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Day by Day Moto Guzzi Ballabio


Avatar Redazionale , il 25/08/03

20 anni fa -

Città, autostrada, passi di montagna. 2550 km con la Guzzi col manubrio alto. Tanta strada per scoprire chilometro dopo chilometro una naked dalla grande personalità e capace di divertire parecchio. Una V11 che piace come non mai.

Di sicuro in Guzzi conoscono bene il significato della frase "sfruttamento delle risorse disponibili", non è un caso infatti che mentre stiano mettendo in cantiere i nuovi modelli, continuino imperterriti ad aggiornare ed evolvere la gamma esistente. Così ad allargare la famiglia già numerosa delle V11

sono arrivate quest'anno la Ballabio e la Cafè Sport, due declinazioni differenti della stessa moto, divise solo da sospensioni differenti (Ohlins per Café Sport, Marzocchi e Sachs per Ballabio).

L'ENNESIMA V11

Ormai le versioni di V11 non si contano più. In pratica in Guzzi hanno compiuto una operazione analoga a quella della Tuono di casa Aprilia. Via i semimanubri, su un manubrione rialzato, a cingere il compatto faro tondo compare un piccolo cupolino (il cui supporto ha un aspetto un po' grezzotto) ed il gioco è fatto. Ed è un bel gioco perché la Ballabio piace un bel po', senz'altro più della sorella le Mans troppo squilibrata con quella "linea al contrario" (alta davanti bassa dietro), che la fa sembrare molto più vecchia di quel che è.

CLASSICO MODERNO

La Ballabio, invece, ha un aspetto senz'altro più moderno anche se il cupolino è sospeso nel nulla e un po' staccato dal resto della moto. Bella idea quella del manubrione, grazie a lui la V11 si è trasformata in una naked di carattere. Che piace, o perlomeno incuriosisce attirando gli sguardi di chi, passando, la incrocia. Operazione azzeccata, quindi, anche perché proprio grazie al manubrione è cambiata la posizione di guida, senz'altro la migliore di tutte le V11.

OCCHIO ALLO SPIGOLO

L'unico problema lo avrà chi ha la gamba lunga che andrà ad interferire con lo spigolo del serbatoio. In effetti, si vorrebbe lo stesso anche un po' più smussato nella zona di raccordo con la sella perché la sua forma leggermente squadrata si fa sentire sulle cosce.

BUONO LO STERZO

In compenso, anche in città si può apprezzare l'angolo di sterzo decisamente superiore a molte concorrenti, anche se vista la conformazione del serbatoio si sarebbe potuto migliorare ulteriormente. Invece c'è l'ammortizzatore di sterzo che limita la corsa. E a proposito di ammortizzatore di sterzo; è regolabile e durante la prova ho provato un po' tutte le tarature per scegliere, alla fine, di lasciarlo completamente lasco. Ne ha tratto beneficio la guida in montagna, la maneggevolezza in città, e anche la stabilità in velocità. Insomma a parer mio potrebbero anche toglierlo.

LUNGO BRACCIO In città la Ballabio si destreggia bene. L'ampio braccio di leva del manubrio riesce a nascondere la stazza della moto (e la lunghezza) rendendola svelta e ubbidiente anche nel traffico caotico di Milano. Piacevole andare in giro, anche perché il bicilindrico si è dimostrato morbido e fluido accettando regimi molto bassi e rispondendo pronto alle sollecitazioni dell'acceleratore (dalla corsa piacevolmente corta tra l'altro).

MEMORIA SMEMORATA Peccato che, sull'esemplare in prova, la centralina che regola l'iniezione ogni tanto soffrisse di amnesia. Capitava di tanto in tanto che il transitorio dai 2500 ai 3000 giri fosse sporcato da qualche "starnuto" di troppo, la moto andava a uno per qualche secondo per poi riprendere a lavorare regolarmente. Questo succedeva soprattutto con il motore molto caldo, in città dopo una lunga decelerazione. E con il caldo torrido di quest'estate ha fatto la sua comparsa anche qualche battito in testa (sempre nella guida in città), segno che probabilmente c'era bisogno di una buona messa a punto del motore, con conseguente regolazione di tutti i parametri.

PIACERE, SI GUIDA Ma se la parata cittadina non le dispiace, la Ballabio è una gradevole sorpresa la dove c'è da guidare, sfoderando doti che porbabilmente la portano ad essere la migliore tra la V11. Il motore sfodera prestazioni notevoli (delle imprecisioni dell'iniezione rilevate in città nessuna traccia) con una bella progressione che ha il suo meglio di se dai 5.000 agli 8.000 giri, dove la salita di regime è accompagnata dai classici colpi di pistone ben avvertibili su tutta la moto.

