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Husqvarna motard 2008


Avatar di Alberto Raverdino , il 02/03/08

16 anni fa - Tutta nuova la famiglia motard Husky

Il glorioso marchio svedese, passato recentemente nelle mani del gruppo BMW, si mostra in tutto il suo splendore attraverso una completissima gamma di modelli. Non manca nulla, dalle più stradali SM 125 e SM610ie alle racing SM450R, SM510R senza dimenticare la super esclusiva SM450RR prodotta in soli 100 esemplari. Il circuito di Finestrat in Spagna ci aiuta a fare un po' di chiarezza.


STORIA CENTENARIA
. Le antiche origini del marchio Husqvarna (il primo motociclo attribuito a questo marchio è targato 1903) mettono il sale sulla coda ad una gamma davvero iper completa e dai contenuti realmente seducenti. A quanto pare i risultati di assoluta eccellenza, un paio su tutti ovvero la conquista di due titoli mondiali nella categoria S1 e S2, dà i propri frutti. Da questi sforzi, dal background del marchio e dalla voglia di offrire al pubblico Motard di livello assoluto, nasce quindi una gamma, composta da due moto stradali e tre racing, capace di accontentare davvero chiunque.


125CC.
La piccola della famiglia è dotata di un motore a due tempi capace però di rientrare nella restrittiva norma antinquinamento euro3. Disponibile nella versione Full Power oppure nella versione limitata nella potenza, conta su una sorta di iniezione elettronica direttamente nel carburatore capace di ottimizzare la quantità di miscela da bruciare e quindi i livelli di inquinamento emessi. Chi pensava che i due tempi fossero ormai da pensione dovrà ricredersi.


SM610ie
L'altra stradale della gamma è la 610. Una moto che pur conservando nel proprio DNA tutto il carattere sportivo del marchio Husqvarna, si presenta al pubblico con caratteristiche e qualità più dedicate ad un utilizzo "normale". Grande innovazione è rappresentata dall'introduzione dell'iniezione elettronica. Al lavoro troviamo un corpo farfallato da 42mm, una moderna sonda lambda ed altri numerosi gingilli elettronici capaci di monitorare ed ottimizzare l'intero sistema. Rispetto al modello precedente non mancano altre innovazioni relative alle plastiche, al manubrio e alla conformazione della sella capace ora di offrire al pilota una nuova impostazione.


SM450R e SM510R
Le due gemelline terribili sono il frutto delle esperienze vittoriose nel campionato mondiale Supermotard. Si tratta di due modelli differenti solamente per la cilindrata capace di far rientrare la 450 nella categoria S1 e la 510 nella S2. Rispetto alle precedenti versioni le novità sono molte e coinvolgono sia il reparto motore sia quello ciclistico. Per quest'ultimo ci si affida ad un nuovo telaio. Ora più compatto e sviluppato con l'intento di favorire una posizione del pilota più avanzata con il chiaro fine di caricare l'avantreno della moto durante la guida più estrema.Anche il forcellone è differente, ora offre una geometria asimmetrica per consentire una posizione disassata al nuovo mono posteriore che in questo caso lavora attraverso un inedito leveraggio progressivo. La posizione disassata del mono non è altro che uno stratagemma capace di allontanarlo dal calore sviluppato dal grosso tubo che compone l'impianto di scarico e salvaguardare quindi la sensibilità alle regolazioni idrauliche. Anche la forcella Marzocchi da 50mm è nuova, pluriregolabile e si articola al cannotto grazie ad inedite piastre di sterzo capaci di un ridotto avanzamento (solo 15mm di offset).

