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Prova su strada

Mini Countryman S E ibrida: ecco come va la Mini 'alla spina'


Avatar di Luca Cereda , il 27/06/17

6 anni fa - Ha quasi i cavalli di una John Cooper Works, ma tutto un altro spirito

Ha quasi i cavalli di una John Cooper Works, ma con tutto un altro spirito. Ecco come va la prima Mini ibrida della storia

C'E' SEMPRE UNA PRIMA VOLTA Fa un po' strano sentire parlare di ibrido nell'universo Mini, fatto di frivolezze, design, ma anche di rally e di piccoli motori potenti. Piaccia o meno, però, il futuro sarà sempre più elettrificato e anche le auto più trendy si adeguano. Anzitutto la Mini Cooper S E Countryman, la prima mini ibrida della storia.

42 A ZERO Ibrida plug-in, per la precisione. Il che significa poter ricaricare la Mini Countryman ibrida quando la carica delle batterie agli ioni di litio, stivate sotto il divanetto posteriore e dalla capacità di 7,6 kWh, finisce. Nel frattempo dovremmo aver percorso 42 km in elettrico, secondo Mini: non stupitevi se nella vita reale diventeranno un po' meno, a meno che possiate fare a meno di clima, radio, ecc. In ogni caso, con questa Minia a fine giornata potrete sempre riattaccare la spina alla presa del garage e l'indomani riprendere a viaggiare a costo zero (di carburante) ed emissioni (di CO2) ferme a 42 g/km, almeno quel tanto che basta per sbrigare le faccende quotidiane. Il tempo necessario per la ricarica – solo 2 ore e mezza con una Wallbox da 3,6 kW, 3 ore e un quarto senza- dipende dalla fonte di elettricità. Sarà invece più difficile trovare abbeverarsi lungo il viaggio, almeno in Italia, dove le colonnine di ricarica veloce, come dire, latitano.

QUASI COME UNA JCW Storie noiose? Proviamo allora a metterla così. Il cuore della Mini Cooper S E Countryman è preso dalla BMW i8, benché molto meno irrorante e con la differenza che il motore endotermico, anche qui un 1.5 tre cilindri turbobenzina, sulla Mini muove l'asse anteriore, mentre l'elettrico lavora dietro, nascosto sotto il pavimento del bagagliaio. Ciascuno porta il suo mattone: 136 cv e 220 Nm il primo, 88 cv e 165 Nm il secondo, per un totale di 224 cv e 385 Nm di sistema. I cavalli complessivi sono solo 7 in meno di una John Cooper Works, anche se il modello del Gruppo più strettamente imparentato alla Mini ibrida, per motivi tecnici, e più simile nella guida è la BMW 225xe.

STRINGE IL BAGAGLIAIO Scegliere una Mini Countryman ibrida plug-in ha i suoi vantaggi. Poter andare in elettrico significa risparmiare, se ci si muove in città e con bassi chilometraggi dal lunedì al venerdì, significa, il più delle volte, avere accesso libero alle aree con restrizioni al traffico e, in alcune città, avere più libertà di parcheggio. Ma c'è anche il rovescio della medaglia. Le tecnologie dell'ibrido aggiungono quasi un quintale e mezzo di peso (1660 chili in tot), rubano un po' di spazio al bagagliaio (che da 450 litri scende a 405 litri), al serbatoio (36 litri contro i 51 di una Countryman solo a benzina). E poi la Countryman ibrida, a differenza delle altre, non ha il nuovo cambio automatico a 8 rapporti ma uno Steptronic a 6 rapporti. E non ha nemmeno il divanetto scorrevole, sempre perché sotto ci sono le batterie.

UN TOCCO DI COLORE Non cambia l'estetica, invece, eccezion fatta per la “S” pitturata di giallo sulla calandra e sulla coda e per il simbolo dello spinotto – sempre giallo – sul side scuttle, che svela dove andare ad attaccare la spina. Nell'abitacolo c'è un indicatore dell'utilizzo di energia al posto del contagiri e, nel tachimetro, un misuratore dello stato di carica della batteria. Da una schermata specifica dell'infotainment, infine, ci rendiamo conto se stiamo viaggiando in modalità solo elettrica, solo endotermica oppure con tutti e due i motori in funzione.

