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Auto storiche

The I.C.E. St. Moritz 2023 retroscena e vincitrici del concorso di eleganza


Avatar di Emanuele Colombo , il 05/03/23

1 anno fa - Cosa resta di The I.C.E. St Moritz 2023: le vincitrici e i retroscena

The I.C.E. St. Moritz 2023: vincitrici, foto e video
Conclusosi The I.C.E. St Moritz 2023, ecco le auto che hanno vinto al Concorso di Eleganza. A cui non sono mancati retroscena

Undicimila presenze in due giorni, 48 auto storiche e da corsa parcheggiate - e non solo - sul laghetto ghiacciato: questi i numeri di The I.C.E. St Moritz 2023, un concorso di eleganza decisamente atipico perché accoglie tra le sue meraviglie dal valore inestimabile anche un pubblico pagante, limitato solo dalle norme di sicurezza dettate dalla particolare location. Giunta alla conclusione, della kermesse elvetica rimangono le vincitrici, che potete ammirare nella gallery, e qualche gustoso retroscena. Ma andiamo con ordine.

Museo a cielo aperto e pista sul ghiaccio: questo The I.C.E. St Moritz 2023 Museo a cielo aperto e pista sul ghiaccio: questo The I.C.E. St Moritz 2023

BEST IN SHOW: LANCIA STRATO'S ZERO

Disegnata da Matteo Gandini per Bertone, la Strato's Zero sul ghiaccio era un'autentica visione e sono poche le auto a poter vantare un impatto estetico così forte e connotato: forse per questo e per la sua rarità ha vinto quella che può essere considerata la classifica assoluta dopo aver dominato anche nella sua classe Concept cars & one-offs. Lunga 358 cm e alta appena 84 ispirerà la Lancia Stratos HF (senza apostrofo) con cui la casa italiana dominerà il mondiale rally dal 1974 al 1976. Ma la meccanica tra la Zero e la versione da rally, come la stradale che ne ha consentito l'omologazione, è molto differente. La Zero, nata nel 1970, accoglie infatti il motore V4 da 1,6 litri della Fulvia Coupé HF, mentre la derivazione da corsa si affiderà a un V6 da 2,4 litri di derivazione Ferrari Dino.

Lancia Strato's Zero a The I.C.E. St Moritz 2023 Lancia Strato's Zero a The I.C.E. St Moritz 2023

OPEN WHEELS

Questa categoria raduna le monoposto da corsa a ruote scoperte realizzate tra gli anni Cinquanta e i Settanta. La vincitrice, dopo un attento esame della giuria in tema di rilevanza storica, autenticità e conservazione, è stata la Maserati 420M/58 ''Eldorado'', progettata espressamente per le corse sugli ovali, fu realizzata per partecipare alla 500 Miglia di Monza del 1958 guidata da Stirling Moss. Sopravvissuta a un'uscita di pista a 260 km/h proprio nella gara d'esordio, la Eldorado era così chiamata per le insegne dello sponsor: un'industria di gelati. Montava un motore V8 da 4,2 litri che erogava 410 CV e permetteva di raggiungere i 350 km/h. Curiosamente il cambio aveva due sole marce più la retromarcia, mentre la trasmissione non prevedeva il differenziale: ritenuto non essenziale nelle corse sugli ovali. Per la stessa ragione, dovendo fare le curve sempre dalla stessa parte, ha le sospensioni del lato destro di architettura differente da quelle di sinistra. La carrozzeria è in alluminio e veste un telaio tubolare a traliccio.

Maserati 420M/58 ''Eldorado Special'' a The I.C.E. St Moritz 2023 Maserati 420M/58 ''Eldorado Special'' a The I.C.E. St Moritz 2023

BARCHETTAS ON THE LAKE

La categoria Barchettas, ossia barchette, raccoglie le auto da corsa a ruote coperte e due posti degli anni Cinquanta. Vincitrice è stata la Ferrari 500 Mondial Series II del 1955, un'auto forse sorprendente per il motore, che è ben lontano dai V12 tipicamente associati alle Rosse di Maranello. Infatti sotto questo cofano troviamo un più piccolo, ma non meno raffinato, 4 cilindri in linea da 2,0 litri, accoppiato a un cambio manuale a 5 marce non sincronizzato. Al contrario della Maserati qui sopra, la Mondial il differenziale ce l'ha eccome: autobloccante, persino.

