una pratica che in realtà trovo contradditoria anche per l’uso stradale perché è sempre meglio frenare più forte prima, arrivando alla curva con maggior margine, che non il contrario... In pista comunque non si può fare altrimenti: arrivate al punto di frenata, sfiorate la leva giusto un’istante e strizzate con forza, per poi rilasciarla gradualmente man mano che vi avvicinate alla curva. Frenata dopo frenata vi renderete conto di quanto margine ci sia... Più la vostra moto è rigida e più frenare forte vi aiuterà a far lavorare la forcella, mentre se chiudete solo il gas o frenate poco, entrando “piatti”, la moto farà più fatica ad andare verso il punto di corda.

Jonathan Rea: il pilota è uscito da una curva a destra ma è già sul lato sinistro pronto per la prossima curva Jonathan Rea: il pilota è uscito da una curva a destra ma è già sul lato sinistro pronto per la prossima curva

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5 - GUARDARE DOVE SI VUOLE ANDARE

La regola del la moto va dove guardi vale tanto su strada quanto in pista. In circuito però le velocità aumentano e quindi se perdiamo il riferimento dello sguardo per poco rischiamo di finire chissà dove... Se arrivate lunghi – o credete di esserlo – dovete sforzarvi di guardare verso la curva e non verso la via di fuga: se guardate lì, certamente andrete verso la ghiaia, anche se avete il margine per poter frenare e proseguire sul nastro d’asfalto. A proposito: se non riuscite a stare dentro e puntate verso la ghiaia, tranquilli. Frenate il più forte possibile a moto dritta su asfalto e, se la velocità ve lo consente, rilasciate i freni quando entrate in ghiaia, spostando il peso più indietro possibile e tenendo un filo di gas per far alzare la forcella di quel tanto che basta per non affondare. Se invece siete riusciti a entrare in curva e siete di fianco al cordolo interno, puntate lo sguardo verso il cordolo esterno: anticipando le mosse con gli occhi – e col corpo – vi ritroverete a uscire proprio là, belli larghi. Puntiamo lo sguardo dove vogliamo andare e lì finiremo.

Aprilia RSV4 2020: corpo (e peso) dentro la curva, sguardo verso l'uscita Aprilia RSV4 2020: corpo (e peso) dentro la curva, sguardo verso l'uscita

4 - NON SPOSTARSI SULLA SELLA

Dalla mia esperienza come istruttore ho visto che il neofita è sempre convinto di muoversi sulla sella come un matto, quando poi in realtà si è mosso poco o niente. In queste circostanze tornano comode le riprese con la telecamera, perché portano alla luce la condizione del soggetto, tendenzialmente con le... chiappe incollate alla sella. Il problema del mantenere una posizione stradale anche in pista è che, se il ritmo si alza, finite per fare tanto angolo di piega, strusciare in terra cavalletto, pedane e in qualche caso... tutto il resto della moto. Sporgervi all’interno della curva vi permetterà di mantenere la moto più dritta, di avere più gomma a terra  maggior sicurezza  alzando il limite complessivo moto-pilota. Anche qui si va per gradi: non è necessario guidare subito come Marquez e compagnia  con 3/4 del sedere fuori dall’asse della moto e il gomito in terra  ma potete iniziare con l’accompagnare la moto, mettendo busto e testa all’interno della curva, stendendo il torace sul serbatoio e andando con lo sguardo a incrociare lo specchietto interno. Poi sì, c'è il famoso signore di 70 anni che non guida così e va fortissimo, come lo spieghi? La moto si guida con le gambe, spingendo sulle pedane: evidentemente lui riesce a farlo bene così.

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3) - SEGUIRE IL PILOTA PIÙ VELOCE

Dai tempi dei tempi pensare “Se lo fa lui posso farlo anche io”  è uno degli errori più grandi che si possa commettere. Discorso diverso se l’amico ex pilota adegua il suo passo al vostro e vi fa vedere le linee giuste, aumentando pian piano... Ma se vi attaccate al vincitore del trofeo nazionale  e basta meno, ma molto meno  sperando di fare qualche curva con lui e diventare magicamente veloci, beh, è probabile che presto lo racconterete dalla corsia del pronto soccorso. Insomma, osservare e provare a carpire i segreti è una preziosa opportunità, ma andateci piano.

Tom Sykes sulla BMW M 1000 RR: la pista si sfrutta fino all'ultimo centimetro Tom Sykes sulla BMW M 1000 RR: la pista si sfrutta fino all'ultimo centimetro

2 - NON SFRUTTARE LA PISTA

Il passaggio dalla strada al circuito ci vede letteralmente presi alla sprovvista dall’enorme forbice che c’è tra i due mondi: in autodromo si può correre veloci e il nastro d’asfalto è largo, larghissimo, tutto per noi, senza invalicabili linee di mezzeria. Tutto questo molto spesso si traduce in una sensazione di spaesamento, perché si perdono di vista i punti di riferimento e non si riesce ad adeguare la velocità a cotanto spazio. Torna utile il punto 5  guardate dove volete andare  perché, anche se il vostro passo è molto lento, una volta apprese le traiettorie, potrete spostarvi da sinistra verso destra – o viceversa – sfruttando tutto lo spazio disponibile e solo allora, gradualmente, aumentare la velocità. Le traiettorie sono fondamentali e dobbiamo prima capire dove gira la pista per poter usarla tutta e, in seguito, alzare il ritmo.

1 - AVERE LA MOTO PREPARATA

Su quest’ultimo punto voglio essere un po’ provocatorio. Il neofita che entra per la prima volta in pista dovrebbe avere gomme nuove o semi-nuove non particolarmente difficili da portare in temperatura – inutile la mescola super morbida – freni in perfetta efficienza e un assetto più sostenuto ma comunque libero di lavorare, così da farvi sentire cosa accade sotto di voi. Invece non è rara la sindrome dell’amatore che si fa metter giù la supersportiva in configurazione da Super Pole – in realtà capita più spesso con gli over, anche solo per la maggiore disponibilità economica rispetto al ragazzo di 20 anni alle prime –col risultato che la moto è difficile, scorbutica, quando invece dovrebbe essere il più amichevole possibile. Il pilota ufficiale – che di ufficiale non ha niente – di solito ha il non plus ultra a livello meccanico ma poi, in pista, non è molto veloce. E forse buona parte della ragione è da ricercare proprio nella moto, inadatta allo scopo, o meglio, al pilota. Lasciate dunque a casa le pretese di fare subito il record della pista ma, soprattutto, non trasferitele sulla vostra moto: è in grado di fare cose meravigliose anche appena uscita dal concessionario e voi dovete solo sincronizzarvi con lei per poterle fare.

E voi avete commesso almeno uno di questi errori la prima volta che siete andati in pista? Personalmente, se non mi concentro, alcuni li commetto ancora oggi... Il mio consiglio è sempre il solito: frequentare un buon corso di guida e praticare, praticare, praticare... Ah, dimenticavo, il numero di quello bravo. Noi abbiamo partecipato all’Aprilia Academy e alla Suzuki GSX-R Racing Academy, ditegli che vi mandano gli amici di MotorBox.


Pubblicato da Michele Perrino, 23/01/2022
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