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Prova

Moriwaki MD 250 H


Avatar Redazionale , il 10/07/08

15 anni fa - La piccola Gp di domani, provata oggi

Telaio di una 125, motore 250 quattro tempi, sarà così il futuro delle piccole GP? In Giappone sono convinti di si, la Moriwaki è un "come saremo" proiettato ai giorni nostri. L'abbiamo già provata in anteprima. Ecco come va.


PICCOLE IN FERMENTO
C'è molto fermento attorno alle classi minori, l'accesa discussione sull'arrivo delle 600 quattro tempi a rimpiazzare le 250 è storia dei giorni nostri e pare proprio che Honda, che ha deciso di far morire il motore due tempi, non abbia intenzione di fermarsi qui. Inevitabile pensare che, in un futuro non così lontano, anche la 125 finisca nell'occhio del ciclone. Altrettanto inevitabile immaginare come potranno essere le piccole GP fra 10 anni. Una delle eventualità? Moto con telaio simile all'attuale ma con un cuore a quattro tempi di cilindrata aumentata.

IN ANTICIPO SUI TEMPI Proprio come questa Moriwaki MD 250 H, la moto realizzata dal famoso preparatore giapponese (molto, molto vicino alla Honda) ha una sigla che parla da sola. In pratica Moriwaki ha inserito un motore Honda 250 4T (quello della CR 250 F) in una ciclistica 125 GP anticipando di fatto i tempi. Una casualità? Conoscendo Honda diremmo proprio di no. È come se la Casa dell'Ala (come è abituata a fare) stia già mettendo le mani avanti per trovarsi poi in vantaggio quando lei stessa deciderà di fare pressioni per cambiare i regolamenti.

CORRE GIÁ In ogni caso la Moriwaki è un oggettino interessante, in Giappone Stati Uniti e Australia corre già in pista, in alcuni casi già inserita nei campionati nazionali 125 GP. Ancora un po' acerba per primeggiare (nei campionati dove corre veleggia attorno alla quindicesima posizione) ha però messo in mostra ottime qualità. In Italia potrebbe arrivare l'anno prossimo e ci si dovrebbe correre un monomarca gestito da Genesio Bevilacqua (il patron del team Honda Althea che corre il mondiale SBK con Rolfo) che affiancherebbe quello delle NSF 100 già attivo da un anno.

NAVE SCUOLA Bella idea, anche perchè la MD 250 sarebbe una perfetta "nave scuola" per i ragazzini che avrebbero a che fare con una ciclistica sofisticata (le sospensioni offrono tutte le regolazioni possibili) ma non avrebbero a che fare con le complicazioni di un motore a due tempi iperspinto (facile al grippaggio, delicato di carburazione). Con questa duemmezzo invece accendi (con l'avviamento elettrico perché il motore è quello della enduro) e vai, senza troppe menate.

IN SELLA, PER PRIMI È stato proprio grazie alla squisita ospitalità di Genesio Bevilacqua che sono riuscito a provare per qualche giro a Magione la prima Moriwaki arrivata in Italia, una piccola anteprima di quello che ci riserverà il futuro. A parte il fatto di sentirsi goffo come pochi in sella ad una moto così compatta (per la quale sono decisamente fuori scala) quello che è emerso dalla prova è senz'altro molto interessante. Leggerissima e iperreattiva la MD 250 richiede di riparametrare tutte le azioni in sella, soprattutto per chi è abituato a gestire moto pesanti almeno il doppio.

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PESO PIUMA Ma del resto non potrebbe essere che così: con un interasse di 1.230 mm un peso di una novantina di kg e gomme larghe come quelle della mia monuntain bike, basta un minimo movimento e "paf" sei giù con la moto in piega, con una velocità impressionante. Lo stesso dicasi per la frenata, ottima, aggressiva, anche se con questa moto si frena poco, perchè gli ingressi in curva si fanno a velocità siderali.

IL MOTORE IMPRESSIONA Il motore è decisamente una sorpresa, la Moriwaki (la versione provata appare già più evoluta di quella mostrata sul sito del costruttore, da cui abbiamo preso qualche foto), muoveva i primi passi proprio in questa occasione e il 4T Honda era a "km 0" per cui lungi dall'essere perfettamente a punto per dare il massimo. Tuttavia ha già dimostrato di cavarsela più che bene, anzi devo dire che mi ha sorpreso. Non si fa certo pregare per prendere i giri questo pepato duemmezzo, la sua potenza dovrebbe avvicinarsi ai 40 cv alla ruota, e complice il peso ridottissimo (della moto, non del pilota) spinge mica male.

POCA FRIZIONE TANTO GAS A differenza dei 2T non ha nemmeno bisogno di essere tenuto su di giri a colpi di frizione per avere la spinta che serve. Già a 8.000 giri si esce dalle curve che è una bellezza con una spinta che, considerata la stazza del pilota, ha del sorprendente. Ma c'è anche l'allungo che si prolunga fino ai 13.000 indicati senza cali evidenti di spinta.

CAMBIO IMPERFETTO Però per essere perfetta la Moriwaki meriterebbe un cambio adeguato all'utilizzo a cui è destinata. In questo momento i rapporti interni del cambio (ancora uguali al motore enduro) sono esattamente al contrario di come servirebbero per la pista: la prima è corta, e le marce salendo si distanziano anzichè avvicinarsi (negli ultimi 2 rapporti si perdono 3.000 giri ad ogni cambiata) con l'ultimo rapporto lunghissimo, quasi inutilizzabile a meno di non correre sul lago salato. Insomma le basi per una moto competitiva ci sono, bisogna lavorarci un po' su, ma questo progetto è davvero molto interessante.


Pubblicato da Stefano Cordara, 10/07/2008
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