Ferrari 500 Mondial Series II a The I.C.E. St Moritz 2023 Ferrari 500 Mondial Series II a The I.C.E. St Moritz 2023

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Un classico V12 è invece quello che spinge la Ferrari 250 Testarossa ''Lucybelle (II)'' del 1958: un'auto talmente mitica da essersi meritata vari modellini in tiratura limitata. Nata rossa con interni beige nel 1958, Lucybelle (II) si chiama così in omaggio di una presunta amante del primo proprietario, tale J. Edward Hugus. E quel II serve a differenziarla con uno yacht con lo stesso nome (e lo stesso proprietario). Il debutto in gara alla 12 Ore di Sebring si concluse con un ritiro per noie meccaniche. Ridipinta nei colori che vedete, colse un 7° posto assoluto alla 24 Ore di Le Mans dello stesso anno, da cui l'inclusione in questa categoria, che omaggia il centenario della corsa francese. Successivamente cambiò di nuovo colore, sfoggiando una livrea blu tinta unita. In carriera subì due incidenti, ma fu sempre ricostruita e chi l'acquistò nel 1995 la riportò alla sua più caratteristica livrea, che conserva ancora oggi. Il valore? Altissimo: pensate che il modellino in scala 1:8 ufficiale Ferrari già costa più di 17mila euro.

Ferrari 250 Testarossa ''Lucybelle'' a The I.C.E. St Moritz 2023 Ferrari 250 Testarossa ''Lucybelle'' a The I.C.E. St Moritz 2023

QUEEN ON WHEELS

Vincitrice della categoria che raccoglie le auto ''regali'' è stata questa Bentley S1 Continental Drophead Coupé costruita nel 1958. La Bentley S1 deriva dalla Rolls Royce Silver Cloud post bellica e, della gamma, la versione Continental è quella più prestazionale. Il top, insomma. Solo 94 gli esemplari che, tra il 1955 e il 1959, vennero modificati con carrozzeria decappottabile. L'adattamento veniva realizzato da specialisti esterni alla fabbrica come H. J. Mulliner & Co., Park Ward, James Young e Freestone & Webb. Questi erano i nomi più noti, che eseguivano il lavoro con un sovrapprezzo del 50% sul listino. Park Ward si distingueva per un lavoro più approfondito, che non consisteva in un semplice adattamento delle componenti di serie, ma prevedeva la sostituzione dell'intera carrozzeria con una realizzata su misura in alluminio.

Bentley S1 Continental Drophead Coupé a The I.C.E. St Moritz 2023 Bentley S1 Continental Drophead Coupé a The I.C.E. St Moritz 2023

I RETROSCENA

Accanto alle vincitrici, una serie di star da perderci la testa. Momento da brividi quando una rarissima Auto Union Type C a 16 cilindri ha fatto testacoda e si è appoggiata di coda contro un mucchio di neve: fortunatamente senza riportare danni. La Auto Union in questione, guidata a St Moritz dal nove volte vincitore alla 24 Ore di Le Mans Tom Kristensen, è una streamliner come quella con cui Bernd Rosemeyer perse la vita nel 1938, nel tentativo di battere il record di velocità di 432 km/h su una normale autostrada tedesca, in una sfida con il pilota della Mercedes Rudolph Caracciola. La vedete in azione nel video qui sotto.

LA MAGLIA DI LANA Concluso l'evento - che si chiama I.C.E. non per indicare il ghiaccio del lago (in inglese ''ice''), ma per le iniziali di International Concours of Elegance - ci si chiede se il futuro della manifestazione possa essere messo a rischio dall'onnipresente riscaldamento globale. Il numero dei partecipanti all'evento è stato infatti limitato proprio per non sovraccaricare un ghiaccio meno spesso del previsto. A più riprese, durante l'edizione di quest'anno, sono stati avvisati visitatori e partecipanti di evitare il passaggio e la sosta delle auto laddove il ghiaccio si faceva lucido e bagnato, e si stava assottigliando ulteriormente. Cambiare la location, molto suggestiva anche per la possibilità di dar spettacolo con le auto di traverso sul tracciato realizzato apposta, toglierebbe parecchio alla manifestazione. Ma anche trasformare le barchette in motoscafi pare poco praticabile.


Pubblicato da Emanuele Colombo, 05/03/2023
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