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Day by day: Moto Guzzi Breva 750ie


Avatar Redazionale , il 03/02/04

20 anni fa -

È l'ultima arrivata in Casa Guzzi e la prima vera moto sotto gestione "controllata" Aprilia. Tra gli scontenti e la diffidenza dei nostalgici più integerrimi, la piccola naked si è guadagnata un posto di rispetto tra le fila dei guzzisti di nuova leva. Per conto nostro, l'abbiamo cavalcata per quasi tre mesi, consumando gomme e pistoni per oltre 5000 km. Casa, ufficio, vacanze, la Breva 750 ci ha stregato il cuore.

RUBACUORI Lo sapevamo già da una settimana che sarebbero venuti a prendersela, ma quando il corriere è arrivato non mi sono fatto trovare in ufficio: sono stato in casa, chiuso nella mia stanzetta a pensare ai bei momenti passati insieme.

TENTAZIONI Esagerato? Forse, ma con la Breva è stato un po’ come con l’amica del cuore: ci esci a cena, un cinema, due chiacchiere e inizi a farci su un "pensierino". Alla fine è simpatica, ti ci trovi bene assieme e mentre ti monti la testa, eccola che se ne va con un altro. Cose che capitano.

GRANDI NUMERI Non ci credete, eh? Io stesso sono il primo a stupirsene (e ve lo scrive uno che fa il filo alle naked jap 4 cilindri) eppure sto parlando proprio della piccola naked griffata Moto Guzzi, quella con il motore e la ciclistica della storica Nevada 750, entrambi rimaneggiati in meglio per l’occasione e col vestito tutto nuovo, alla moda, buono per catturare nuovi sguardi. E in questo senso i risultati non hanno tardato ad arrivare visto che la "piccola" è andata oltre ogni rosea previsione di vendita, con i suoi oltre 4.500 pezzi venduti non solo a stoici guzzisti, ma più importante, a nuovi fan dell'aquila di Mandello.

NON TOCCATEMELA Sarà la mia passione per i grandi blasoni del passato, sarà che sotto, sotto sono un maledetto sentimentale, ma quando passi tre mesi con il sedere incollato sulla sella di una moto ti ci affezioni, volente o nolente. Nonostante tanti storcano ancora il naso a sentire Moto Guzzi, la Breva non mi ha dato un solo motivo di lamentela. Motore, freni, cambio, a differenza di qualche anno fa tutto ha funzionato a meraviglia, senza intoppi.

DIFETTUCCI Non voglio certo dire che la moto non ha difetti. Qualche fastidio me l’ha dato, non meccanico o elettrico come si potrebbe pensare (a parte una lampadina fulminata), ma è stato più un fatto di praticità. Lo "spoilerino" che chiude la sella offre due belle maniglie per il passeggero, ma l’avrei preferito un po’ più sporgente per poterci caricare su del bagaglio senza dover per forza montare il bauletto.

MEGLIO DI BMW Il serbatoio, poi, è in materiale plastico, quindi bandite le borse magnetiche, mentre le borse laterali, belle in puro stile "Seventies", sono leggermente sporgenti, ma capaci di contenere più di quello che si vede grazie alla loro forma regolare (al contrario delle borse BMW).

OLTRE I 5.000 Se poi vogliamo dirla tutta, anche il cavalletto laterale non è proprio il massimo della comodità, con scarsa luce a terra e infognato lì proprio sotto lo scarico sinistro (rischio di abbrustolirsi le caviglie). Per il resto la Breva si è dimostrata una buona compagna. E se ve lo dico io che con la "Guzzina" ho fatto più di 5.000 km potete crederci…

IL BELLO CHE CAMBIA Una tiratina al comando dell’aria, pigiatina sul tasto rosso e in un attimo le due teste iniziano a sbirciare incuriosite da sotto il

serbatoio con sincronizzata alternanza. Il twin trasversale gira bene, niente incertezze nella respirazione, borbotta con cadenza precisa, da orologio svizzero, dondolando di qua e di là come al suo solito, esagerando nelle vibrazioni solo quando si dà dentro col polso destro.

LUOGHI COMUNI Se a questo, poi, aggiungiamo che il piccolo twin di Mandello ha pure perso il vizio di fare la "pipì" durante la notte in garage o in giro per strada dopo la prima tirata di collo, mi sento di smentire ogni sorta di illazione relativa a presunti problemi di affidabilità. Roba vecchia.

TUTTO BENE... Mai una bucatura (ma questa è più una questione di fondoschiena che altro), mai una sosta indesiderata in corsia d’emergenza, mai un problema col cambio (notoriamente impreciso) mai un comportamento anomalo durante una curva o un sorpasso, nonostante la taratura morbida delle sospensioni. 

SOFFICE Stabile anche a pieno carico, discretamente frenata, piuttosto precisa e divertente nel misto (se guidata in modo pulito e rotondo) e dotata di un motore povero di cv ma ricco di "soffice" coppia ai bassi e medi regimi, la Breva non dispiace

anche nei lunghi tragitti in autostrada, dove il motore tira fuori la giusta dose di verve.

MA CHE SETE Però a scolarsi il pieno non si fa pregare due volte. Superati di 120 orari, il twin si attacca agli iniettori succhiando come un’idrovora senza contegno. Ogni 150-160 km s’illumina la spia della riserva e bisogna fermarsi al primo "bar" ad ordinare un bel cocktail dissetante a base di verde ovviamente, che se non intasa l’aria di piombo, visto i prezzi che corrono di certo svuota il portafogli di chi "offre" il giro.

BUONA MEDIA In 5ª a 120 km/h il twin ha ancora grinta da vendere: si da un po’ di gas e la Breva supera in scioltezza tutti i veicoli lenti, riuscendo a mantenere medie di tutto rispetto 140-150 orari senza problemi. Oltre questa soglia, il motore si siede

e se la prende comoda prima di far vedere i 175 di tachimetro.

(QUASI) GIUSTIFICATO A proposito di costi, anche il prezzo non è proprio di quelli più economici, anzi è probabilmente l’unica nota dolente della piccola di Mandello, specie se confrontata con la concorrenza bicilindrica di pari potenza come la Honda CB 500, la Kawasaki ER-5 e la Suzuki GS 500, molto più a buon mercato.

TURISTA PER VOCAZIONE Ma alla Breva bisogna pure riconoscere che sempre nei confronti di queste (e di altre "blasonate" naked jap) offre una maggiore abitabilità per due,

maggiore comfort, attenzione al dettaglio (le "4 frecce" funzionano a anche a motore spento, una comodità che non ha nemmeno la Honda Goldwing) e propensione al turismo vicino a quella di una vera GT di maggiore cilindrata, soprattutto con la coppia di borse laterali.
Pubblicato da Alfredo Verdicchio, 03/02/2004
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