TUTTO RADIALE L'impianto frenante ha subito una metamorfosi capace di consegnare nelle mani del pilota armi affilate; pompa e pinza radiale sono pronte a strapazzare il grosso disco flottante anteriore. Iniezione elettronica Anche in questo caso i tecnici che hanno preso a cuore la realizzazione di questi gioielli non hanno voluto togliersi il lusso di arricchire anche i modelli più strettamente sportivi di una sofisticata iniezione elettronica. Al lavoro quindi un corpo farfallato da 42mm, un singolo iniettore ed una centralina elettronica dotata di un moderno software; non manca nulla. Altri interventi sulla meccanica riguardano l'utilizzo di nuovi elementi di attrito per la frizione, un generatore di corrente più efficiente e leggero e un inedito sistema alza valvole. Peso piuma per entrambi i modelli il peso è ridotto all'osso, 118 chili sono davvero pochi, caratteristica che va a tutto vantaggio di chi decide di divertirsi in pista.


SM450RR
Solo 100 esemplari disponibili per chi desidera una moto strettamente derivata dalla moto campione del mondo nella classe S1 con in sella Adrien Chareyre. Rispetto alla sorella dotata di targa e fanali offre alcune chicche da veri intenditori. Innanzitutto compare la possibilità di regolare l'inclinazione del cannotto di sterzo in differenti posizioni, una possibilità preziosa per chi desidera individuare il miglior assetto possibile in base alla tipologia del tracciato da percorrere. Il differente forcellone posteriore, riconoscibile per la verniciatura nero opaco, è leggermente più corto rispetto alla versione standard mentre le ruote sono in questo caso dotate di cerchi tubeless che per l'anteriore sono realizzati nella misura di 16,5" e per il posteriore nel classico 17 pollici. Infine, più accessibile come pezzo aftermarket, compare di serie una frizione antisaltellamento della STM. Se la base di partenza del motore rimane comune con la 450R, la RR implica un ulteriore step di sviluppo. I condotti della testa risultano interamentelavorati a mano, il pistone è differente così come gli alberi a camme, infine l'iniezione elettronica sparisce in favore di un classico carburatore da 42mm. Per finire in bellezza non manca una quasi infinita serie di componenti realizzati in fibra di carbonio.


Squadrone da battaglia
Chi più ne ha ne metta; la truppa Husqvarna si presenta in cinque configurazioni differenti, ognuna dotata di caratteristiche diverse, ma tutte sotto lo stesso comune denominatore: sportività ad ogni costo. Dal sedicenne assetato di moto vere, all'uomo maturo che non desidera togliersi il lusso di qualche trasferimento autostradale, passando attraverso chi intende la filosofia del Motard solo ed esclusivamente tra i cordoli di un circuito, ognuno troverà ciò che fa per lui. Fin qua già un ottimo risultato.

SM125 Ragazzi fortunati quelli che metteranno le mani su questo piccolo gioiellino. La piccola due tempi è leggera e tremendamente efficace tra le curve che compongono il circuito di Finestrat. È facile godere dell'erogazione del motore che nella versione full power mette in mostra tutto il suo potenziale. Naturalmente si tratta di un'erogazione che predilige gli alti regimi di rotazione, una caratteristica che però non disturba affatto l'azione del pilota. È, infatti, sufficiente enfatizzare la rotondità delle curve per raggiungere in fretta la zona di erogazione più redditizia, un esercizio davvero divertente e che mette in mostra anche la bontà della ciclistica. Sebbene le sospensioni non siano particolarmente rigide e i freni non esageratamente potenti, il peso ridotto e la capacità di scorrere veloce in curva mette al riparo da figuracce anche di fronte alle sorelle dotate di cubatura più elevata. Una piccola canaglia realmente efficace.

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SM610ie
Il modello più stradale della ciurma meriterebbe di essere provata anche su strada. In circuito, il peso in più rispetto alla concorrenza più specialistica si fa sentire e mette in luce il fatto che non si tratta di una motard vero e proprio. Sebbene la posizione in sella sia azzeccata e dichiaratamente sportiva, occorre un po' di apprendistato per riuscire a mettersi nelle condizioni di confezionare un buon giro. La taratura delle sospensioni è piuttosto morbida e il mono ha la tendenza a "sedersi" in fase di accelerazione. In effetti il monocilindrico spinge con una certa decisione anche se l'erogazione è estremamente pulita sembrerebbe dichiarare il contrario. Non c'è dubbio che in un tracciato più veloce e raccordato la bella 610 possa giocarsi meglio le sue carte. La frenata potente e ben modulabile tiene a bada i chili di troppo (142,5kg a secco contro i 118 delle sorelline più specialistiche 450 e 510), tuttavia l'approccio al classico tornantino da motard impegna un pochino di più rispetto alle moto più specialistiche.


