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Editoriale

Lo stretto indispensabile


Avatar di Emanuele Colombo , il 04/07/21

2 anni fa - Quali dotazioni e accessori servono davvero: mini guida all'acquisto

Servosterzo, climatizzatore, ADAS: le dotazioni irrinunciabili
Chi il climatizzatore, chi il servosterzo, chi l'infotainment: alcuni modelli rinunciano a dotazioni scontate. C'è un buon motivo?

La domanda mi è tornata alla mente pochi giorni fa, in occasione del test in pista a vallelunga con la Honda Civic Type R Limited Edition, un'auto talmente estrema da rinunciare a climatizzatore e sistema di infotainment in nome della leggerezza. Quali sono le dotazioni davvero rinunciabili in un'automobile moderna? Quali accessori è fondamentale prendere in considerazione se non sono già presenti nell'allestimento che mi interessa? Chiaramente la risposta varia in funzione dell'auto, ma anche quando la risposta sembra scontata, forse, non lo è proprio del tutto.

CASO PER CASO Va da sé che se l'auto dei miei sogni è un'ammiraglia del calibro della Mercedes Classe S, da sempre una delle auto più avanzate dal punto di vista tecnologico, è quasi necessario avere di tutto e di più. Un modello del genere lo scegli proprio perché può offrirti tutti i più innovativi ritrovati in fatto di comfort e assistenza alla guida. La faccenda si fa più interessante sui prodotti di fascia media, che sempre più spesso alzano l'asticella dell'elettronica di bordo con sistemi di assistenza alla guida sempre più completi e impianti di infotainment più sofisticati, con assistenti vocali pronti a rispondere - quale più quale meno prontamente - alle nostre principali necessità di guidatori.

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OBBLIGO O VERITÀ Ecco, è proprio qui che i dubbi possono prendere il sopravvento: nelle auto alla portata di tutti o quasi. E quando parliamo di modelli di fascia media, non solo compatte, ma anche allargando il tiro alle citycar e alle medie superiori, la prima cosa che mi viene in mente è che sulla sicurezza non mi sembra il caso di fare rinunce. Chi più ne ha più ne metta, dunque? Non proprio, almeno nella mia personale opinione. Premesso che ABS e controllo della stabilità sono ormai obbligatori per tutte le auto, obbligatori per legge, talmente obbligatori che non troverete un'auto recente che ne sia sprovvista, la discrezionalità riguarda alcune voci dei cosiddetti ADAS, ossia gli aiuti alla guida: qui la lista e la spiegazione completa.

PRONTI, PARCHEGGIO, VIA! Nella mia esperienza, che vogliate mettervi alla guida di una berlina, di una station wagon o di un SUV, i sensori di parcheggio anteriori e posteriori sono irrinunciabili. Vero, da consumato automobilista ho ormai un occhio allenato e il grosso di qualunque manovra lo faccio affidandomi agli specchietti retrovisori. Ma parlo del grosso: per l'ultimo 5% di ogni parcheggio sensori e retrocamera li uso eccome, se li ho. E potendo scegliere, sulla mia auto nuova li vorrei sicuramente. La carrozzeria ringrazia. Il parcheggio automatico? Non è sempre pratico, perché richiede che lo spazio disponibile sia di dimensioni generose rispetto a quelle dell'auto. 

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OCCHI ELETTRONICI Altra dotazione che ho imparato ad apprezzare è la frenata automatica di emergenza, che non posso dire mi abbia mai salvato da situazioni incresciose, ma una volta che ti abitui ad averla è un elemento che dà realmente un senso di sicurezza maggiore, anche se non lo farai mai intervenire. E se avere questi aiuti non va inteso come una giustificazione a distrarsi, nei viaggi più lunghi apprezzo anche l'assistente al mantenimento di corsia. Tanto, in genere, le volte che mi dà fastidio lo posso spegnere. Meno apprezzato il monitoraggio dell'angolo cieco e quei sensori per i veicoli provenienti di lato all'uscita dei parcheggi: perché l'abitudine all'attenzione è anche bene mantenerla.

TOP E FLOP Media priorità la concedo al cruise control, molto meglio se adattivo: anche nelle traversate più lunghe non l'ho mai utilizzato per più di qualche decina di chilometri di fila, ma anche solo per allentare la tensione, di tanto in tanto, magari con il mantenimento attivo di corsia a darmi la guida semi-autonoma, è un toccasana. Del tutto inutile, per non dire molesto, il dispositivo che monitora il grado di stanchezza e di attenzione del guidatore: se uno non ha almeno questo grado di auto-consapevolezza, non dovrebbe avere la patente, a mio avviso.

