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Prova su strada

In sella a: Yamaha Fazer 2004


Avatar Redazionale , il 05/09/03

20 anni fa -

Nuovo telaio, motore, estetica. La Fazer 600 si rinnova completamente ma mantiene la filosofia iniziale di moto all round. Migliorano comfort, prestazioni e protezione aerodinamica, il motore però dà il meglio agli alti. Tanta tecnologia in più ad un prezzo allettante. Arriva ad ottobre, per la nuda occorrerà aspettare ancora un po'.

COM'E' In Italia non è mai stata capita fino in fondo (sebbene abbia venduto in numeri interessanti), ma in Europa la stella della Fazer 600 ha spesso brillato molto luminosa facendole vincere il titolo di moto più venduta in Europa nel 1999 e mantenendola costantemente ai vertici delle classifiche di vendita. Fin troppo facile comprendere quindi che questo sia un modello importante per la casa di Iwata, strategico per fare i cosiddetti "grandi numeri". Ecco perché quest'anno, la Fazer cambia completamente e la novità forse più importante per il pubblico Italiano è che alla versione semisvestita (con una nuova e più accattivante semicarenatura) si affianca quella completamente nuda che si chiama semplicemente FZ6.

LA VOGLIO NUDA Se, infatti, francesi, inglesi e tedeschi apprezzano non poco i servigi della semicarenatura, in Italia il mercato premia le naked vere e proprie, Hornet in testa. Ecco allora che la Fazer si spoglia, mettendo a nudo tutte le novità, come il telaio in alluminio pressofuso o il motore a liquido derivato dalla potentissima R6.

FASCINO CONQUISTATORE Bella ed equilibrata, la Fazer 2004 vuole piacere subito, e a tanti. Ecco perché sfrutta elementi stilistici di indubbio appeal come lo scarico alto sotto la sella, principale protagonista di un bel codino rastremato, o il faro anteriore "brutalizzato", perché a quanto pare una naked non piace più se non ha il fanale a pera. Design accattivante quindi, proprio quel che ci vuole per conquistare anche gli italiani fino ad oggi freddini davanti alla pur ottima versione precedente, alla quale però mancava quel guizzo di personalità estetica per renderla perfetta. Ma sotto c'è anche tanta sostanza.

PRESSOFUSO Il telaio è d'alluminio, realizzato per pressofusione e composto da due soli pezzi e non utilizza alcuna saldatura. I due "gusci" sono, infatti, imbullonati tra loro nella zona del cannotto a formare un insieme è decisamente più rigido del precedente doppia culla e soprattutto più leggero di ben 4,2 kg. Anche il forcellone cambia, allungandosi notevolmente (+ 70 mm per un totale di 590 mm) e andandosi a fissare molto più vicino al pignone in modo da ottimizzare il tiro catena e migliorare la trazione.

SEMPLIFICATA La voglia di contenere i costi però impone anche qualche rinuncia. La sospensione posteriore, infatti, non ha più il leveraggio progressivo, ma lavora secondo lo schema cantilever, la forcella ha gli steli da 43 mm come quella della Fazer 1000, ma non offre alcuna regolazione, mentre il telaietto reggisella è realizzato in un semplice tubo in acciaio cui sono saldati due altrettanto semplici supporti per le pedane del passeggero.

NUOVE PINZE Lo stesso discorso vale per i freni, dove restano invariate le dimensioni dei dischi anteriori (298 mm, misura classica di Yamaha) ma spariscono le pinze monoblocco a quattro pistoncini per lasciare spazio a quelle flottanti a due pistoncini. È un po' il discorso della coperta corta, tenere i prezzi bassi significa centellinare le risorse e per un telaio in alluminio e una iniezione elettronica che arrivano, ci sono altri particolari che ne risentono. Il prezzo, però, alla fine da ragione alla Yamaha che per la Fazer 600 (quella in prova) è riuscita a spuntare un interessante 7.790 € chiavi in mano, praticamente la stessa cifra dell'attuale. La FZ6 ha per ora un prezzo ancora ignoto ma è certo che costerà qualcosa meno, allineandosi quindi alla concorrente più agguerrita che di nome fa Honda Hornet, offrendo però ben altri contenuti tecnologici.

GIRA TANTO Ovviamente la Fazer (soprattutto quella semicarenata) è una moto con cui farci tutto ma che sarà spesso utilizzata in città. Attenzioni sono dunque andate all'angolo di sterzo (70 gradi) per esaltare la maneggevolezza del mezzo, che deve essere in grado di svicolare nel traffico senza troppe manovre.

