TUTTO DI TRAVERSO Dopo aver spiegato il significato e le differenze tra cross ed enduro, è il momento di spostare il focus sui motard o supermotard. Il termine evoca
immediatamente moto agili, scattanti e in grado di fare dei numeri da stuntman (in mani capaci), come questa derapata effettuata da Ruben Xaus in sella a una Ducati Hypermotard 950 . Andiamo
a scoprire l’etimologia e la genesi di questa divertentissima categoria.
(SUPER)MOTARD Motard altro non è che l’abbreviazione del termine Supermotard; parola presa in prestito direttamente dal dizionario dei nostri cugini francesi. La traduzione
è molto semplice ed intuitiva, super-motociclista.
Il perché è presto detto: come alcuni di voi sapranno, le attuali competizioni di Supermotard si svolgono in circuiti fatti al 70% da pista e al 30% da sterrato, di conseguenza il pilota deve
avere abilità super su entrambi i terreni.
La paternità della creazione del segmento è però dubbia. Infatti, tra fine anni ’70 e inizio ’80, negli USA nascevano le prime corse tra superbikers (da non confondere con i piloti delle
moderne derivate di serie). Queste gare si svolgevano su moto da cross con al posteriore una gomma stradale, in circuiti cittadini composti a metà da asfalto e sterrato, col fine di eleggere il
pilota migliore e più completo.
CROSS STRADALI? NON DEL TUTTO I motard condividono molto col mondo del cross, sia dal punto di tecnico, sia nella guida, basti pensare alle poderose derapate col piede fuori
che si effettuano con entrambe le tipologie di moto.
Tuttavia col tempo le differenze si sono fatte via via più marcate. Gli pneumatici passano dai 21” all’anteriore e 19” al posteriore ai 16,5” e 17” oltre, ovviamente, ad abbandonare il
tassello a favore di una gomma slick o con intagli stradali. Cambiano anche i rapporti di corona e pignone, la taratura delle sospensioni e l’impianto frenante, spesso a doppio disco sui
motard, il tutto per massimizzare l’efficacia della guida su asfalto.