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Più paure, più auto: come il Covid ha cambiato la mobilità


Avatar di Michele Perrino , il 07/10/20

3 anni fa - La pandemia ha cambiato il modo di spostarsi? L'indagine Continental

L'auto e la mobilità in Italia post Covid: l'indagine Continental
Il rapporto Continental mostra come il Covid abbia influenzato la mobilità in Italia: paure, scelte e riflessioni. L'indagine

DOMANDE E RISPOSTE Come la pandemia ha cambiato gli italiani, in particolare gli automobilisti? A misurare bisogni, paure e abitudini post Covid è il secondo Osservatorio Mobilità e Sicurezza di Continental, lungo rapporto che insieme a Euromedia Research - diretto da Alessandra Ghisleri - ha fotografato il vissuto, le percezioni, le aspettative degli utenti della strada e le loro ricadute sulla mobilità in generale. In partnership con EY, Continental ha invece indagato sulle reazioni e le strategie dell'industria automotive.

AUTO AL PRIMO POSTO A emergere dall'indagine (andata in scena tra il 14 e il 18 settembre scorsi con protagonisti 2.500 cittadini italiani) è in generale l'avanzata di una nuova forma di mobilità. Al centro della quale è proprio lei, l'automobile. La paura è oggi un sentimento radicato: oltre il 45% degli intervistati dichiara di provare emozioni negative come ansia, paura e fastidio. E in termini di mobilità, la risposta a queste paure è l'automobile, scelta da oltre un italiano su due (56,7%), in quanto ritenuta il mezzo più sicuro con il quale muoversi (66,6%). Un dato significativo, che registra una crescita del 22,5% rispetto all’anno precedente. I mezzi pubblici continuano a essere utilizzati, ma solo da due italiani su cinque (il 22,5%) e solo il 2,7% si sente sereno nel farlo. Biciclette, monoruota e monopattini sono il mezzo di trasporto scelto solo dal 3,4% degli intervistati, residenti prevalentemente nelle grandi città.

Mobilità e Covid: il monopattino è scelto da una percentuale irrisoria degli intervistati Mobilità e Covid: il monopattino è scelto da una percentuale irrisoria degli intervistati

MEZZI PESANTI E TRASPORTO PUBBLICO Poco più della metà dagli autisti professionisti di mezzi pesanti intervistati (53%) è convinto che l’emergenza Covid abbia portato cambiamenti importanti nella propria categoria di lavoro, in particolar modo tra coloro che risiedono al Sud e nelle Isole. Il 41,5% riferisce di cambiamenti in positivo, mentre il 37,7% parla di cambiamenti in negativo. Il futuro descritto dagli autisti di professione non sembra tra i più rosei - sono il cluster che ha evidenziato percentuali più elevate in riferimento alla paura -, tanto che il 41% crede che il settore del trasporto merci e trasporto persone vivrà una lunga fase di stallo. Il 27% pensa invece che entro la fine del 2020 si possa tornare ai livelli pre-Covid. 

PIÙ DONNE E OVER 65 AL VOLANTE A scegliere l'auto sono in particolare donne (61,7%) e gli over 65, ovvero i più esposti ai gravi pericoli del virus, rappresentati dal 65% degli italiani che si sposta in auto. Circa tre italiani su dieci (34,3%) hanno cambiato le proprie abitudini di mobilità: il 39,2% lo ha fatto per paura dei mezzi pubblici, l’11,4% per la paura dell’affollamento dei treni, il 10% per la paura di uscire di casa. Ma se il timore di contrarre il Covid determina le scelte del 60,6% degli intervistati, c'è anche chi ha visto mutate le proprie esigenze lavorative: il 31,2% degli intervistati riconduce la drastica riduzione del proprio bisogno di mobilità allo smart working, o al ritorno alle proprie terre d’origine, il ''south working''.

Mobilità e Covid: hanno scelto l'auto più donne che uomini Mobilità e Covid: hanno scelto l'auto più donne che uomini

L'AUTO È LA SCELTA DI DOMANI Ma se l'automobile rappresenta la scelta di oggi, dettata dalla pandemia di Covid, anche il quadro futuro sembra essere comunque influenzato. Secondo il campione intervistato, infatti, gli italiani non prevedono di tornare alle abitudini pre-Coronavirus in tempi brevi: l’83,2% degli intervistati dichiara che almeno per l’autunno e l’inverno manterrà le nuove abitudini di spostamento e il 70% si spinge oltre, dichiarando che le manterrà anche quando si raggiungeranno zero contagi e arriverà il vaccino.