SM450R e SM510R
Motard puro, ecco cosa urlano i due fiori all'occhiello dell'intera gamma Husqvarna. Due moto che non mostrano nessun timore reverenziale verso chi desidera misurarsi con loro all'interno di un tracciato specifico. In sella a queste due rappresentanti del genere il limite sta tutto nel pilota. Leggerezza innanzitutto. È sufficiente percorrere poche centinaia di metri per rendersi conto di avere per le mani attrezzi sportivi al 100%. Da un punto di vista ciclistico le due moto sono assolutamente identiche, solo il motore regala qualche differenza, per il resto in entrambi i casi ci si trova per le mani una vera piuma capace di danzare tra una curva e l'altra senza mettere mai in crisi il pilota.

TUTTO AVANTI Per chi, come chi vi sta scrivendo, non è abituato a questa disciplina, è piuttosto strano trovarsi a guidare con una seduta così avanzata, eppure la rinnovata ergonomia consente di spostare il corpo in avanti a più non posso, caricare la ruota anteriore ed osare di più in ingresso di curva. Sebbene la guida spezzata qua regna sovrana, anche in fase di scorrimento le due SM si comportano in modo egregio dando lustro a componenti ciclistiche di primissimo livello. Le sospensioni sono rigide, fanno poca corsa ma la fanno un gran bene, ed in frenata ogni desiderio è un ordine.

SE VAI PIANO E' MEGLIO GROSSO Quanto al motore occorre sottolineare che il 510 è più rotondo, più facile. Chi è alle prime armi troverà in questo propulsore il miglior compagno d'avventure. Il 450 cammina forte, quasi quanto il 510 ma gira un pochino più alto quindi per sfruttare appieno le sue caratteristiche di erogazione occorrerà possedere un po' di "mestiere" per prendere confidenza con il cambio e acquisire gli automatismi necessari per sbranare la manopola del gas. Dopo una mezza giornata di apprendistato sognare di spazzolare l'asfalto in ingresso curva come "quelli veri" sembra poter diventare facilmente realtà...


SM450RR
Quando il gioco si fa duro l'RR comincia a giocare. Prendete la 450R fatele una ulteriore iniezione di sportività ed ecco materializzarsi la doppia R. In questo caso, al di la del rombo che il bellissimo doppio scarico Arrow regala a tutto il pubblico pagante, ci si trova per le mani una moto davvero specialistica. È un peccato non saper sfruttare a pieno le caratteristiche ciclistiche di questo piccolo gioiello, eppure non occorre essere dei maghi del motard per rendersi conto di cosa ci si trova sotto al sedere. Le sospensioni sono ancora più rigide e la forcella è più chiusa; a gomme calde la RR volta in un fazzoletto d'asfalto con il minimo sforzo.

REPARTO CORSE Sulle prime si tratta di una caratteristica che mette un po' di soggezione, il timore che "prenda sotto" si fa largo nella mente, eppure dopo un po' di apprendistato ti accorgi che tutto funziona davvero bene. Ilmotore è più cattivo rispetto alla 450R. Evidentemente il lavoro svolto dal reparto corse offre i suoi vantaggi. 100 esemplari sono davvero pochi e non faccio fatica a credere che se molti acquirenti si avvicineranno a questo modello per scatenarsi nei campionati a lei dedicati, ce ne saranno altri che si accontenteranno si mettersela in salotto... Impossibile non desiderare una "pronto gara" così seducente.


Pubblicato da Alberto Raverdino, 02/03/2008
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