VOGLIA DI TORNANTI

La ciclistica è sana e sul misto si riesce a guidare parecchio veloci. In un viaggio da Milano a Firenze (con tanto di borsone al seguito), non ho saputo resistere, sono uscito dall'autostrada e mi sono buttato lungo le curve semideserte del passo della Futa divertendomi come un bambino.

ADATTAMENTI

Nel frattempo mi ero già fatto la moto un po' più "mia", ruotando leggermente il manubrio all'indietro (prima la posizione di guida era per me un pelo troppo lunga) e aumentando il freno idraulico in compressione dell'ammortizzatore di tre click. In questo modo ho evitato che la moto si sedesse troppo in accelerazione a metà curva e mantenesse con più rigore la traiettoria.

LARGO È MEGLIO

E mi sono divertito. Perché grazie al manubrio largo ti senti la moto in mano, la muovi tra le curve con uno sforzo modesto, e alla fine riesci a tenere un ritmo di tutto rispetto. La V11 danza veloce tra le curve e il livello del mio divertimento è facilmente misurabile nei centimetri quadri di cavalletto limato. Insomma un bel giocattolo.

AMA LA PRECISIONE

Tutto a patto che la condotta sia pulita, tonda, e che chi guida abbia ben chiaro in testa cosa sta facendo. Perché la Ballabio non ama le correzioni dell'ultimo minuto. È lunga (interasse 1490 mm) e si sente, e a tutto questo si aggiunge un consistente gioco di trasmissione che scompone l'assetto nell'apri chiudi. Insomma occorre guidare puliti: frenata, scalata, piega, accelerazione. Facile no?

ATTENTI AL GUZZI

Condotta in questo modo la Guzzi può far ingoiare anche qualche boccone amaro allo smanettone che in sella alla supersportiva di turno la sottovaluta. Perché ha una buona luce a terra, può contare sul valido appoggio delle Metzeler Sportech M1 e ha anche dei buoni freni (anche se quando si guida brillanti non mi dispiacerebbe avere un po' di efficacia in più dall'impianto anteriore).

CAMBIO OK

Mi sento di promuovere anche il cambio, che non è il massimo quanto a rapidità ed escursione ma in 2.500 km non ha mai mancato un aggancio, anche quando usato con pochi riguardi. Insomma si nota che c'è stato del gran lavoro per ottimizzare il tutto, e un bravo ai tecnici Aprilia non glielo leva nessuno.AUTOSTRADA NO PROBLEM In autostrada si viaggia piuttosto bene, il motore ha rapporti lunghi e gira poco. Viaggiando ai ritmi consentiti dalla legge si gode anche di una bella autonomia (ben oltre i 200 km) e la protezione offerta dal cupolino (autore anche di qualche risonanza acustica fastidiosa in accelerazione ) tutto sommato non è malaccio, consentendo di tenere i 160 indicati per molto tempo.

EFFETTO VELA

Oltre è l'effetto vela a farsi sentire un po' la spinta si fa consistente e il pilota tende ad aggrapparsi al manubrio causando dei micromovimenti che penalizzano il rigore, questo anche sui curvoni veloci, dove conviene raccogliersi un po' (e tirare il meno possibile sullo sterzo) per mantenere la traiettoria più pulita possibile. Dopo la rotazione all'indietro del manubrio, (che porta a caricare un po' di più la ruota anteriore) la situazione è leggermente migliorata. SELLA CORTA Insomma con questa moto ci si potrebbe anche viaggiare, (io mi sono fatto 1000 km in due giorni) perché di vibrazioni fastidiose non ce n'è e la posizione di guida è poco affaticante. Se non fosse che il passeggero potrebbe aver qualcosa da ridire per la sella troppo corta e la mancanza di un qualsiasi appiglio valido (sorvolo sulla cinghia da rodeo). Tra le scomodità cito i comandi assurdamente invertiti di frecce e clacson (comune del resto ad alcuni modelli Aprilia) e la mancanza di spazio sotto la sella. Inoltre il codino monoposto è asportabile solo con una chiave a brugola che quindi deve sempre far parte del corredo degli attrezzi. Per il resto la Ballabio è stata una piacevole sorpresa, non "un'altra V11" ma probabilmente la V11 giusta.

LA SCHEDA DEL DAY BY DAY
Tempo di utilizzo:

due mesi
Km percorsi: 2556
Litri benzina consumati: 153
Consumo medio: 16,70km/litro
Dove: 40 % autostrada 40 % extraurbano 20 % città
Inconvenienti registrati: irregolarità impianto di iniezione a motore molto caldo, avvertibile solo in città In questo servizio:Casco:LEM TsunamiGiacca:Dainese G. Trax PelleGuanti:Alpinestars SMX-4
Pubblicato da Stefano Cordara, 25/08/2003
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