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ADAS

Frenata d'emergenza in retromarcia: bene, ma non benissimo. I test


Avatar di Lorenzo Centenari , il 15/02/24

2 mesi fa - Studio USA dimostra una volta di più quanto gli ADAS siano ancora imperfetti

Fidarsi è bene, non fidarsi... Studio USA dimostra una volta di più quanto gli ADAS siano ancora imperfetti. Parola d'ordine: prudenza

Guarda dove metti i piedi, pure quando è nella direzione opposta alla punta dei piedi, che sposti il tuo corpicino. Declinato in chiave auto: se innesti la ''retro'' per uscire da un parcheggio, accendi le tue antenne alla potenza massima. Della tecnologia, fidati solo fino a un certo punto. Perché l'elettronica di sicurezza ha fatto molta strada negli ultimi anni, ma è ancora tutt’altro che perfetta. A chiarirlo una volta di più, l'ennesimo studio. Clicca Play sulla foto di cover per il video: è molto... esplicito.

INDIETRO TUTTA Una serie di test condotti dall'American Automobile Association (AAA), la federazione che riunisce gli Automobile Club locali negli Stati Uniti, ha fatto luce sui sistemi di frenata d’emergenza automatica in retromarcia (RAEB in gergo internazionale, sigla per Reverse Automatic Emergency Braking Systems) in dotazione a quattro modelli SUV di recente produzione (2023): nell'ordine, Hyundai Tucson, Lexus RX, Mazda CX-30 e Volkswagen Tiguan (ma ha poca importanza). Scopo del gioco, assistere a come si sarebbero comportati i quattro candidati ''mentre uscivano in retromarcia da un parcheggio, incrociando la traiettoria di un veicolo in arrivo, con un veicolo parcheggiato adiacente a bloccare la visuale”. L'AAA ha anche esaminato l'incontro/scontro con un bimbo fermo dietro il veicolo. Risultati? Tutto fuori che perfetti.

Frenata automatica di emergenza in retromarcia: infallibile? Frenata automatica di emergenza in retromarcia: infallibile?

RITENTA E SARAI PIÙ FORTUNATO Nel primo scenario, i freni vengono azionati automaticamente solo nel 65% delle corse di prova. Sebbene ciò sembri incoraggiante, AAA nota che i sistemi hanno prevenuto una collisione solo nel 2,5% delle corse. Fortunatamente, i sistemi si dimostrano più abili nel rilevare il bambino: i freni si azionano automaticamente nel 75% dei tentativi e impediscono del tutto una collisione nel 50% dei casi.

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SI PUÒ FARE DI PIÙ Non si tratta di punteggi del tutto negativi, ciononostante i test di AAA ci ricordano una volta di più che la tecnologia non è infallibile: “I conducenti non dovrebbero fare affidamento esclusivamente sugli ADAS - commenta Greg Brannon, direttore dell’ingegneria automobilistica di AAA -, bensì usarli per migliorare la loro consapevolezza dell’ambiente circostante e supportare una guida sicura. Se l’obiettivo è quello di ottenere il massimo beneficio in termini di sicurezza per conducenti, pedoni e ciclisti, i requisiti di prova di questi sistemi dovrebbero inoltre essere aggiornati per essere più coerenti, prendendo in considerazione oggetti insoliti e scenari più realistici”.

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I CONSIGLI DELLA NONNA L’organizzazione conclude il report con il classico consiglio talmente superfluo, che spesso ce ne dimentichiamo: quando un oggetto ostacola la nostra visuale, meglio fare retromarcia len-ta-men-te. Il vantaggio è duplice: i sensori hanno più tempo per rilevare i veicoli in avvicinamento, gli altri automobilisti hanno più tempo per reagire. Alla prima retro, mettiamolo in pratica.


Pubblicato da Lorenzo Centenari, 15/02/2024
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