Tra i piloti che negli anni hanno interpretato The Stig nella mitica trasmissione Top Gear, Ben Collins è forse il più famoso. Nel video che potete guardare qui sotto si è messo al volante della Ferrari F80: ultima e per ora più estrema creatura uscita dai cancelli di Maranello.
La F80 – erede spirituale della LaFerrari – è un concentrato di tecnologia F1, aerodinamica da Le Mans e prestazioni da hypercar con una potenza combinata di 1.200 CV grazie al V6 biturbo abbinato a tre motori elettrici. Un UFO su quattro ruote, secondo Collins. Di seguito un estratto delle sue opinioni tradotte in italiano.
La Ferrari F80? Secondo il marziano Ben Collins è... un UFO!
Alla prima pressione dell’acceleratore, il sound è gutturale, ruvido, selvaggio. Eppure, non si direbbe affatto che sotto ci sia un V6 turbo. La risposta è lineare, senza lag, proprio come promesso. Il volante, d’ispirazione F1, restituisce feedback purissimi, mentre l’assetto attivo lavora in modo chirurgico: la F80 è precisa, comunicativa, brutale se serve. Il cambio a 8 rapporti è secco, rapidissimo, ogni scalata è una fucilata.
Il manettino non serve solo a giocare con ABS e controllo di trazione. Anche quando “togli tutto”, il differenziale elettronico lavora nell’ombra, così come i motori elettrici anteriori per il torque vectoring. E poi ci sono l’aerodinamica attiva, le sospensioni adattive, i freni by-wire, il sistema KERS. Ogni componente è integrato in un equilibrio pazzesco. E tutto funziona come un orologio svizzero, anche sotto stress.
A 250 km/h, la F80 genera una tonnellata esatta di deportanza. Il comportamento nelle curve veloci è da auto da corsa: stabile, incollata a terra, reattiva, precisa. Come? Grazie al fondo piatto con effetto Venturi, un diffusore posteriore enorme, ali mobili e assetto attivo che regola rollio e beccheggio fino a 50 volte al secondo.
L'ibrido secondo Maranello: la batteria non cala mai
Ferrari ha scelto un’architettura a 800V, come le vere auto da corsa. Risultato? Nessuna perdita di potenza dopo giri ripetuti in pista. Dove le rivali iniziano a “cuocersi”, la F80 continua a spingere. Anche con temperature oltre i 37 gradi e asfalto a 50°C, la gestione termica è esemplare.
Con un click si attiva la modalità Qualifying: +20% di potenza elettrica in uscita di curva, come il DRS sul dritto. Il risultato? I rettilinei si accorciano, la spinta è brutale. La rigenerazione è continua e tutto avviene senza surriscaldare nulla.
Su strada: comoda anche fuori dalla pista
Una hypercar che riesce a non distruggerti sulla provinciale? Ebbene sì. La F80 ha una modalità apposta in cui le sospensioni assorbono bene anche l’asfalto dissestato, e il comfort è sorprendente. Certo, non vedi nulla dietro (tranne il motore in bella vista...), ma c’è una retrocamera HD a rimediare.
A 130 km/h in ottava marcia, l’aerodinamica si rilassa. L’ala posteriore si abbassa per ridurre la resistenza, il motore gira sotto i 2.000 giri, il comfort acustico è sorprendente. Una GT con prestazioni spaziali, capace di attraversare l’Europa con la grazia di una berlina e l’aggressività di un prototipo da endurance.
Il momento “tensione massima”? Alla barriera del casello, con le portiere a farfalla e un plinto di cemento a un centimetro dalla fiancata da 3,5 milioni di euro... In sintesi: la Ferrari F80 è il nuovo riferimento. Non è solo la Ferrari più veloce di sempre. È la più sofisticata, la più efficace, la più intelligente. Ha preso il meglio delle F1, delle Hypercar per Le Mans, delle GT di Maranello e l’ha fuso in un oggetto che sembra venire dal futuro. Un’auto che ridefinisce il concetto stesso di hypercar.