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Toyota Alessandro Volta


Avatar Redazionale , il 22/02/04

20 anni fa -

Porta il nome dell'inventore della pila, e non a caso. Di pile questa concept è letteralemnte imbottita: a muoverla è infatti un sistema di propulsione ibrido, a benzina ed elettrico. Ma se si candida a essere una delle star del prossimo Salone di Ginevra il merito sarà anche del design. Italiano, naturalmente. Atelier Giugiaro, per l'esattezza. Stanza del figlio.

OBIETTIVO AMBIENTE Chi ha detto che per andare forte le supercar devono inquinare tanto e consumare di più? Fabrizio Giugiaro, figlio di cotanto padre, ha provato a smontare questo antico teorema e i risultati sembrano dargli ragione. Suo partner in questo tipo di ricerca è la Toyota, che ha fornito alla Italdesign una tra le meccaniche più raffinate oggi in circolazione, quella ibrida utilizzata sulla Lexus RX400.

ELETTRIZZANTE

Partendo da questa base Giugiaro "il giovane" ha dato vita alla Alessandro Volta. Una concept car sportivissima, una coupé spinta da un motore V6 3.3 a benzina montato in posizione posteriore e da due unità elettriche, una per ciascun asse. La potenza totale sviluppata equivale alla bellezza di 408 CV, che consentono alla vettura di schizzare a 100 km/h in soli 4,06 secondi e di raggiungere la velocità massima di 250 km/h. Valori eccezionali se rapportati ai consumi, inferiori, questi ultimi, anche a quelli di molte auto di media cilindrata: 7.43 litri ogni 100 km.

TRE POSTI

Due paroline le merita però anche tutto ciò che gravita attorno al motore. La sua posizione, all’interno di un telaio in carbonio appositamente studiato, ha consentito infatti di realizzare un pianale perfettamente piatto nella zona dell’abitacolo. Ciò ha permesso di sistemare al suo interno tre passeggeri. Un risultato davvero ragguardevole per una vettura larga poco più di 2 metri e lunga 4,3.

SCARICA DI LATO All’altezza della situazione anche la carrozzeria, con una forma molto filante. La grossa presa d’aria rettangolare e la fanaleria appuntita sono gli elementi caratterizzanti del cortissimo frontale. Ben più esteso è invece il parabrezza, il cui disegno pare continuare dietro l’abitacolo, sino a congiungersi idealmente con il lunotto. Particolarissime sono infine le due prese d’aria che si aprono come tagli dietro le portiere e che vengono richiamate da due scanalature che corrono nella parte bassa della fiancata fino ai grintosi terminali di scarico.

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Pubblicato da Paolo Sardi, 22/02/2004
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