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Prova

Polaris Phoenix 200


Avatar Redazionale , il 02/07/05

18 anni fa - lo Scooter a quattro ruote

Prima quello grande, poi quello piccolo. Con il nuovo arrivato Phoenix 200, la Polaris completa la sua collezione di Quad. Compatto, leggero e moderatamente potente, il Phoenix diverte in ogni situazione senza il patema di dover fare i conti con pesi e "forze" eccessive.


ARRIVA IL PICCOLO Piccolo, non troppo potente e piuttosto leggero, il nuovo arrivato nella famiglia dei Quad della Polaris si pone come entry-level, anche perché molto più alla portata dei fratelloni Sportsman (quelli da lavoro per intenderci) e dei pepatissimi Scrambler 500 4x4 e Predator 500, gli sportivi di Casa dai quali riprende le linee aggressive e spigolose.

ENTRY-LEVEL In poche parole è facile da gestire anche per chi su un Quad monta per la prima volta. Ed è questo l'obiettivo della Polaris: allargare il bacino d'utenza dei giocattoli su quattro ruote che ancora faticano un po' a mettere radici nell'immaginario collettivo nostrano.

NO ASFALTO Certo, in Italia l'asfalto la fa da padrone e non c'è lo spazio aperto che possono godere gli americani (dove il fenomeno quad impazza da anni anche nel mondo dello sport) però al mare o in montagna questi mezzi possono rivelarsi ottimi compagni di giochi. E il nuovo Phoenix 200 è proprio quello che mancava: un piccolo duecento facile, facile per imparare senza rischiare di farsi male.


MOTORE DA SCOOTER Chiave girata su "on", leva del cambio tutta in avanti, spintarella con il pollice destro sulla levetta al manubrio: questo è tutto quel che serve per dare il via al gioco chiamato Phoenix 200. Facile e intuitivo, rispetto ai fratelloni Sportsman il Phoenix è ben gestibile sia per le dimensioni più contenute che non mettono in soggezione, sia per le prestazioni da scooterino. Anche se duecento, infatti, il Phoenix non va veloce, un po' per la cavalleria scarsina, un po' per via del peso (179,2 kg a secco dichiarati) e per le ruotone sgonfie e tassellate che con l'asfalto non vanno proprio d'accordo per via della poca aderenza in curva e il tanto attrito.

TUTTI SUL PO Per questo che la prova del Phoenix 200 si è tenuta sulle farraginose sponde mantovane del fiume Po, perfetto Gardaland fatto di bagnasciuga, dune di sabbia e tronchi sparsi qua e là dove ci si può divertire anche con il più piccolo dei Quad della Polaris, senza andare alla ricerca delle prestazioni pure.


BENE SULLA TERRA Se il peso e le dimensioni non mettono alcun timore anche al novizio, bisogna ammettere, però, che i soli 196 cc effettivi del "mono" automatico nascosto sotto le carene sembrano essere fin troppo pochi. Nel fuoristrada il piccolo duecento, una volta preso il ritmo, ha prestazioni più che oneste: ci si diverte sui dossi con il Quad che ondeggia di qua e di là, la trazione è buona e superare gli ostacoli trovati durante il percorso di prova non è assolutamente difficile una volta capito come muoversi ed aiutare il Phoenix a scavalcarli.


PARTENZA CRITICA Ma se si abbandona la terra per andare ad arare la spiaggia, il piccolo Phoenix duecento mette in mostra qualche limite. L'erogazione del monocilindro è piuttosto lineare, di spinta "sotto" ce n'è pochina e sulla sabbia il Phoenix risulta un po' sottotono: insomma, soffre parecchio. Soprattutto nelle partenze, dove più che spalancare il gas, conviene giocare con il corpo, andando a caricare il posteriore proprio per guadagnare presa sulle ruote di trazione.


BASTA POCO PER DIVERTIRSI Così, peso tutto indietro come per impennare per caricare il retrotreno e giù con il gas finché non si raggiunge una velocità adeguata: una volta lanciati ci si lascia prendere dalla smania di derapare, controsterzare, saltare sui dossi e scalare le dune. Insomma, anche con pochi cavalli a disposizione il divertimento con i Quad è assicurato, si può fare di tutto anche guadare il fiume, ma a vostro rischio e pericolo, cercando di non rimanere impigliati nel pantano perché, quando vi prende, il fiume non vi lascia più.


Pubblicato da Alfredo Verdicchio, 02/07/2005
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