AUTO NUOVA? PERCHÉ NO Se l'auto - parlando di mobilità - sembra la risposta alla pandemia non solo oggi, ma anche domani, merita valutare l'impatto di tutto questo sul mercato automotive dei prossimi anni. Un intervistato su tre (32,8%) si dichiara disponibile ad acquistare un nuovo veicolo: il 20,5%, potendo scegliere, acquisterebbe un’auto ad alimentazione ibrido benzina (preferita dagli over 65), il 19,5% si orienterebbe sull’elettrico (in particolare la fascia 25-44 anni), il 17,8% vorrebbe un’auto ad alimentazione ibrida plug-in, mentre il 15,2% manterrebbe la propria scelta sul benzina (specialmente gli under 25).

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AUTO NUOVA? NO, GRAZIE La maggior parte degli italiani che si dichiara non disponibile a cambiare il proprio mezzo, riconduce la propria scelta principalmente a ragioni di carattere economico (32,6%) o alla non esigenza di cambiare l’auto, poiché ritenuta relativamente nuova e senza problemi (31,4%). Il 10,7% dichiara invece di non essere interessato poiché ha appena cambiato il proprio veicolo. Il 6,6% riconduce la propria non disponibilità a cambiare automobile all’assenza di adeguati incentivi, seguiti da un 5,7% che parla di incertezza del futuro lavorativo. Ma lo scenario cambia radicalmente davanti all’ipotesi di poter usufruire di incentivi per l’acquisto di nuovi autoveicoli ecologici: in presenza di aiuti, il 64,5% dei cittadini intervistati si dichiara disponibile a prendere in considerazione l’ipotesi di cambiare auto.

CITTÀ PIÙ PULITE Il lockdown ha solleticato le coscienze, mostrandoci quanto l'ambiente tragga beneficio da un uso meno intenso e più intelligente dei mezzi di trasporto. Il 42,3% degli intervistati - principalmente tra i cittadini che risiedono nei grandi centri urbani come Roma, Milano e Napoli - ritiene che il proprio Comune sia pronto per accogliere cambiamenti di tipo sociale e strutturale per mantenere le città decongestionate dal traffico e più vivibili. Il 78,7% degli intervistati (soprattutto tra gli over 65 e tra coloro che abitano in provincia) chiede una sostenibilità vera che rispetti l’ambiente, i cui protagonisti siano autoveicoli sicuri ed ecologicamente puliti. Monopattini elettrici, monoruota o biciclette, sono richiesti solo dal 15,4% del campione.

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LE STRATEGIE GREEN Per ottenere città più decongestionate dal traffico e vivibili in termini di qualità dell'aria il 47% degli intervistati suggerisce un potenziamento dello smart working e dei servizi di prossimità, il 42,6% suggerisce un sostegno del trasporto pubblico e il 30,4% consiglia di puntare sull’elettrificazione dei veicoli. Il 29,7%, infine, punta sulla pianificazione degli orari di ingresso al lavoro e a scuola. Più della metà degli italiani (53%) dichiara, infatti, di prestare più attenzione alle tematiche green rispetto a prima dell’emergenza sanitaria. I motociclisti (64,8%) e i giovani 67,6% (fascia di età 18-24) si rivelano i più sensibili a queste tematiche.

LAST BUT NOT LEAST: LA SICUREZZA Dall'indagine emerge che nel 2020 gli italiani si sentono meno sicuri al volante rispetto allo scorso anno: il 75% dei cittadini oggi si sente sicuro delle proprie capacità alla guida, un -12% rispetto all’anno precedente. Tra i meno tranquilli troviamo gli over 65, gli stessi che hanno ripreso a guidare le loro autovetture al fine di evitare i mezzi pubblici o in sharing. Al primo posto per garantire la sicurezza stradale, come lo scorso anno, la figura del guidatore (48,8%). Seguono poi i freni (10,2%), i sensori e i sistemi di guida assistita (8,8%, menzionati in particolare dai motociclisti), le cinture di sicurezza (8,1%, menzionate soprattutto dagli autisti di professione) e gli pneumatici (6,7%). Il 96,4% attribuisce agli pneumatici una forte importanza sul piano della sicurezza stradale e oltre l’85% dichiara di prestarvi molta attenzione (soprattutto uomini, di età compresa tra i 45 e i 64 anni, residenti nel Sud e in aree periferiche). 

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UN PO' DI PESSIMISMO Spicca inoltre un dato di sconforto verso gli ultimi sviluppi legati all’epidemia: il riacuirsi dei casi positivi, la mancanza di coordinamento per mantenere sotto controllo i contagi, l’assenza di proposte economiche per mettere un freno alla crisi e il comportamento sconsiderato dei più, fa temere che quel sentimento di paura che caratterizza gli italiani - e non solo loro - resterà, purtroppo, ancora a lungo.


Pubblicato da Michele Perrino, 07/10/2020
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