TRE PROGRAMMI Il toggle switch centrale, giallo anche quello, è un'altra personalizzazione. Di fianco a questo c'è il pulsante eDrive, che dà accesso ai tre programmi di guida dedicati alla Mini ibrida: Auto eDrive, dove è l'elettronica a decidere se e quando far lavorare il motore elettrico o quello endotermico; Max eDrive, che privilegia la trazione elettrica e spinge l'auto a trazione posteriore fino a una velocità massima di 125 km/h (ma la batteria si consuma più in fretta); Save battery, con la quale lo stato di carica della batteria viene mantenuto volontariamente oltre il 90% fino al momento del bisogno (di guidare in elettrico) oppure si ricarica, alimentata anche dal motore termico, che in questa circostanza consuma un po' di più.

PREZZO Un pieno di watt costa poco ma l'auto non è regalata: è in pre-vendita da questa settimana a un prezzo poco sotto i 40mila euro.   

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COME SE NIENTE FOSSE Delle complicazioni tecniche della Mini ibrida non ci si accorge affatto. Né a vederla, né a guidarla. Certo, il silenzio da preghiera che ti circonda, prima che un sibilo si accenni appena appena, alla partenza, può lasciare stranito chi non è mai salito su un'auto elettrica. Ma le operazioni di avvio sono tali e quali a una Countryman automatica a gasolio o a benzina.

LASCIA FARE La maniera più facile per guidare la Mini Cooper S E Countryman è in Auto eDrive. E' la modalità di guida automatica, nella quale governa il DSC: è lui a decidere quando val la pena utilizzare i due motori per ottimizzare la dinamica, oppure quando è meglio sfruttare solo l'elettrico, o solo il 1.5 turbobenzina. E se proprio smaniate di tenere la situazione sotto controllo, tra le pagine del multimedia c'è anche una schermata dedicata ai flussi di energia: da lì capirete se i due motori stanno lavorando insieme o se uno dei due si è messo in proprio.

ALL4 Ci sono ben 224 cavalli in e 385 Nm in gioco nel sistema ibrido di questa Mini, e l'accelerazione è notevole: 0-100 6,8 secondi. In realtà, il massimo delle prestazioni lo otteniamo solo quando esplicitamente richiesto, magari con un kickdown, e mai in maniera brusca. Lo stesso dicasi per la trazione integrale ALL4, chiamata in causa solo quando chiediamo potenza o manca grip. E che succede se la batteria è ai minimi e incontro un fondo nevoso? In realtà la batteria non va mai a zero e l'intervento dell'All4 è comunque garantito.

RICARICA IN FRETTA Diversamente la Mini ibrida si può guidare come una trazione posteriore (purché la batteria sia sufficientemente carica): mette in Max eDrive resterà solo l'elettrico posteriore a darvi la spinta, anche fino ai 125 km/h. Utilizzando la modalità Save battery, invece, sfrutterete il motore a benzina non solo per camminare ma anche per ricaricare le batterie - consumando, va da sé, un pelo di più. La Countryman S E si ricarica in fretta, sia nel box (tre ore e mezza non sono molte per oltre 40 km di autonomia) sia in marcia.

UN PO' DI CICCIA Per il resto, su una Mini Countryman ibrida ci sono un po' di chili in più da gestire, 140, che non fanno tutta sta differenza nell'handling, comunque piacevole. Si sente eccome, invece, la coppia generosa e immediata che l'elettrico regala nelle ripartenze da fermi.

CI SONO CAVALLI E CAVALLI Tornando all'inizio, è vero che i cavalli, per numero, sono simili a una JCW, ma il feeling è tutt'altro. Come è giusto che sia tra due auto con una missione agli antipodi. La Countryman S E può essere veloce, ma sportiva proprio no: l'auto che la ricorda di più, nella famiglia BMW, è la Serie 2 Active tourer ibrida plug-in. Ma in Mini hanno fatto un ottimo lavoro, anche lavorando sull'assetto, per rendere quest'auto sempre composta e confortevole nella guida. Facile da portare e molto intuitiva.


Pubblicato da Luca Cereda, 27/06/2017
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