ADAS: riconoscimento stanchezza conducente ADAS: riconoscimento stanchezza conducente

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INFOTAINMENT Molto apprezzato è invece il sistema di riconoscimento della segnaletica stradale, essendo ligio alle regole (e, siamo onesti, molto in apprensione per multe e decurtazione dei punti patente) avere un promemoria sempre aggiornato dei limiti di velocità - per quanto non sempre affidabile al 100%, nella mia esperienza - è decisamente una dotazione irrinunciabile. E sempre in tema di funzioni hi tech, per conto mio, dei navigatori di serie e degli assistenti virtuali delle varie Case automobilistiche posso anche fare a meno, a patto di avere a bordo Android Auto o Apple CarPlay. Inutile girarci attorno: queste tecnologie sono tra le più efficienti per l'uso a bordo dello smartphone, offrono app di navigazione gratuite e al top dell'aggiornamento oltre a comandi vocali allo stato dell'arte, che fanno molto per ridurre le distrazioni e migliorare la sicurezza.

I PERCHÉ DEL CLIMATIZZATORE Ma la sicurezza, ricordiamolo, passa anche per la lucidità di chi è al volante: ben vengano dunque gli accorgimenti che rendono la guida meno faticosa e meno stancante. In quest'ottica, un buon climatizzatore automatico è essenziale. Meglio se tri-zona, visto che la percezione del caldo e del freddo da parte dei passeggeri non è solo questione soggettiva, ma risente del diverso irraggiamento solare dei vari lati della macchina. Quante volte viaggiamo in autostrada e mentre il guidatore è al sole il passeggero è in ombra? Regolazioni separate per la temperatura vi risparmieranno da piccoli attriti in famiglia: fidatevi!

Il test in pista della Honda Civic Type R Limited Edition Il test in pista della Honda Civic Type R Limited Edition

SCELTE CONTROVERSE In quest'ottica la scelta di Honda di eliminare la climatizzazione sulla Civic Type R Limited Edition, come ho già detto, non mi convince fino in fondo. Dal punto di vista del marketing è senz'altro di impatto: caratterizza fortemente il modello anche più della riduzione di peso che questa specifica rinuncia comporta. Ma se penso che anche i prototipi che corrono la 24 Ore di Le Mans, da parecchi anni, sono obbligati per regolamento ad avere il climatizzatore, se dovessi pagare di tasca mia sceglierei una versione che ne è provvista. E se frequentate i track day, non ditemi che non preferite anche voi stare al fresco!

MA IL VANTAGGIO QUAL È? Idem con patate per quanto riguarda il servosterzo. Il primo esempio che viene in mente di auto che nell'era moderna ne ha fatto a meno è la Lotus Elise. Sia per la ricerca della massima leggerezza sia per - e su questo punto gli appassionati sono pronti a una furiosa levata di scudi - garantire una maggiore sensibilità nella guida. Ora, non per imporre un punto di vista controcorrente, ma siamo seri: davvero pensate che un dispositivo usato da anni anche in Formula 1 renda le auto meno sportive? Che se fatto bene tolga sensibilità?

Alfa Romeo 4C: uno scatto dalla nostra prova su strada Alfa Romeo 4C: uno scatto dalla nostra prova su strada

EVOLUZIONE DELLA SPECIE Quando si guida veloce, ma veloce davvero, la massima sensibilità ce l'hai tenendo il volante tra le mani con una certa leggerezza, non dovendo stringere la corona fino a farti venire le nocche bianche ed esercitando su di essa la forza che serve per sbloccare il rubinetto incastrato di un oleodotto. La stessa posizione di guida, dai tempi dello sdraiatissimo Jim Clark, è evoluta in una postura molto raccolta che migliora il braccio di leva riducendo lo sforzo in rotazione (oltre a permettere un maggiore angolo volante senza spostare le mani dalla posizione ''9,15'', ma questa è un'altra storia).

VOI CHE NE DITE? PARLIAMONE! La stessa Alfa Romeo 4C, che di recente qualcuno ha definito l'auto più deludente mai guidata, rinunciava al servosterzo e certo il feedback che forniva non era né migliore né più particolareggiato di quello che danno le Porsche (tutte servoassistite) o una Honda S2000. Su scelte come questa, a mio parere, c'è più lo zampino degli uomini del marketing che quello degli ingegneri, dei collaudatori e dei piloti. Voi da che parte state?


Pubblicato da Emanuele Colombo, 04/07/2021
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