GOMME GROSSE Considerato l'ammodernamento della ciclistica era lecito attendersi anche un rinnovamento nelle sezioni dei pneumatici che, infatti, vantano misure prettamente sportive 120/70 e 180/55, ovviamente entrambi su cerchi da 17 pollici che a dispetto dei canali più larghi pesano il 18 % in meno dei precedenti.

PIÙ LUNGA La nuova ciclistica ha portato in dote anche nuove quote all'apparenza più "tranquille" visto che l'interasse tocca quota 1440 mm e l'inclinazione del cannotto di sterzo aumenta di un grado raggiungendo quindi 25°. Verificheremo presto nella prova su strada se tutto questo si è tradotto in una maggiore solidità generale senza influenzare troppo la maneggevolezza. Anche perché il peso è calato drasticamente: sono annunciati 7 kg in meno rispetto al vecchio modello.

MOTORE DA R6 Non meno rinnovato il motore, che anzi, è proprio un altro. Deriva infatti in tutto e per tutto (pistoni forgiati compresi) da quello della R6 di ultima generazione, da cui praticamente differisce solo per gli alberi a camme (che mantengono il profilo della Fazer precedente), le molle delle valvole, e i condotti, ridisegnati per ottimizzare l'erogazione ai medi regimi.

INIEZIONE DI NOVITÀ Ovviamente l'alimentazione è ad iniezione elettronica e la Fazer introduce per prima un sistema in cui gli iniettori lavorano accoppiati a due a due, con un metodo di iniezione del carburante particolare che consente di ottimizzare l'erogazione della coppia ai medi regimi. In pratica una parte del carburante (il 50%) è iniettata a valvola ancora chiusa, mentre il restante 50% nel normale periodo di aspirazione, il tutto è gestito da iniettori di nuova generazione, estremamente precisi e da una centralina a 32 bit.

ALLA RICERCA DELLA COPPIA In questo modo Yamaha assicura di aver riempito il suo quattro cilindri di coppia, al punto che pur avendo caratteristiche meccaniche molto più spinte, dai 5 ai 7000 giri risulterebbe addirittura migliore del precedente motore della Fazer. I corpi farfallati sono da 36 mm

SCARICO ALTO Lo scarico 4 in 2 in 1 con uscita alta sotto il codino è un'altra delle novità introdotte dalla Fazer, che così è la prima Yamaha ad adottare tale soluzione. Chi teme viaggi bollenti si rassicuri, i catalizzatori sono piazzati nel ramo verticale dello scarico così da essere lontani dal terreno ma anche dal fondoschiena di chi guida. I due silenziatori sono in realtà uno solo, un unico "padellone" piazzato sotto al rastremato codino. Una soluzione così "attillata"consente anche di montare eventuali borse laterali senza ingombri da TIR, anche se non si intravedono attacchi dedicati.

POTENZA ADEGUATA Il tutto si riassume in 98 cavalli a 12.000 giri e un coppia massima di 63,1 Nm a 10.000 giri. Tra le altre caratteristiche da segnalare va senz'altro citata la carenatura dalla protettività migliorata, e incrementabile tramite un plexiglass alto offerto in optional. La strumentazione è compatta e completamente digitale (e molto ispirata a quella delle nuove Kawasaki) con contagiri a barrette (poco intuitivo da guardare) e display multifunzione, come da (buona) tradizione Yamaha non manca l'indicazione dei km percorsi dal momento d'entrata in riserva. Come sempre la dotazione di serie non lascia spazio a critiche. Presenti all'appello il pulsante dell'Hazard, e il cavalletto centrale. Mentre non mi sarebbe dispiaciuto un puntale sotto al motore a completare la linea che in quella zona è un po' vuotina. C'è, ma è disponibile solo come optional.

COME VA Lo sforzo per rendere la moto più abitabile, ha dato i suoi frutti. La Fazer, in effetti, è più comoda e con una posizione di guida un po' più rilassata, si sono smussati alcuni spigoli e il raccordo sella-serbatoio è ora decisamente migliore che sulla versione precedente. A beneficiarne è soprattutto il comfort anche perché le gambe del pilota sono leggermente più distese, grazie all'incrementata distanza tra sella e pedane (+18 mm). Pedane che restano ancora un po' troppo avanzate quando si guida la moto sportivamente. Il manubrio più largo e vicino migliora la sensazione di padronanza del mezzo.

SUBITO DIVERSA Basta percorrere pochi metri per capire che la maggiore rigidità annunciata per il telaio corrisponde a realtà. La Fazer sembra avere ingombri leggermente superiori della precedente, ma la guida si dimostra da subito piacevolmente omogenea. La ricerca di maggior stabilità si fa sentire positivamente in velocità, dove si viaggia con un manubrio sempre ben saldo tra le mani e con un'ottima sensazione di padronanza del mezzo. Di contro, è leggermente diminuita la reattività della moto che, un po' a causa delle nuove quote ciclistiche, un po' a causa dei pneumatici di sezione più abbondante, non è altrettanto svelta delle precedente Fazer.

