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Editoriale

La mia ottima, pessima idea di fare l'auto storica con ACI


Avatar di Emanuele Colombo , il 19/06/22

1 anno fa - L'auto storica è meglio farla certificare da ACI o da ASI?

Auto storica: pro e contro del registro ACI vs il CRS ASI
Ho iscritto la mia youngtimer al registro auto storiche di ACI, per l'esenzione bollo e pagare meno l'assicurazione. E invece...

Finalmente era arrivato il giorno fatidico: lo scorso aprile la mia Honda S2000 (qui nel video in cui spiego il lavaggio a secco) ha compiuto vent'anni ed è quindi diventata una youngtimer. Per le auto come lei, la Lombardia concede l'esenzione bollo (sempre che il ricorso di ASI non abbia successo), era quindi il momento di avviare una piccola rivoluzione per tirarla fuori dal box e ricominciare a usarla, in virtù delle agevolazioni che spettano alle auto storiche: la tassa di circolazione, appunto, ma anche l'assicurazione, che molte compagnie offrono con forti sconti se l'auto è d'epoca.

UNA SCELTA DIFFICILE L'auto era ferma da 2013 perché, avendo allargato la famiglia, non riuscivo a utilizzarla: due posti secchi mal si conciliano con i figli piccoli. Allora si poteva sospendere la copertura assicurativa e ciò mi permetteva un importante risparmio. La rimessa in moto dell'auto aveva lo scopo di tagliare ulteriormente i costi. Averla di nuovo in funzione era necessario per fare le pratiche per l'esenzione del bollo, che pagavo da anni solo per tenerla ferma. L'idea era che una nuova polizza agevolata sarebbe costata meno della tassa di circolazione - circa 546 euro - così da ridurre i costi annuali complessivi. Per arrivare al traguardo, però, dovevo prima far riconoscere lo status di auto storica e avevo due possibilità: ASI e ACI. Una scelta difficile.

La Honda S2000 dopo il lavaggio a secco, il nome del modello sulla fiancata La Honda S2000 dopo il lavaggio a secco, il nome del modello sulla fiancata

LA STRADA SICURA ASI lo conoscono tutti, è l'Automotoclub Storico Italiano: il suo Certificato di Rilevanza Storica (CRS) su carta filigranata si ottiene dopo una revisione approfondita, previa iscrizione a un club affiliato. Tempi tecnici per il compimento dell'operazione, mi dissero, attorno ai sei mesi dalla consegna di tutta la documentazione da parte mia, con una spesa minima di associazione di un centinaio di euro, in base alle mie ricerche. Qui la spiegazione delle certificazioni ASI e i moduli necessari.

LA VIA INNOVATIVA La certificazione ACI è più semplice, a patto che l'auto da certificare rientri nella cosiddetta Lista di Salvaguardia (qui la spiegazione dettagliata del percorso con ACI): un elenco di veicoli di particolare interesse. Tempi e costi sono inferiori: 35 euro per l'iscrizione al club ACI Storico e poche settimane per ottenere riscontro. Ecco perché, visto che mi rimanevano solo un paio di mesi da godere della vecchia assicurazione, alla fine ho scelto ACI.

Un vecchio Volkswagen Maggiolino in officina Un vecchio Volkswagen Maggiolino in officina

OK PER IL BOLLO Dal punto di vista dell'esenzione bollo, tutto è filato liscio: dopo aver fatto l'iscrizione ad ACI Storico ho compilato il modulo relativo all'auto da certificare, fatte le foto, fatta l'ispezione del veicolo presso l'officina indicatami, pagato le spese d'ufficio e ottenuto l'esenzione. Il gol dell'uno a zero! Parallelamente mi sono messo a cercare un'assicurazione disponibile a offrirmi una copertura agevolata e qui la situazione si è complicata non poco.

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LA SOLUZIONE (IM)PERFETTA La soluzione immediata era rivolgermi alla compagnia convenzionata ACI Sara, che in via preliminare mi ha offerto una copertura oggettivamente molto estesa, ma a un prezzo superiore a quanto avevo preventivato. Ma soprattutto, condizione indispensabile per assicurarmi con loro sarebbe stato rimanere entro i 2.500 km di percorrenza all'anno e installare una sorta di scatola nera sull'auto. Sono stati i 2.500 km annui a farmi desistere, visto che basta qualche giretto domenicale per far fare più strada all'auto ancora giovane.

Black Box, un deterrente agli incidenti Black Box, un deterrente agli incidenti

SEMBRA FACILE... È iniziata così una lunga, tediosa e affannosa ricerca di un'alternativa valida, con la mia polizza ormai in scadenza. In generale mi è parso che tutti fossero molto contenti di offrire la polizza RC, ma molto meno quando si trattava di coperture quali furto, incendio, cristalli ed eventi atmosferici. Del resto, per le compagnie, la RC di un'auto storica (obbligatoria per legge) sono soldi facili e a rischio zero, visto che probabilmente l'auto in questione rimarrà chiusa in garage con probabilità di incidenti pari a zero.

GHE PENSI MÌ! Ma la mia Honda non è una perla rara degli anni 20, bensì una pimpante sportiva di 20 anni, che ho tutte le intenzioni di guidare, seppure saltuariamente. Tante le compagnie interpellate - oltre 25 - anche con l'aiuto di alcuni broker, che sulle prime si mostravano fiduciosi, ma poi si tiravano indietro. Oppure mi ponevano condizioni che non ero in grado di soddisfare. Una società di Torino, ad esempio, mi imponeva di possedere almeno un'auto moderna per ciascun adulto nel mio stato di famiglia, oltre alla Honda storica.

La Honda S2000, compiuti 20 anni, è diventata auto storica La Honda S2000, compiuti 20 anni, è diventata auto storica

A CORTO DI OPZIONI Altri sostenevano che il valore del veicolo non fosse determinabile e si rifiutavano di prendere in considerazione l'eventuale stima di un perito: scoraggiandomi addirittura dall'effettuarla, visto che tanto sarebbe stata contestabile quando mai avessi dovuti richiedere un risarcimento. Ma il problema fondamentale è che molte compagnie segnalatemi da conoscenti più esperti di me erano pronte a riconoscere la certificazione storica ASI e non quella rilasciata da ACI, il che mi ha ridotto drasticamente le possibilità di scelta.

A CONTI FATTI Alla fine ho stipulato un pacchetto di polizze con Bartolini e Mauri, che hanno riconosciuto il valore della perizia effettuata sul veicolo tramite Federperiti. L'auto sono tornato a usarla, con grande soddisfazione, ma in assicurazione spendo 630 euro l'anno, ossia più della spesa di 546 euro del bollo, che è quanto contavo di ridurre. Bene, ma non benissimo: mi sento come se avessi perso la coppa per un pareggio in casa. Avete esperienze simili (o consigli da darmi)? Lasciatemi un commento in fondo all'articolo!


Pubblicato da Emanuele Colombo, 19/06/2022
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