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Prova su strada

SsangYong XLV: un'alternativa pratica alle solite crossover


Avatar Redazionale , il 08/06/16

7 anni fa - E' gemella della Tivoli ma con una coda più lunga e un bagagliaio più grande

Dopo la compatta Tivoli, ecco la SsangYong XLV: con la coda più lunga è un'alternativa pratica alle solite crossover

SIZE MATTERS In altri ambiti ognuno è libero di credere quel che vuole ma tra le auto ci sono pochi dubbi: le dimensioni contano, eccome. A rimpolpare le fila di chi appoggia questa teoria si aggiunge implicitamente la SsangYong, che, sull'onda del successo della Tivoli, lancia ora una sua variante con lo sbalzo posteriore allungato, la XLV. E - lo dico subito - non provate a fare congetture sul significato della sigla, perché tanto non ci azzecchereste: eXtra Lifestile Vehicle, ecco da dove vengono le tre lettere.

LATO B Metro alla mano, tra le due crossover coreane ballano circa 24 cm. Da una parte, la Tivoli, con i suoi 420 cm di lunghezza, strizza l'occhio a chi si muove spesso in città e ha bisogno di misure compatte, per parcheggi in stile Tetris. Dall'altra, la XLV porta invece la capacità di carico dai 423 litri (misurati al tetto) della sorella a quota 720 (sempre al tetto), una misura non lontana dalla miglior concorrenza. I litri possono diventare oltre 1.400 sacrificando il divano, pronto a ripiegarsi in avanti creando un piccolo scalino con il piano di carico. La sagoma più mediterranea del lato B, con molta lamiera a fare da cornice alla ruota posteriore, appesantisce solo in parte la linea, che continua a giocare sulla forma del tetto sospesa e su una furba alternanza di tagli geometrici e di forme plastiche e muscolose per creare un insieme moderno e personale. In materia di praticità va poi sottolineata la presenza di molti piccoli vani per gli oggetti di uso quotidiano e di elastici sul retro degli schienali anteriori, mentre la soglia di carico potrebbe essere un pelo più bassa.

BRAVI, BIS Per il resto la SsangYong XLV ripropone forme e contenuti della Tivoli e non avrebbe avuto senso fare diversamente, visto che la sua formula piace. La tuttofare coreana si avvicina a lunghe falcate a quota 100.000 esemplari venduti, niente male se si pensa a quanto sia combattuto questo segmento. L'abitacolo è sulla stessa lunghezza d'onda con una plancia dal look ricercato e una consolle centrale che recita da attrice protagonista, al centro della scena. Gli elementi con finitura grigia e l'eventuale display da 7 pollici danno un tocco hi-tech al tutto, mentre le plastiche e le ampie zone morbide e i rivestimenti di pregio trasmettono l'idea che la XLV sia costruita con cura. Qua e là non manca anche qualche tocco di sportività, grazie per esempio al disegno della strumentazione e del volante.

TALI E QUALI Anche sotto il cofano la XLV sfrutta un copia-e-incolla e ripropone pari pari la stessa accoppiata di motori Euro 6 vista sulla Tivoli. Ad aprire le danze è un 1.600 a benzina aspirato da 128 cv (a 6.000 giri) e 160 Nm (a 4.600 giri) di coppia, che si può avere anche in versione a doppia alimentazione benzina-Gpl (+1.950 euro). La parte del leone nella raccolta ordini dovrebbe farla tuttavia il turbodiesel 1.600 da 115 cv (da 3.400 a 4.000 giri) e 300 Nm (da 1.500 e 2.500 giri).

IMBARAZZO DELLA SCELTA Ciascun motore può essere ordinato con cambio manuale oppure automatico Aisin, entrambi a sei marce, e con trazione anteriore oppure integrale. Quest'ultimo sistema di trasmissione è del tipo on demand a controllo elettronico, con cioè una centralina che chiama in causa le ruote posteriori solo quando quelle anteriori perdono aderenza, a tutto vantaggio dei consumi. il pilota ha a disposizione anche la funzione Lock, per bloccare la ripartizione della coppia 50:50 tra i due assi nei passaggi a bassa velocità più complicati.

DI TUTTO, DI PIU' Il listino della SsangYong XLV si presenta piuttosto articolato. La sua struttura, neanche a dirlo, ricalca per sommi capi quella della Tivoli, come si può vedere anche consultando il pdf allegato. La XLV è dunque proposta principalmente in tre allestimenti. Quello base, chiamato Start, offre di serie, tra le altre cose, sei airbag, lo stereo, il climatizzatore manuale, le luci diurne a Led e il cruise control. Il livello di equipaggiamento intermedio, Go, ha invece come highlight il settimo airbag per le ginocchia del pilota, i fendinebbia, i vetri privacy, i cerchi in lega da 16” e lo stereo con kit bluetooth e con comandi al volante. Il top è infine la versione Be, con cerchi in lega che passano a 18” e con pneumatici 215/45, i vetri privacy, le barre sul tetto, lo Smart Audio System con schermo da 7”, volante e cambio rivestiti in pelle, retrocamera posteriore e climatizzatore automatico a due zone. Per i soli esemplari diesel ci sono poi ulteriori varianti più ricche, come per esempio la Limited, con interni in pelle, sedili anteriori e posteriori riscaldabili, navigatore, sensori di parcheggio, fari allo xeno e tetto apribile. Il cambio automatico comporta un sovrapprezzo di 1.800 euro, gli stessi necessari anche per ottenere la trazione integrale. Parlando di prezzi, si parte da 18.450 euro per arrivare a 30.350; cuore della gamma sarà la turbodiesel 2WD Be, proposta a 23.400 euro ma per lei, così come per il resto della gamma, in fase di lancio è previsto uno sconto incondizionato di 2.000 euro.