MORBIDA Le sospensioni, come già accadeva sulla precedente, privilegiano senz'altro il comfort alla sportività. Visto il tipo di utilizzo che l'utente medio farà della moto la scelta è da approvare. C'è più rigore di prima, però un po' di rigidezza in più non guasterebbe, o meglio non ci starebbe male un po' più di freno idraulico (soprattutto per l'ammortizzatore), perché così come sono tarate le sospensioni faticano a copiare le asperità perdendo un po' di rigore quando il fondo è imperfetto. Peccato che non si possano regolare (l'ammortizzatore solo nel precarico molla). Se il fondo è liscio, però, nessun problema, la Fazer fila via che è un piacere senza problemi di sorta.

MEGLIO IN DUE E con il passeggero va quasi anche meglio, visto che il peso aggiuntivo del passeggero contribuisce a creare un "freno naturale" per l'ammortizzatore posteriore. Così che in coppia ci si ritrova con naturalezza a tenere ritmi di tutto rispetto.

ATTENTI A QUEL QUATTRO Le origini sportive del quattro cilindri non si nascondono più di tanto sulla Fazer. La tacca del fuorigiri piazzata a 14.000 (regime cui interviene anche il limitatore) è li a dimostrarlo. E il 600 della Fazer mostra di avere un bel caratterino. L'erogazione ai bassi non delude, tanto che dai 3.000 ai 6.000 giri si dispone di una buona verve che consente di guidare in scioltezza. In questo range la Fazer è piacevolmente morbida da condurre e non delude le aspettative.

FESSIONE Poi si avverte una flessione nell'erogazione, il motore sembra "stancarsi" un pochino fino a quota 8.000 dove riprende a guadagnar giri velocemente. Per uscire da questa leggera impasse, conviene buttar giù una/due marce lavorando su un cambio dalla corsa un po' lunga e che manifesta un piccolo gradino tra prima e seconda.

FUORI LA GRINTA A 10.000 giri altro cambio di carattere, e qui emergono prepotenti le radici sportive del quattro cilindri Yamaha che sfodera prestazioni di tutto rispetto con un allungo da sportiva vera. Vista la semplicità con cui sono arrivati i 200 indicati non è difficile ipotizzae una velocità massima effettiva di 230 all'ora più che sufficiente per il tipo di moto e anche per i nostri limiti mangiapunti. Insomma, gli interventi all'iniezione e agli alberi a camme hanno effettivamente addolcito un po' il carattere di un motore brioso, anche se a mio parere si sarebbe potuto sacrificare ancora qualche migliaio di giri in allungo per avere un po' più di schiena ai medi regimi, che poi sono quelli che si utilizzano di più per strada.

BUSINESS CLASS Nulla da eccepire sul comfort generale, soprattutto sulla protezione aerodinamica che sulla Fazer '04 è una spanna sopra alla precedente. Il cupolino, sempre un po' lontano dal pilota è molto più largo di prima, arrivando a proteggere degnamente busto e spalle, lasciando fuori solo il casco. E la velocità di crociera ne trae beneficio, se prima oltre i 140 orari, o giù di li, si cominciava a patire, ora il limite si è spostato di almeno 30 km/h più su. Una buona notizia per chi con la Fazer vorrà macinare chilometri in vacanza.

FRENA FORTE La semplificazione dell'impianto freni non ha portato ad effetti collaterali spiacevoli. Complice anche il minor peso della moto, l'impianto anteriore non accusa complessi d'inferiorità rispetto alle pinze monoblocco, mantenendo l'efficacia e anche l'aggressività nell'attacco della frenata. Fin troppo esuberante l'intervento del freno posteriore, che porta presto al bloccaggio della ruota dando scarso feeling quanto a modulabilità, un po' anche per lo scarso grip offerto dai Dunlop D 252 montati di primo equipaggiamento per la prima volta sulla Fazer. Pneumatici che a dire la verità non hanno fatto un gran figura, dando sempre la sensazione di grip precario, soprattutto al posteriore. Va detto che durante la prova abbiamo trovato un asfalto molto scivoloso, pertanto le gomme meritano senz'altro una prova d'appello che ci ripromettiamo di fare al più presto. La Fazer, invece, è promossa, anche perchè a quel prezzo (costa meno di un Tmax) non si pu chiedere di più.


Pubblicato da Stefano Cordara, 05/09/2003
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