COME VA All'interno della SsangYong XLV si ha ll'ennesima riprova del grande salto in avanti fatto negli anni dai costruttori coreani. Gli arredi sono disegnati con gusto e ben confezionati, con materiali di buona qualità e assemblaggi che non prestano il fianco a critiche. Tutti i comandi sono a portata di mano del pilota, che riesce a trovare una posizione di guida valida, nonostante il volante sia regolabile solo in altezza. Complice un passo di ben 260 cm, anche i passeggeri posteriori hanno tanti centimetri a disposizione sia per le ginocchia sia sopra la testa. E, cosa da non dare mai per scontata, anche chi occupa il posto centrale del divano ha una buona sistemazione, con una seduta e uno schienale ben imbottiti e un tunnel che ingombra poco tra i piedi.

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CAMERA CON VISTA Mettendosi in movimento, l'XLV richiede all'inizio un minimo di attenzione quando si manovra in retromarcia. La visibilità posteriore non è infatti il massimo, a causa dei montanti posteriori in carne e del lunotto un po' piccolo. Il problema è però presto aggirato dall'eventuale telecamera posteriore e, in ogni caso, questa SsangYong riesce a destreggiarsi bene negli spazi angusti, grazie a un ridotto raggio di sterzata. A proposito di sterzo, va sottolineata la presenza dello Smart Steer, che permette a chi guida di scegliere tra tre diversi livelli di carico del volante (Comfort, Normal e Sport).

GIROTONDO Già in parcheggio si può poi apprezzare una prima qualità del motore diesel 1.6, che sarà di sicuro il best-seller della gamma e sul quale mi sono concentrato in questa prova (le impressioni relative al 1.600 a benzina si possono leggere nella prova della Tivoli, tra le notizie correlate). Sto parlando della rotondità di funzionamento, che gli permette di girare al minimo senza vibrazioni e con un tono di voce molto discreto. Questa caratteristica non viene mai meno lungo tutto l'arco della curva di erogazione. Ai bassi non c'è mai un rifiuto o uno strappo e già dai 1.500 giri il tiro si fa robusto. Il meglio viene fuori ai medi ma anche insitendo con l'acceleratore non si rimane a bocca asciutta, con il quattro cilindri che mulina le bielle senza farsi pregare tanto.

L'UNO O L'ALTRO Con simili caratteristiche scegliere il cambio manuale o quello automatico è solo questione di gusti e di stile di guida. Il primo si adatta meglio a una guida brillante ma senza sfigurare in autostrada, grazie a una sesta abbastanza lunga; il secondo calza invece a pennello a chi preferisce agire sull'acceleratore con piede felpato. I suoi innesti sono infatti dolci e senza salti avvertibili tra un rapporto e l'altro, a meno che non si decida di guidare in modo arrembante. In questo caso viene però in soccorso l'interruttore per la selezione manuale delle marce, posto direttamente sul pomello del cambio.

FACTOTUM Se la SsangYong XLV fa della versatilità il suo asso nella manica è anche per merito del telaio. L'altezza da terra di 16 cm abbondanti le permette di affrontare con disinvoltura i terreni accidentati senza alzare troppo il baricentro. Grazie a un assetto ben calibrato, poi, la tuttofare coreana si destreggia bene anche nel misto, rivelandosi piuttosto efficace anche nella guida allegra, tanto nei percorsi tortuosi quanto nei tratti più veloci. Quanto il comfort, il quadro è positivo e gli unici limiti sono rappresentati da un certo rumorino di rotolamento dei pneumatici alle velocità più sostenute e da risposte un pelo secche sulle buche più profonde. Nulla di grave comunque, specie considerato il fatto che tutti esemplari provati montavano cerchi da 18”.

L'OUTSIDER Tirando le somme, la SsangYong XLV ha tutte le carte in regola per finire nella shopping list di chi cerchi un'alternativa alle solite note del segmento crossover. Tra le frecce al suo arco ci sono un look personale, una buona capacità di carico e un interessante rapporto qualità/prezzo. Last but not least, ultima ma non meno importante c'è poi una garanzia di ben 5 anni compresa nel prezzo, che rappresenta un buon motivo di tranquillità.


Pubblicato da Paolo Sardi, 08/06/2016
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